La rare forme di trombosi che sono state scoperte, come effetto collaterale, nella somministrazione dei vaccini Covid sviluppati da AstraZeneca e Johnson & Johnson hanno avuto una ampia eco nel dibattito che ha accompagnato la campagna vaccinale. Da una parte, l'individuazione di questi rari effetti avversi - più frequenti nelle giovani donne - ha dimostrato la capacità di sorvegliare gli effetti indesiderati dei vaccini in quella che è stata - a tutti gli effetti - la campagna vaccinale più massiccia in tutta la storia dell'Umanità. Dall'altra, questi eventi sono stati benzina sul fuoco per le proteste no-vax, sempre attente a sottolineare i possibili limiti dei vaccini, dimenticando i milioni di vite umane che la vaccinazione anti-Covid ha consentito di salvare.
La ricerca è andata comunque avanti e ieri un gruppo di ricerca anglo-americano ha pubblicato un articolo nel quale si propone una possibile spiegazione per l'origine delle rare forme di trombosi indotte dalla somministrazione del vaccino. Secondo quanto sostenuto dai ricercatori, il responsabile di tali effetti sarebbe lo stesso adenovirus che viene utilizzato come vettore virale. In particolare, ci sarebbe una certa tendenza dell'adenovirus a formare aggregati stabili con la proteina PF4 (Platelet Factor 4) che - sotto determinate circostanze - potrebbero indurre il processo che porta alle trombosi. I risultati sono stati ottenuti tramite sofisticate tecniche di simulazione al computer e sono stati confermati sperimentalmente tramite analisi di risonanza plasmonica di superficie.
I risultati pubblicati ieri non descrivono in dettaglio tutta la sequenza dei processi che portano alle rare forme di trombosi, ma solo l'evento iniziale, quello che che è comunque determinante per l'innesco del processo. Poiché l'evento è legato alle caratteristiche dell'adenovirus (sono stati studiati 3 diversi tipi di adenovirus utilizzati in diverse composizioni dei vaccini a vettore virale), non sembra facile trovare una strada per eliminare questi eventi avversi alla radice.
Tuttavia, il fatto che sia stato individuato un processo che potrebbe essere determinante per produrre le rare trombosi, apre le porte ad ulteriori studi e ad un eventuale miglioramento degli attuali vaccini. Senza contare che, nel frattempo, sono stati definiti meglio i protocolli da utilizzare per individuare e trattare precocemente i pazienti affetti da tali rare forme di trombosi (che si possono verificare - lo ricordo - anche in caso di somministrazione di eparina), contribuendo a ridurre drasticamente i rischi per chi si vaccina.
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