Proprio nel momento in cui Israele - primo Paese al mondo - si appresta a somministrare il vaccino Pfizer-BioNTech ai ragazzi di età compresa tra i 12 e 15 anni, il Ministero della Salute israeliano ha riferito dell'esistenza di un probabile legame tra la somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTech e l'incremento di casi di miocardite, un'infiammazione del muscolo cardiaco, riscontrato - in particolare - nei giovani maschi. Le prime notizie circa la possibile reazione avversa indotta dal vaccino erano state diffuse poco più di un mese fa, ma ieri sono stati forniti i primi dati quantitativi.
Secondo il Ministero, da dicembre 2020 a maggio 2021 sono stati segnalati 275 casi di miocardite di cui 148 entro 30 giorni dopo la somministrazione del vaccino. A quanto pare la frequenza dei casi dopo la seconda dose è nettamente maggiore rispetto a quella evidenziata dopo la prima dose. Complessivamente in Israele sono state somministrate oltre 10 milioni di dosi vaccinali. Sui circa 150 casi riscontrati entro 30 giorni dalla vaccinazione, circa la metà hanno riguardato persone con preesistenti problemi cardiaci. Il 95% dei casi segnalati non sono stati classificati come gravi e si sono risolti entro pochi giorni dal momento della segnalazione. La probabilità di miocardite è stata più elevata per i maschi di età inferiore ai 30 anni, ed in particolare tra i ragazzi di età compresa tra 16 e 19 anni.
I pochi numeri disponibili non permettono, almeno per il momento, di dedurre informazioni statisticamente affidabili, ma il fatto che ci sia una relazione tra i casi di miocardite rilevati e la somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTech sembra abbastanza certo. Poiché Israele ha utilizzato solo questo tipo di vaccino non è possibile capire se gli eventi avversi segnalati siano tipici di questo vaccino, oppure se possano accadere anche a seguito della somministrazione di altri tipi di vaccino. Negli Stati Uniti, CDC ha emanato una allerta per casi di miocardite tra i giovani relativa a tutti i vaccini ad mRNA, ma - almeno per il momento - non ha ancora fornito informazioni quantitative.
I dati comunicati dal Ministero della Salute israeliano sono particolarmente importanti nel momento in cui diversi Paesi si apprestano a vaccinare i ragazzi fino all'età di 12 anni e mentre i produttori dei vaccini stanno sperimentando nuove formulazioni pediatriche per i bambini di età compresa tra 6 mesi ed 11 anni. Sappiamo che la Covid-19 non presenta elevati livelli di rischio per bambini e adolescenti, a meno che non siano affetti da particolari patologie. La vaccinazione di massa dei più giovani ha senso soprattutto per raggiungere la cosiddetta "immunità di gregge".
In pratica, si chiede ai giovani di vaccinarsi per proteggere le persone più anziane e fragili, evitando di costituire una sorta di serbatoio che potrebbe favorire la circolazione del virus in forma endemica. Ovviamente va fatto un attento bilancio tra rischi e benefici e quindi, prima di avviare campagne di vaccinazioni di massa dei più giovani, sarebbe bene capire se esista per loro un rischio non trascurabile di particolari reazioni avverse.
Rezza: “Miocarditi nei giovanissimi dopo Pfizer? Infiammazioni lievi.
RispondiEliminaMa aspettiamo dati più completi, gravità sembra non esserci”
il Fatto Quotidiano | 4 Giugno 2021
“Miocarditi nei giovanissimi vaccinati con Pfizer in Israele e negli Usa? Ancora non ci sono valutazioni definitive. È stato segnalato QUALCHE CASO di miocardite, apparentemente lieve e che si risolve in poche settimane, tra i giovani tra i 16 e i 20 anni. Quello che si sta cercando di valutare è l’eccesso di miocarditi in questa fascia di età, soprattutto nei ragazzi di sesso maschile”.
Così Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, durante la conferenza stampa della cabina di regia sul monitoraggio dell’epidemia da Covid-19, rispondendo ad una domanda de ilfattoquotidiano.it sugli studi negli Usa dei CDC e in Israele del ministero della Sanità.
I dati di Tel Aviv indicano che 275 giovani israeliani, che hanno ricevuto il vaccino anti-Covid di BioNtech, hanno sviluppato miocarditi.
“Al momento non ci sono dati definitivi – aggiunge Rezza – Qualcuno sostiene che poiché i giovani in genere superano molto brillantemente la malattie, forse non vale la pena vaccinarli, ma se non si vaccinano continuano a trasmettere l’infezione, anche a persone particolarmente fragili”. Quindi, conclude, “prima di esprimere un giudizio definitivo su questo, ATTENDIAMO dati più completi su questa reazione avversa, anche sulla gravità che sembra non esserci”, conclude Rezza.