Se i no-vax di casa nostra vi sembrano quantomeno imprudenti, sappiate che non c'è limite al peggio. Israele, alle prese con una forte diffusione del virus (anche se i dati dell'ultima settimana mostrano finalmente un consistente calo dei nuovi contagi), ha avviato un programma per la somministrazione di anticorpi monoclonali (Regen-COV) ai pazienti a rischio che sono stati trovati positivi al virus e potrebbero ritrovarsi, entro pochi giorni, tra i ricoverati in gravi condizioni.
Attualmente il livello dei pazienti classificati come gravi è più o meno stazionario e oscilla intorno a quota 700. Tale dato non è molto distante dal limite massimo (circa 1.000 casi) dei pazienti gravi che le Autorità sanitarie ritengono di poter trattare senza intaccare il livello di assistenza per coloro che soffrono di gravi patologie non Covid. Tuttavia - nei giorni scorsi - è già stata segnalata la saturazione di alcuni dispositivi medici ed in particolare degli ECMO (ossigenatori extra-corporei) che devono essere utilizzati per trattare i pazienti in condizioni più critiche. Attualmente Israele dispone di circa 50 dispositivi ECMO, di cui 37 utilizzati da pazienti Covid (31 di loro non sono vaccinati e la maggioranza ha meno di 60 anni). Sono già stati segnalati casi di pazienti affetti da altre gravi patologie che sono deceduti senza poter essere sottoposti al trattamento ECMO così come previsto dai protocolli di cura.
Gli ultimi dati provenienti da Israele confermano che i casi gravi comprendono una forte presenza di cittadini non vaccinati. Parliamo infatti di circa 170 malati gravi per ogni 100 mila abitanti non vaccinati, contro i 4 casi gravi ogni 100 mila abitanti rilevati tra coloro che hanno già ricevuto la terza dose vaccinale. Per coloro che sono stati vaccinati con 2 dosi, ma non hanno ancora fatto il richiamo, i casi gravi sono 35 per ogni 100 mila abitanti.
Come riferito dalla stampa israeliana, spesso i non vaccinati contagiati a cui viene proposto di ricevere il trattamento con anticorpi monoclonali rifiutano il farmaco. A quanto pare, non vogliono essere curati e sembra che la questione sia legata - per molti di loro - a questioni di carattere religioso. La situazione sta creando non poco imbarazzo tra le Autorità sanitarie israeliane e alcuni medici si sono spinti a parlare di "tendenze suicide".
Talvolta gli approcci religiosi troppo integrali giocano brutti scherzi.
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