A inizio luglio ci dicevano che il virus fosse "clinicamente morto". Poi i contagi sono aumentati, ma i contagiati erano "tutti asintomatici". Poi hanno detto che "le terapie intensive sono sostanzialmente vuote", ma nell'arco delle ultime due settimane il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva è sostanzialmente raddoppiato. In Trentino sento il Presidente pro-tempore della Provincia vantarsi del fatto che "non abbiamo alcun malato Covid ricoverato in terapia intensiva". Purtroppo nel corso degli ultimi quattro giorni il Trentino ha pianto 5 lutti (più del triplo di quanto atteso in base alla media nazionale). Io mi domando: "perché tanti decessi se i reparti trentini di terapia intensiva non ospitano malati Covid?" Riconosco i miei limiti, ma non capisco.
Veniamo ora alla dura realtà dei numeri, partendo da coloro che sono attualmente positivi (punti verdi). Nel corso dell'ultima settimana c'è una evidente crescita dei contagi: notate i punti di quest'ultima settimana che sono ben separati gli uni dagli altri a differenza di quanto succedeva nelle settimane precedenti. Nei prossimi giorni la semplificazione delle procedure per riconoscere la guarigione di chi è stato virologicamente positivo porterà probabilmente ad una contrazione del numero delle persone che risultano ufficilamente "attualmente positive". Attenzione però: se anche ci fosse una contrazione sarebbe solo temporanea e legata a puri motivi statistici. Se non si riduce il numero dei nuovi contagi (oggi sfiorano quota 6.000) il numero degli attualmente positivi è destinato fatalmente a crescere.
Tutti i grafici mostrati in questo post sono basati su dati del Ministero della Salute diffusi dalla Protezione Civile Nazionale |
Ferma restando le responsabilità dei singoli che con i loro comportamenti sconsiderati possono recare gravi danni alle persone più fragili (non necessariamente solo ai grandi anziani), sembra completamente saltata la capacità di gestione della pandemia a livello complessivo. Ci sono innumerevoli esempi di come i sistemi di trasporto pubblico presentino criticità e siccome le Regioni/PPAA non sono riuscite a realizzare un sistema di trasporto locale adeguato ecco l'idea geniale di chiudere le Scuole e tornare alla didattica a distanza. Ovviamente, nel frattempo, nessuno si è preoccupato di risolvere i problemi che tale modalità didattica aveva sollevato durante i caotici mesi di fine inverno. Che dire: chapeau!
Come avrete capito, non sono molto ottimista e qui mi fermo.
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