Più volte in questo blog mi sono posto la domanda retorica "ci sarà un giudice a Berlino?" anche per i cittadini danneggiati dai furbetti che hanno alterato i dati della pandemia. Queste manipolazioni sono servite per evitare che alcune Regioni/PPAA finissero in zona rossa, pur in presenza di una elevatissima circolazione virale. A mio avviso, l'aspetto più grave di tali comportamenti è stato quello di aver fornito ai cittadini una immagine riduttiva sullo stato della pandemia, inducendoli a sottovalutare i rischi di contagio con possibili gravi ripercussioni per la loro salute.
A quanto si apprende dalla stampa, almeno un giudice interessato ad approfondire l'argomento c'è:
Chissà se anche in altre parti d'Italia ci sono magistrati curiosi che abbiano voglia di far luce sulla problematica gestione dell'emergenza pandemica che ha caratterizzato tante Regioni/PPAA italiane.
Intanto nel CTS si registra un certo nervosismo:
Cito, in particolare, una dichiarazione rilasciata da un componente del CTS che mi suona familiare: "Come dire, d’ora in poi gli italiani potrebbero cominciare a chiedersi
se effettivamente la zona e il colore assegnati al territorio in cui
vivono, siano essi restrittivi o meno, corrispondono alla realtà dei
dati."
Sono ora ai domiciliari una dirigente generale del Dipartimento Regionale Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, un funzionario della Regione Sicilia, un dipendente della società che si occupa della gestione informatica dei dati dell'Assessorato alla Salute. L'inchiesta nasce dalla scoperta che in un laboratorio di Alcamo (Trapani) erano stati forniti dati FALSATI su decine di tamponi. I PM hanno avviato accertamenti che sono arrivati all’Assessorato regionale. Diverse intercettazioni confermerebbero l'alterazione dei dati inviati all’ ISS a Roma.
RispondiEliminaLe accuse sono: falso materiale ed ideologico
(medicinapertutti.it - 16 gennaio 2021)
IL FALSO MATERIALE è un reato caratterizzato dalla presenza di un ERRORE DI FORMA in un atto; può essere commesso da un Pubblico Ufficiale o da un Incaricato di Pubblico Servizio.
Esempi di falso materiale sono: (i) cancellature o aggiunte apposte con la penna (ii) utilizzo di bianchetto, che è assolutamente vietato (iii) contraffazione: il documento è stato posto in essere da persona diversa da quella che appare esserne l’autore.
L’articolo 476 del Codice Penale sancisce che il Pubblico Ufficiale che nell’esercizio delle sue funzioni, forma, in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto vero, è punito con la reclusione da 1 a 6 anni. Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede fino a querela di falso, la reclusione è da 3 a 10 anni.
IL FALSO IDEOLOGICO è un reato caratterizzato dalla presenza di un errore di contenuto in un atto; può essere commesso da un Pubblico Ufficiale o da un Incaricato di Pubblico Servizio.
Esempi di falso ideologico sono: (1) assenza della data (2) assenza di intestazione del medico (3) assenza di firma (4) attestazione di patologie false.
Il reato di falsità ideologica può essere commesso da un Esercente di un Servizio di Pubblica Necessità.
Un aspetto sul quale è bene soffermarsi è quello relativo all’elemento “psicologico” del reato che richiama, nel medico certificatore, la piena coscienza e LA VOLONTA’ di attestare il falso. IL DOLO, dunque, è un elemento assolutamente necessario per la riconoscibilità di questa fattispecie delittuosa.
L’articolo 480 del Codice Penale sancisce che il Pubblico Ufficiale che, ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque ATTESTA FALSAMENTE FATTI dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione da 1 a 6 anni. Se la falsità concerne un atto o parte di un atto, che faccia fede fino a querela di falso, la reclusione è da 3 a 10 anni.
In Trentino intanto si fanno i conti per la prox zona arancione.
