In questi giorni, la cosiddetta Great London (Grande Londra, area amministrativa che comprende e circonda la città di Londra e contiene complessivamente circa 8.9 milioni di abitanti) sta diventando un gigantesco laboratorio, fondamentale per capire quale potrà essere l'impatto della variante Omicron su una comunità che ha fatto della vaccinazione il più importante (e per lungo tempo esclusivo) strumento di contrasto alla pandemia.
Oggi, quasi la metà dei nuovi casi accertati a Londra e dintorni è costituito dalla variante Omicron. Si prevede che, entro pochi giorni, Omicron possa diventare dominante, soppiantando progressivamente il precedente ceppo Delta.
Se questa previsione fosse realizzata, possiamo presumere che un evento simile potrà ripetersi, nelle settimane successive, anche nel resto d'Europa. Ancora una volta, Londra e l'Inghilterra hanno confermato il loro ruolo di "apripista" per le nuove varianti virali: è successo all'inizio del 2020 con la variante Alpha, nata proprio nel Kent. A giugno, Londra ha fatto da base per l'espansione europea della variante Delta, nata originariamente in India e in questi giorni, sembra che si stia ripetendo lo stesso schema con la variante Omicron, originaria del Sud Africa.
Capire quello che succederà nella Grande Londra nel corso dei prossimi giorni può essere molto utile per tutti, inclusi noi italiani che - probabilmente - ci ritroveremo ad affrontare gli stessi problemi con un ritardo di qualche settimana.
Al momento, la situazione è quella schematizzata nelle figure seguenti:
Andamento dei contagi nella zona della Grande Londra |
Suddivisione dei contagi registrati nella Grande Londra in base alle classi d'età |
Stato vaccinale della popolazione della Grande Londra |
Nel corso dell'ultimo mese si nota una crescita dei contagi, concentrata soprattutto nelle classi d'età più giovani e meno vaccinate. Confrontando i dati dell'ultimo mese con quelli dello scorso mese di gennaio (picco associato alla variante Alpha) si nota una completa inversione nella distribuzione d'età dei contagiati. Attualmente i contagi sono decisamente meno frequenti per i cittadini oltre i 60 anni (linea verde e viola), mentre salgono decisamente quelli per la classe d'età 0-14 anni, scarsamente vaccinata, che - durante lo scorso mese di gennaio era quella meno esposta al contagio. Un effetto simile è stato osservato anche in Italia ed è chiaramente correlato all'introduzione del vaccino (che a gennaio, anche in Inghilterra, non era ancora molto diffuso).
Il dato assoluto dei contagi mostra, nel corso delle ultime settimane, una risalita solo in parte attribuibile alla comparsa della variante Omicron (che è stata segnalata solo 2 settimane fa). Attualmente il livello dei contagi è circa doppio rispetto al livello medio registrato tra lo scorso agosto e l'inizio di novembre.
Se osserviamo il dato dei ricoveri ospedalieri, non si nota almeno fino ad oggi una sostanziale variazione rispetto alle settimane precedenti. Questa osservazione è coerente con il fatto che il recente incremento dei contagi ha colpito prevalentemente le persone più giovani e quindi meno esposte ai rischi di gravi complicanze.
Pazienti ricoverati nei reparti Covid degli ospedali londinesi |
Anche l'andamento recente dei decessi mostra - al netto di ampie oscillazioni - una tendenza alla stabilità:
Decessi settimanali legati alla Covid-19 registrati negli ospedali londinesi. Questo dato comprende circa il 75% di tutti i decessi Covid |
Confronto tra i decessi avvenuti dall'inizio di gennaio 2020 in poi (linea azzurra) ed i dati medi dei decessi (per qualsiasi tipo di causa) registrati nell'area londinese negli anni precedenti alla pandemia (linea grigia). Si nota che, grazie alle vaccinazioni di massa, l'impatto della pandemia sulla mortalità generale è nettamente diminuito. Da luglio 2021 in poi, malgrado l'aumento dei contagi, non si vedono effetti della pandemia sulla mortalità generale che siano statisticamente apprezzabili |
Per il momento, non possiamo trarre conclusioni significative perché sappiamo che il tempo medio che intercorre tra contagi, ricoveri e decessi è pari ad almeno 1-2 settimane. Quindi, se anche la variante Omicron diventasse rapidamente la variante dominante nell'area londinese, non si dovrebbero osservare effetti significativi su ricoveri e decessi prima della fine dell'anno.
Le prossime 2 settimane saranno critiche per capire quale sarà il concreto impatto di Omicron, non solo a Londra, ma anche in tutto il resto d'Europa.
C'è da dire comunque che nel caso della variante Delta l'Inghilterra fu travolta mentre da noi abbiamo avuto lo stesso impatto.
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