Ogni giorno nel mondo si buttano molti milioni di mascherine FFP2 (o N95 secondo una notazione alternativa). Si tratta di dispositivi monouso che, dopo circa 8 ore di utilizzo, devono essere sostituiti. Oltre al costo, c'è da considerare anche un impatto ecologico tutt'altro che trascurabile perché le mascherine non vengono riciclate.
Se cercate in Internet, potete trovare le ricette più fantasiose per riutilizzare le mascherine. Purtroppo chi si fida di soluzioni estemporanee rischia di ritrovarsi con mascherine che hanno perso gran parte della loro capacità filtrante. In certi casi, le mascherine riciclate possono diventare addirittura pericolose a causa della presenza di composti chimici che, dopo esser stati usati per la sterilizzazione, impregnano i tessuti interni e vengono inalati dal malcapitato utilizzatore.
Un lavoro pubblicato su American Journal of Infection Control affronta in modo sistematico il problema del riutilizzo delle mascherine FFP2. Il lavoro è stato scritto da un gruppo di ricerca israeliano che ha dimostrato come le mascherine FFP2 vendute come "usa e getta" possano essere riciclate almeno 25 volte, dopo averle sanificate con una particolare procedura che ne mantiene intatte le caratteristiche di filtrabilità, senza alterare le loro proprietà meccaniche e chimiche.
Se state pensando di riciclare le mascherine FFP2 che indossate quotidianamente per prendere l'autobus dovrò deludervi. La procedura non è né breve, né semplice anche se è basata su un prodotto che conosciamo tutti: il perossido di idrogeno, più noto come acqua ossigenata.
Purtroppo non basta immergere la mascherina in una soluzione di acqua ossigenata, ma bisogna ricorrere ad un procedimento noto come VHP, acronimo di Vaporized Hydrogen Peroxide. Il processo può richiedere fino ad 8 ore di tempo ed avviene sotto vuoto (alla pressione tipica di 1-10 mbar) con una atmosfera di fondo ricca di perossido di idrogeno. La temperatura di esercizio può variare, a seconda della configurazione, tra 25 e 40°C.
Il processo di sterilizzazione tramite VHP è comunemente utilizzato per la sanificazione di diversi tipi di materiali sanitari che non sopportano un trattamento a temperature elevate. Sotto opportune condizioni, VHP funziona bene anche per le mascherine.
Le organizzazioni che fanno un largo utilizzo di mascherine FFP2 (ma un discorso analogo si può facilmente estendere alle FFP3) potrebbero realizzare interessanti risparmi riciclando le mascherine, dando anche un segnale verso una riduzione dell'impronta ecologica delle loro attività.
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