RispondiEliminaAd oggi i nuovi contagi da giovedì 25 marzo sono 895, la soglia per il Trentino è pari a 1364, ne mancano 469 (max 235 al giorno per i prossimi 2 giorni).
Vedo già in questi prossimi 2 giorni il Presidente Fugatti CON IL PALLOTTOLIERE (o con il cellulare)... meno tamponi porterebbero meno contagi... magari alcuni potrebbero essere "spostati" / "spalmati" da venerdì in poi...
A volte - scrive la Corte di Cassazione - le banche non iscrivono nel bilancio corrente crediti verso clienti per “fatture da emettere” (in violazione del principio di competenza), afferendo i ricavi all’esercizio successivo...
Fugatti: "Incidenza odierna a 252, se si abbassa ancora, saremo arancioni
Eliminama abbiamo chiesto a Draghi la zona gialla"
Luca Pianesi – ildolomiti.com - 30 marzo 2021
"Con questi dati l'incidenza è pari a 252 casi ogni 100mila abitanti, IN NETTO CALO rispetto all'incidenza che avevamo giovedì scorso che era 279. Importante capire se riusciremo a scendere sotto 250 nei prossimi giorni e ci auguriamo di arrivarci già per giovedì quando ci sarà il nuovo report dell'ISS". Questo il presidente Fugatti nel presentare i dati sull'andamento epidemiologico in Trentino.
Parole di ottimismo che si augura che questa volta si traducano in realtà, visto che già la scorsa settimana il presidente aveva annunciato più volte che il Trentino sarebbe stato in zona arancione già a partire da questa settimana, anche se l'incidenza era EVIDENTEMENTE sopra la soglia critica fissata sui 250 casi ogni 100mila abitanti dall'ISS e i cittadini si sono ritrovati fermi in zona rossa.
E dopo Pasqua? Le misure contenitive hanno funzionato nelle scorse 2 settimane e i dati sono calati ad ogni livello (anche se oggi appaiono stazionari: 196 positivi e 4 decessi). Il presidente Fugatti ha parlato di un Rt da zona GIALLA.
Purtroppo non è così, perché nelle ultime 2 settimane il Trentino ha fatto segnare 1.04 e 1.02, quindi da zona ARANCIONE ed è noto che per cambiare colore bisogna stare 2 settimane in un ''livello'' diverso da quello previsto per il colore (il giallo è sotto 1 e il rosso è sopra 1,25). In ogni caso: ad oggi non è prevista una zona “gialla” per il prossimo mese, come annunciato anche dal premier Draghi.
"La richiesta nostra al Governo nazionale è che da dopo Pasqua si possa tornare anche ALLA ZONA GIALLA per quei territori che possono farlo. Abbiamo spiegato che se l'Rt della nostra provincia dovesse dimostrarsi ancora sotto l'1 come è stato nelle ultime 3 settimane e l'incidenza sotto il 250, L’AUSPICIO è che il nostro territorio possa tornare in zona arancione. Ma se il Governo dovesse cambiare le regole e reintrodurre la zona gialla, abbiamo chiesto che questo percorso valga anche per il nostro territorio".
MA SONO 2 SETTIMANE OPPURE 1 SETTIMANA?
EliminaIL GIORNO
Anche Calabria, Veneto e la provincia di Trento hanno dati al di sotto della soglia di allarme. Ma, in base alle regole attuali, SOLO LA CAMPANIA può aspirare alla promozione perché aveva numeri da zona arancione anche nel precedente monitoraggio del 26 marzo. Inoltre ha un indice Rt inferiore a 1 ed è sotto la soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti. Ma non è detta l'ultima parola.
REPUBBLICA
Da lunedì 29 marzo scattano in Italia i cambiamenti di colore. Alle otto Regioni e una Provincia autonoma (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e alla PA TRENTO) che si trovavano già in rosso, e per cui si prospettano ALTRE DUE SETTIMANE nelle stesse condizioni, si uniranno anche Valle d'Aosta, Calabria e Toscana.
