Le agenzie di stampa di tutto il Mondo hanno dato ampio risalto alle dichiarazioni del Ministro della salute tedesco, Jens Spahn che - con brutale realismo - ha dichiarato: "Wahrscheinlich wird am Ende dieses Winters jeder geimpft, genesen oder gestorben sein" (entro la fine di questo inverno, è probabile che tutti - i cittadini tedeschi - saranno vaccinati, guariti o morti).
Il Ministro della salute tedesco Jens Spahn (Foto: Bernd von Jutrczenka/dpa) |
Altri, più diplomatici, avrebbero detto che - considerata l'attuale circolazione del virus - coloro che non hanno difese immunitarie (perché non si sono vaccinati o non si sono già ammalati di Covid-19) hanno una elevatissima probabilità di contagio, inclusa quella di contrarre forme gravi o addirittura letali della malattia. In fondo è quello che succede nei Coronaparty che vengono organizzati in Sud Tirolo, dove i più irriducibili no-vax di lingua tedesca si raggruppano per scambiarsi birra e virus, con il rischio di ritrovarsi - qualche giorno dopo - ad intasare le corsie degli ospedali.
Ma siamo davvero sicuri che il problema dei no-vax possa trovare - per così dire - una "soluzione naturale"? La risposta è probabilmente no.
Non c'è dubbio infatti che chi si contagia acquisisca una certa immunità. Ma è anche vero che - mediamente - questo livello di protezione è inferiore rispetto a quello di una persona vaccinata e svanisce nel giro di alcuni mesi. Tanto è vero che - anche per chi ha contratto la malattia - è raccomandata la somministrazione di almeno una dose vaccinale, una sorta di richiamo da fare prima che sia passato troppo tempo dal momento della guarigione.
Nei Paesi come la Germania, dove c'è una forte presenza di no-vax, il rischio è quello che - anche assumendo che le previsioni del Ministro Spahn si realizzino - durante il prossimo autunno 2022 ci sia ancora una forte presenza di persone non vaccinate che, nel frattempo, hanno perso la limitata immunità acquisita con la malattia. Questa situazione potrebbe favorire l'insorgenza di una nuova ondata pandemica, prolungando oltre ogni ragionevole limite l'impatto sanitario, economico e sociale della pandemia.
Se vogliamo veramente uscire dalla pandemia è necessario che si espanda al massimo la campagna vaccinale, raggiungendo il maggior numero possibile di persone e praticando su vasta scala i necessari richiami.
Al momento, non possiamo ancora sapere quale sarà la durata temporale della copertura garantita dalla terza dose. Si fanno delle ipotesi, ma sono tutte un po' campate in aria. Nell'autunno 2022 potrebbe essere necessario fare una ulteriore dose di richiamo, esattamente come si fa ogni anno per l'influenza. Non sarebbe un dramma e soprattutto ci permetterebbe di affrontare l'inverno 2022-23 senza le ansie che stiamo sperimentando attualmente. Soprattutto se, tra di noi, ci saranno pochi no-vax che, con il loro atteggiamento antiscientifico, sono i migliori alleati del virus.
È presto per cantare vittoria perché non è detto che si riesca a scongiurare una "massiccia quinta ondata", come ha avvertito anche il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach (Spd, in carica dal 7 dicembre scorso) che potrebbe essere provocata dal rapido diffondersi della variante omicron.
RispondiEliminaPer ora soltanto il 20 per cento dei nuovi infetti in Germania è attribuibile all'ultima mutazione del Covid. Ma la tendenza è in forte aumento.
Secondo l'Istituto Koch "i dati raccolti finora sui sintomi fanno pensare a un decorso poco grave, nel caso di persone completamente vaccinate o che hanno fatto il richiamo".
E la buona notizia per Berlino, confermata proprio ieri dal ministro-epidemiologo, è che una percentuale alta di tedeschi è già corsa a fare il "booster". L'obiettivo dell'esecutivo di 30 milioni di persone tri-vaccinate entro la fine dell'anno, ossia oltre un terzo della popolazione, è stato raggiunto.
da repubblica.it