domenica 11 ottobre 2020

Italia e Germania: due approcci diversi al monitoraggio della pandemia


In questo post vorrei affrontare il tema specifico della raccolta e dell'analisi dei dati relativi alla pandemia e mostrare i diversi approcci fin qui seguiti da Italia e Germania.

Ambedue i Paesi fanno riferimento ad una struttura articolata a livello territoriale per la raccolta dei dati: In Italia si fa riferimento alle Regioni/PPAA, mentre in Germania i dati vengono raccolti a livello di distretti, territori sufficientemente piccoli per fornire una visione dettagliata della circolazione del virus nelle diverse zone del Paese. Qui di seguito riporto la mappa dei nuovi contagi settimanali aggiornata a ieri 10 ottobre, così come è stata pubblicata dal Robert Kock Institut (RKI) ieri sera. 

Tratto da RKI

Per confronto, mostro l’ultima mappa dei contagi registrati in Italia pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) lo scorso 9 febbraio. Notiamo che vengono riportati i dati assoluti invece di quelli normalizzati per numero di abitanti. In questo modo il Trentino che pure ha una delle densità di contagi più elevati, appare come una zona di colore “chiaro”. Il confronto tra la mappa tedesca e quella italiana è abbastanza esplicativo: la mappa tedesca è aggiornata, chiara e dettagliata. La mappa italiana contiene dati ormai vecchi e superati, non è normalizzata e quindi non fornisce la giusta informazione, inoltre mancano i dettagli all’interno delle regioni che non ci permettono di cogliere eventuali situazioni di criticità che siano localizzate solo ad alcune parte dei territori regionali. 
Tratto da ISS pubblicato il giorno 8 ottobre

Che il rapporto ISS non sia un esempio di accuratezza ce ne accorgiamo leggendo la prima pagina dove viene puntigliosamente indicato il modo con cui citare il rapporto in eventuali pubblicazioni scientifiche. Peccato che i redattori del documento si siano dimenticati di aggiornare la citazione che è evidentemente sbagliata! 
 
Tratto da ISS

Fin qui abbiamo parlato di dettagli, ma la vera differenza, anche ai fini dell’utilità pratica dei dati raccolti la vediamo quando affrontiamo il tema della stima del ben noto indice di trasmissione del contagio R. Spesso sentiamo parlare di quest’indice come un elemento fondamentale per decidere in tema di azioni di contenimento della circolazione del virus. Ma la domanda che dovremmo farci è: quanto sono attendibili ed aggiornate le stime di R che si fanno in Germania e in Italia. Gli approcci seguiti dai due Paesi sono molti diversi. 
 
Tratto da RKI

In Germania, RKI utilizza la tecnica del nowcasting per stimare l’indice R con il minor ritardo possibile. Ogni giorno il valore della stima viene aggiornato e reso pubblico. Ad esempio, ieri sera 10 ottobre sono state pubblicate le stime ottenute con due metodi diversi (rispetto al numero di giorni su cui la stima è mediata) che sono riportate nel report serale che RKI rilascia giornalmente, sia in tedesco che in inglese (vedi sopra). Andando a leggere gli allegati associati al report RKI si vede che la stima mediata a 4 giorni contiene i dati relativi ai contagi fino al 6 ottobre, mentre quella mediata a 7 giorni, contiene i dati fino al 5 ottobre.

Vediamo cosa ci dice a proposito del fattore R il rapporto ISS pubblicato lo scorso 8 ottobre. Il dato è riassunto nella figura seguente:

Tratto da ISS

In Italia, persiamo tempo a stimare i valori di R su base regionale che, soprattutto per le Regioni/PPAA più piccole, hanno uno scarso significato statistico. Le barre d’errore sono talmente ampie da rendere assurdo qualsiasi tentativo di confronto basato sui valori medi (come talvolta leggiamo sulla stampa). Il dato nazionale (in alto nella figura) è certamente più accurato, ma di scarsa utilità perché corrisponde ad una media su due settimane nei giorni che arrivavano fino al 30 settembre (pubblicata lo ricordo il giorno 8 ottobre). In pratica, prima che il dato ISS tenga pienamente conto di quello che è successo dall'inizio di ottobre in poi dovremo attendere il prossimo 22 ottobre (data in cui sarà reso noto il rapporto ISS che riporterà la stima riferita al periodo 1-14 ottobre).

Riassumendo, dati il più possibile accurati ed aggiornati giornalmente forniti in Germania, mentre in Italia abbiamo dati meno accurati, in ritardo ed aggiornati solo su base settimanale. Se i decisori politici dovessero affidarsi ai dati ISS per prendere le loro decisioni rischierebbero di lavorare su basi fragili. Questo è un grosso problema, specialmente in momenti in cui la dinamica della pandemia sta mostrando una forte accelerazione come in questo momento.

C’è da dire che la Germania ha potuto contare sul contributo del Robert Kock Institut, una istituzione di eccellenza nel campo della infettivologia che fa riferimento diretto al Ministero federale della salute tedesco. L’Istituto Superiore di Sanità è una istituzione con una grande storia ed è un punto di riferimento essenziale per il sistema sanitario italiano. Si tratta tuttavia di una istituzione “ad ampio spettro” che copre numerosi settori di attività. Di fronte alla sfida della pandemia il Dipartimento dell’ISS che si occupa di malattie infettive era probabilmente sottodimensionato e ha dovuto frettolosamente recuperare competenze aggiuntive, non sempre ottimali. In tempi di pandemia, la scarsità di investimenti che caratterizza da sempre la ricerca italiana ha prodotto molti effetti negativi.





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