FUGATTI
"I parametri principali sono incidenza e livello di Rt - ha detto il presidente - oltre al livello di ospedalizzazioni che è un dato importante ma i numeri che si tengono in considerazione sono Rt e incidenza. L'Rt nostro che verrà comunicato domani E’ PARI A 0,83 quindi è in calo rispetto alla settimana scorsa che era a 1.02 e quindi questo significa che nel valore minimo dell'intervallo siamo per la quarta settimana da zona gialla".
FUGATTI 2
"L'incidenza con i dati di oggi ci porta ad aggirarsi su 225. La scorsa settimana eravamo a 279, quella prima a 298 e quella ancora prima a 381 e quindi ora è sotto i 250. Ora - ha concluso Fugatti - è chiaro che questi numeri sono TECNICAMENTE da zona arancione, poi la classificazione e le decisioni le prenderanno l'ISS e il ministro Speranza. Certo siamo confortati da una situazione che si va alleggerendo. Anche oggi i numeri delle terapie intensive SI SONO ABBASSATI, anche se abbiamo avuto 4 decessi però la stabilizzazione viene confermata".
FANPAGE
Quali Regioni potrebbero tornare in zona arancione dopo Pasqua. Il monitoraggio di domani dell’ISS non dovrebbe cambiare particolarmente la colorazione delle Regioni italiane: solo la Campania dovrebbe passare da rosso ad arancione. Per tutte le altre serviranno DUE SETTIMANE CONSECUTIVE di dati confortanti per tornare alla fascia meno restrittiva delle due rimaste in vigore (confermata la sospensione della zona gialla fino al 30 aprile). Per alcune Regioni l’arancione potrebbe scattare il 13 aprile, altre dovranno aspettare il 20.
Purtroppo c'è stata una stratificazione di regole diverse e nessuno ha mai pensato a mettere le cose a posto. Tutto nasce dall'idea di introdurre la cosiddetta "isteresi" ovvero un meccanismo che impedisca cambiamenti troppo frequenti tra colori vicini.
EliminaLa vecchia regola, basata essenzialmente sulla stima dell'indice Rt, prevedeva che per migliorare il colore, una Regione doveva stare con Rt sotto alla soglia di riferimento per due settimane consecutive.
Questa regola è sempre valida, ma da circa in mese è stata aggiunta la nuova regola relativa alla soglia di 250 contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti. Superando questo livello, si finisce direttamente in zona rossa.
Il dato dei contagi viene valutato l'ultimo giorno disponibile prima della pubblicazione del rapporto settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità (in pratica il dato di oggi 1 aprile sarà inserito nel rapporto ISS pubblicato domani 2 aprile).
Nel definire la soglia dei contagi si sono dimenticati di introdurre l'isteresi. Avrebbero dovuto, ad esempio, parlare di 250 contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti per entrare in zona rossa e d un livello più basso per uscirne. Ma non l'hanno fatto e quindi non ha senso dire che "bisogna stare due settimane sotto i 250 contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti per uscire dalla zona rossa".
La mia interpretazione è che per tornare arancione bisogna soddisfare CONTEMPORANEAMENTE due condizioni:
1) avere avuto nell'ultima settimana meno di 250 contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti;
e
2) avere avuto nei rapporti ISS emessi durante le ultime due settimane una stima dell'indice Rt puntuale il cui intervallo di confidenza abbia un valore minimo inferiore ad 1.
Covid a Parigi, l’allarme dei medici: “Sovraccarico catastrofico,
RispondiEliminamai visto niente di simile. Saremo costretti a scegliere”
www.fanpage.it – 30 marzo 2021
L’appello di 41 tra rianimatori e medici di emergenza di Parigi, dove il Coronavirus ha ripreso a circolare in maniera significativa e dove dallo scorso 19 marzo è in vigore il lockdown: “È ancora troppo presto per vedere gli effetti della campagna di vaccinazione.
