giovedì 4 marzo 2021

Le terapie intensive del Trentino

 

Lo stato di occupazione dei reparti Covid di terapia intensiva aggiornato al 3 marzo. Il +5% che appare nella didascalia si riferisce all'aumento della percentuale di posti occupati verificata tra il 2 ed il 3 marzo. Tratto da Agenas

Con il 52% dei posti di terapia intensiva occupati (dati Agenas del 3 marzo) il Trentino è secondo solo all'Umbria per l'occupazione dei reparti Covid di terapia intensiva. La situazione è rapidamente peggiorata nel corso degli ultimi giorni come si vede chiaramente dalla figura mostrata qui sotto:

Confronto sul numero di persone ricoverate nei reparti Covid di terapia intensiva del Trentino (linea verde) confrontato con il dato nazionale (linea rossa). I dati sono normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti. Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Il dato relativo all'occupazione dei posti di terapia intensiva è quello che dipende meno da criteri discrezionali ed in particolare dai criteri adottati per il trasferimento dei pazienti Covid verso strutture sanitarie private che non vengono considerati nelle statistiche ufficiali sul numero dei ricoveri. Si tratta di pazienti gravi che richiedono un trattamento sanitario continuo e specifico e, oltre a spazi di ricovero adeguati, richiedono di essere assistiti da personale medico ed infermieristico specificamente qualificato.

Secondo i dati Agenas, il Trentino disponeva di 5,9 posti di terapia intensiva per ogni 100.000 abitanti prima dell'arrivo della pandemia. Attualmente il numero di posti letto è stato portato a 16,7. Non c'è dubbio tuttavia che questo forte aumento è andato a scapito delle altre attività ospedaliere che hanno dovuto rinunciare a spazi e personale dedicato ai nuovi posti di terapia intensiva.

In questo momento stiamo decisamente puntando verso il limite di 10 ricoveri per ogni 100.000 abitanti, valore che era stato raggiunto durante il precedente picco pandemico ad inizio dicembre 2020. Se confrontiamo il dato trentino (linea verde) rispetto a quello nazionale (linea rossa) notiamo che ambedue le linee mostrano una risalita a partire dalla terza decade di febbraio. Tuttavia, nel caso del Trentino, la risalita appare molto più rapida, a dimostrazione che la situazione del Trentino dovrebbe destare particolari preoccupazioni. 

Aldilà della cura dei numerosi pazienti Covid, il vero problema è quello della perdurante difficoltà degli ospedali nella cura di tutte le altre patologie. Durante gli ultimi 4 mesi sono stati cumulati significativi ritardi nella cura di molte altre patologie che fatalmente produrranno danni alla Salute pubblica che si andranno a sommare a quelli della pandemia.

Per approfondire quello che sta succedendo a livello nazionale si veda: "L'allarme degli anestesisti: "Terapie intensive in affanno, sistema a colori non funziona. Il lockdown è inevitabile""

3 commenti:



  1. "Non ci rendiamo conto - ha risposto il dottor Ferro - di quanto sia stressato il nostro sistema sanitario per questo aumento dei ricoveri, che temo per i prossimi 10 giorni non potranno che aumentare".

    E la situazione si complica anche per quanto riguarda le varianti. "Sono stati trovati altri 6 casi di varianti inglese - ha detto il dirigente Ruscitti - su circa 40 tamponi. Per ora sono 60 quelli inviati per le analisi, e sono 10 i positivi totali a questa variante. Oggi, quindi, viaggiamo intorno al 18-20%".

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  2. La Lombardia in zona ARANCIONE RAFFORZATO dalla mezzanotte di oggi e fino al 14 marzo
    Andrea Montanari – milano.repubblica.it – giovedì 4 marzo 2021

    Dalla mezzanotte di oggi e fino al 14 marzo tutta la Lombardia passa in zona arancione rinforzato. Da domani dunque chiudono tutte le scuole ad eccezione degli asili nido. Lo prevede un'Ordinanza dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

    Visti l’andamento della situazione epidemiologica sul territorio e le peculiarità del contesto sociale ed economico e considerato che la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani, è sospesa la didattica in presenza nelle istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, nelle istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado, negli Istituti tecnici superiori e nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore nonché nelle scuole dell’infanzia.

    Il report sintetico con i numeri aggiornati al 3 marzo che il governatore Attilio Fontana ha illustrato alla maggioranza di centrodestra che governa la Regione annuncia le nuove restrizioni. Le varianti del Covid 19 STANNO DILAGANDO in tutte le province lombarde.

    L’aumento dei posti occupati nelle terapie intensive è sempre più preoccupante. Di questo passo, gli ospedali delle zone più colpite dalla pandemia RISCHIANO IL COLLASSO. In questo momento in Lombardia ci sono 4.545 persone ricoverate e 532 in terapia intensiva, di cui 26 sono state ricoverate stamattina.

    E il report inviato ieri dalla Regione al Comitato tecnico scientifico nazionale in vista della Cabina di regia di domani rischia di essere una fotografia ormai datata. Perché relativa ai numeri di due settimane fa.

    Tra le misure previste dall’ordinanza: non si potranno raggiungere le seconde case all’interno della stessa regione, accesso limitato con una sola persona per volta nelle attività commerciali. Divieto di utilizzo delle aree gioco nei parchi, dei campi di calcio e di basket. Obbligo di mascherina sui mezzi pubblici.

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  3. Coronavirus, il pessimismo di Matteo Bassetti: "La terza ondata è arrivata e ci farà molto male"
    liberoquotidiano.it - 03 marzo 2021

    Se anche Matteo Bassetti usa toni allarmistici nell'emergenza Coronavirus, vuol dire che lo scenario è tragico. Dei peggiori. Il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova e membro dell'Unità di crisi Covid in Liguria, è certo che la terza ondata sia già iniziata. E, spiega, ci farà molto male.

    Parlando con AdnKronos salute, Bassetti ha spiegato: "Purtroppo sembra iniziata la terza ondata, ieri abbiamo avuto un aumento significativo dei ricoveri in terapia intensiva e non mi pare quindi che ci si siano più dubbi - ha premesso -. Questi numeri in risalita riguardano solo alcune Regioni e quindi sono ancora più gravi, ma se dovessero aumentare uniformemente in tutto il Paese la situazione sarebbe più complicata.

    Dobbiamo fare attenzione. Temo che questa terza ondata farà male e dobbiamo avere molta pazienza per tutto il mese di marzo, correre con le vaccinazioni e sperare che le misure di contrasto ci aiutino a ridurre il contribuito di vittime". Parole che non lasciano margini all'ambiguità.

    Sulla possibilità di inoculare una singola dose di vaccino in chi ha già avuto la Covid, Bassetti ha spiegato: "Una sola dose di vaccino per chi ha avuto la Covid è una buona cosa e ci permette di risparmiare anche le fiale di vaccino. In Italia abbiamo avuto 2,5 milioni di persone colpite con certezza, ma sicuramente saranno almeno il doppio, quindi potremmo risparmiare diversi milioni. È importante però che ci sia un'indicazione precisa in modo tale che tutti si comportino allo stesso modo". Il tempo stringe. Ora più che mai.

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