mercoledì 19 gennaio 2022

Rilevare la positività nei bambini: la limitata sensibilità dei test rapidi antigenici e l'alternativa che in Trentino ci sarebbe, ma non usiamo

La rivista British Journal of Medicine (BJM) Evidence-Based Medicine ha pubblicato una meta-analisi che analizza 17 precedenti pubblicazioni relative all'utilizzo dei test antigenici a flusso laterale, comunemente utilizzati per cercare le positività tra gli alunni di asili e scuole primarie della Gran Bretagna. I risultati dello studio hanno valenza generale e possono essere applicati anche ad altri Paesi.

In momenti come questo, quando - anche in Italia - si susseguono le notizie su nuove classi chiuse a causa dei contagi, può essere interessante ribadire quale sia il grado di attendibilità atteso quando si usano i tamponi antigenici. In estrema sintesi, il lavoro pubblicato su BJM ci ricorda che:

  1. Per i bambini con sintomi la sensibilità media dei tamponi rapidi antigenici è pari a circa il 72%. In altre parole, oltre 1/4 dei positivi non vengono riconosciuti, fornendo un risultato falso negativo.
  2. Per i bambini asintomatici la sensibilità media scende al 56%, fornendo un risultato falso negativo per quasi la metà dei bambini positivi.
Questi risultati non ci sorprendono, ma ci fanno capire quanto siano effimere le strategie di contenimento della diffusione dei contagi all'interno di Scuole materne ed elementari, considerato che molti positivi (contagiosi) sfuggono ai controlli basati sui tamponi antigenici.

Nel caso specifico del Trentino, spiace rilevare che, dopo aver investito ingenti capitali e risorse umane, per la messa a punto di un sistema di rilevazione di positivi in età pediatrica basato sull'accoppiata tampone salivare/analisi PCR, il sistema rimanga ampiamente sottoutilizzato e si continui, anche da noi, a fare un largo uso di tamponi antigenici per la diagnostica dei bambini. 
 
Questa storia meriterebbe un serio approfondimento perché non sono pochi i soldi pubblici spesi, mentre i risultati sono stati piuttosto scarsi. Sono stati invocati problemi di natura burocratica dando, come al solito, la colpa "a Roma", ma - almeno limitatamente all'uso nelle Scuole - credo che la Provincia avrebbe potuto fare molto di più (gli spazi decisionali legati all'Autonomia ci sono e non si possono usare solo per cercare di eludere le norme nazionali).

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