In questa situazione in cui c’è un’evidente discrepanza tra bisogni e risorse disponibili, SAREMO COSTRETTI a fare delle scelte su tutti i pazienti, Covid e non Covid, in particolare per l’accesso degli adulti alla terapia intensiva. Non possiamo tacere senza tradire il giuramento di Ippocrate che abbiamo fatto una volta”.
(NdC) Era già successo SEI MESI FA, ad ottobre 2020:
I medici: "Se costretti a scegliere, cure a pazienti che ne beneficiano di più" - celta difficile nella lotta contro il Covid che preoccupa sempre di più. I criteri che dovrebbero essere seguiti.
"Nelle situazioni emergenziali - si legge nel testo - il medico finalizza l’uso ottimale delle risorse alla salvaguardia della sicurezza, dell’efficacia e dell’umanizzazione delle cure evitando ogni discriminazione". Ma in caso si sia costretti, "è data precedenza per l’accesso ai trattamenti intensivi a chi potrà ottenere grazie ad essi un concreto, accettabile e duraturo beneficio".
Cosa sta succedendo in Trentino?
RispondiEliminaNei mesi scorsi i casi di positivi al Covid che richiedevano un ricovero erano circa il 5%.
Negli ultimi sette giorni, dal 25 al 31 marzo, si sono registrati 1.259 positivi al tampone con ben 131 ricoveri quindi oltre il 10%, malgrado la copertura vaccinale di una notevole parte degli ultra ottantenni e quasi totale dei anziani in casa di riposo.
Le rianimazioni sono arrivate a 51.
NUMERI IN LIBERTA'
RispondiEliminaI dati comunicati oggi in conferenza stampa sono: 196 in totale su 2607 tamponi, 4 i deceduti, 19 sono i nuovi ricoveri e 26 le dimissioni. Sono aumentati di 2 unità i ricoverati in terapia intensiva.
"Oggi – ha spiegato il presidente Fugatti – l’incidenza cumulata settimanale è 252, in calo rispetto ai giorni scorsi, ma sarà importante il dato dei prossimi giorni”. Ossia i numeri con i quali il Trentino arriverà a giovedì quando ci sarà la nuova classificazione. E di conseguenza la possibilità di uscire dalla zona rossa, mirando a quella gialla.
“Siamo a 8-10 mila vaccinati alla settimana. Nelle ultime 2 settimane sono arrivare circa 20 mila dosi di vaccini. La capacità vaccinale nostra è di circa 4 mila persone al giorno, ma al momento non abbiamo abbastanza dosi. Le indicazioni del Governo sono per un raddoppio dopo Pasqua, quindi 20 mila vaccini in arrivo alla settimana. E noi siamo in grado di somministrarli”.
E quindi in questa prospettiva si lavora per aprire anche per gli over 70. “Nel giro di una settimana, 10 giorni”, ha detto Fugatti.
(NdC) I dati dell’ufficio stampa dicono:
mercoledì 31 marzo >>> 95.857 dosi
mercoledì 24 marzo >>> 80.281 dosi
mercoledì 17 marzo >>> 67.853 dosi
quindi “più di 15mila dosi” l’ultima settimana, e “quasi 13 mila dosi” la settimana precedente. Partendo dal 27 dicembre 2020, siamo al giorno 95 >>> quindi IN MEDIA sono state somministrate 1000 dosi al giorno.
Secondo Agenas, le terapie intensive oggi in Trentino sono occupate al 57%, con una variazione di +4% rispetto al giorno precedente. Giovedì 4 marzo il livello di occupazione era pari al 52%.
