Un gruppo di ricerca internazionale che fa riferimento all'Imperial College (Londra, UK) ha pubblicato un rapporto (non ancora sottoposto alla valutazione di referee esterni) nel quale si tenta di stimare l'efficacia dei vaccini rispetto ai contagi indotti dalla variante Omicron. Il lavoro combina una serie di informazioni sperimentali con modelli di tipo matematico e fornisce risultati che si devono intendere come assolutamente preliminari.
Chi ha ricevuto 3 dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, 30 giorni dopo la somministrazione della terza dose (booster) avrebbe una protezione contro il decesso pari al 98,7% per i contagi indotti dalla variante Delta e del 91,7% per la variante Omicron. Tali percentuali scenderebbero rispettivamente al 97,2% e all'83,7%, una volta trascorsi 3 mesi dopo la somministrazione della terza dose.
Ricordo che le stime del calo d'efficacia in funzione del tempo passato dopo la somministrazione della terza dose, sono solo il frutto di un modello teorico e non sono sostenute da dati sperimentali (che, per la variante Omicron, ancora non esistono). Tutte le stime di efficacia vaccinale presentate in questo lavoro dipendono criticamente da un modello matematico che potrebbe essere molto impreciso e quindi vanno considerate con una certa cautela. A questo proposito, il materiale supplementare allegato al rapporto contiene (pag. 29 - 31) 3 tabelle dove vengono riportate le stime dell'efficacia vaccinale ottenute partendo da diverse assunzioni di base. I risultati sono, da un punto di vista qualitativo, simili, ma i valori dell'efficacia - soprattutto rispetto alla variante Omicron - variano sensibilmente.
Se vogliamo vedere la bottiglia "mezza piena", indipendentemente dalle assunzioni fatte, almeno per quanto riguarda i contagi più gravi non ci dovrebbe essere quella sorta di "evasione dal vaccino" che taluni avevano pronosticato.
Ovviamente gli effetti pratici della variante Omicron, oltre che dal grado di protezione garantito dai vaccini, dipenderanno anche dalla circolazione complessiva del virus. Se il numero di contagi dovesse subire un incremento "esplosivo", i casi seri, anche se percentualmente limitati rispetto ai contagi complessivi, diventerebbero comunque numerosi e produrrebbero un forte impatto sia sui ricoveri ospedalieri che sui decessi.
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