RispondiEliminaIl Trentino è allo stesso livello di Lombardia, Piemonte, Marche.
www.agenas.gov.it/covid19/
Sicilia, dati falsi sui contagi. La «profezia» di Crisanti a novembre: «Le Regioni possono barare»
RispondiEliminaGiovanni Viafora – corriere.it - 30 marzo 2021
«I 21 criteri per decidere se una regione appartenga alla zona gialla, arancione o rossa? Mi sembrano TANTI, ma immagino che quelli fondamentali riguardino il riempimento dei posti in ospedale. NON VORREI che un provvedimento simile inducesse le Regioni a non essere totalmente trasparenti riguardo a questi dati».
Era il 2 novembre scorso quando il professor Andrea Crisanti riferiva questa considerazioni in diretta ad Agorà su RaiTre. Dichiarazioni subito riprese da tutte le agenzie e che scatenarono ovviamente immediate polemiche. «Nessuno sta mentendo, nessuno vuole minimizzare quello che sta accadendo — si sdegnò l’assessore piemontese Matteo Marnati -. Crisanti mette in dubbio la trasparenza delle Regioni? Faccia nomi e cognomi, non generalizzi. Dica le cose come stanno perché altrimenti gettare fango è indegno».
Eppure, oggi che è scoppiato il caso-Sicilia, non si può non ripensare ai dubbi espressi a suo tempo dal Direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova. «Se un presidente pensa che il suo successo politico si dimostri non chiudendo la propria regione — aveva detto Crisanti — ci sono mille modi, non dico per truccare i dati, ma PER AGGIUSTARLI, cosi per stare sotto la soglia».
Ad esempio — proseguiva Crisanti — «basta non ricoverare al momento giusto e mandare a casa persone che sono border-line. Si tratta di dati facilmente manipolabili e a livello regionale per qualche settimana si potrebbe decidere di ricoverare il meno possibile sulla pelle dei pazienti».
Infine, Crisanti faceva una chiosa proprio sul rapporto tra Stato e Regioni: «Al di là del nostro sistema sanitario regionale, la stessa Costituzione dice che in casi straordinari come questo debba essere il Governo A DARE LA LINEA, per cui trovo sensato che le Regioni attendano una decisione centrale».
Nel tragico conto odierno dei morti per Covid spiccano i 258 morti in Sicilia
RispondiEliminaANSA – 9 aprile 2021
Le vittime comunicate oggi dalla Regione Sicilia in seguito a un RICALCOLO con i dati incompleti dei mesi scorsi sono 258 e portano il totale a 5.015.
Inoltre il numero degli attuali positivi è di 21.752 con 4.475 casi in meno rispetto a ieri; anche questo dovuto a un ricalcolo dei dati incompleti sul numero dei GUARITI nelle ultime settimane: 6.022.
La Regione Sicilia ha chiarito: "Il numero di deceduti deriva da un ricalcolo effettuato con dati incompleti riferiti AI MESI PRECEDENTI, mentre il numero dei guariti deriva da un ricalcolo effettuato con dati incompleti riferiti alle ultime 2 settimane".
Nei giorni precedenti i dati dei decessi in Sicilia sono stati i seguenti:
11 – giovedì 8 aprile
16 – giovedì 8 aprile
13 – mercoledì 7 aprile
20 – martedì 6 aprile
21 – lunedì 5 aprile
14 – domenica 4 aprile
15 – sabato 3 aprile
Musumeci: "La Sicilia non nasconde morti e guariti"
RispondiEliminatgcom24.mediaset.it – 10 aprile 2021
Il Governo siciliano "non vuole nascondere né i morti né i guariti" legati al Coronavirus. E' quanto afferma il Presidente della Regione, Nello Musumeci, riferendosi ai 258 decessi e ai 6mila guariti ricalcolati venerdì utlimo scorso e che hanno scatenato polemiche. "Noi sappiamo essere falchi e colombe, ma in questo caso non vogliamo essere né l'uno e né l'altro. I siciliani devono sapere che al governo c'è gente perbene", aggiunge Musumeci.