Come anticipato la scorsa settimana, è in atto una risalita dei contagi che non è dovuta soltanto al forte aumento dei tamponi antigenici associato al rilascio dei green-pass.
Si nota che i contagi erano in lenta riduzione fino all'inizio di ottobre (variazione percentuale negativa). In concomitanza con l'estensione del green-pass sui posti di lavoro (metà ottobre) si nota una discontinuità che ha determinato il passaggio alla fase di incremento dei contagi, legata - in parte - al consistente incremento del numero di tamponi. I dati degli ultimi 3 giorni mostrano un incremento percentuale leggermente inferiore rispetto a quelli dei giorni precedenti, ma è troppo presto per valutare se si tratta di un segnale reale oppure di una semplice fluttuazione statistica.
- Stagionalità della circolazione virale associata alla chiusura delle attività all'aperto che avevano caratterizzato la stagione estiva.
- Calo dell'efficacia vaccinale per coloro (personale medico e grandi anziani) che erano stati vaccinati per primi e non hanno ancora ricevuto la terza dose vaccinale.
- Fenomeni localizzati di forte diffusione del contagio associati alle manifestazioni no-vax/no-pass che stanno interessando il Paese (vedi Trieste).
Risulta evidente l'urgenza di somministrare la terza dose vaccinale senza ulteriori ritardi.
Quanto ai contagi avvenuti tra no-vax si tratta di episodi che confermano la forte contagiosità della variante Delta, ma sono comunque numericamente limitati (i partecipanti alle proteste fanno tanto rumore, ma non sono molti in numero assoluto e spesso si spostano da una città all'altra per dare maggiore visibilità alle loro manifestazioni).
In termini di impatto sulla pandemia, è molto più importante l'effetto quotidiano prodotto dai non vaccinati a contatto con il resto della popolazione. I non vaccinati - oltre a contrarre più facilmente il virus - sono anche mediamente più contagiosi rispetto ad un vaccinato virologicamente positivo. La presenza - a seconda delle classi d'età - di una quota della popolazione non vaccinata compresa tra il 5 ed il 25% (da cui andrebbero tolti coloro che non hanno fatto il vaccino, ma hanno contratto la Covid-19 nel corso dell'ultimo anno), causa il raddoppio del numero dei decessi e produce un forte aumento dei contagi soprattutto per le classi d'età inferiori ai 40 anni.
Finché ci sarà una quota non trascurabile di non vaccinati e se non si faranno le terze dosi a chi è stato vaccinato ad inizio 2021, rischiamo di osservare una serie di ondate pandemiche che potrebbero mettere sotto pressione il nostro sistema sanitario, costringendoci a nuove chiusure, con i conseguenti gravi danni di natura economica e sociale.
Come scrivevo all'inizio di questo post, l'ultima settimana ha visto un aumento dell'occupazione dei reparti Covid degli ospedali italiani: oggi il numero è risalito sopra la soglia delle 3 mila persone ricoverate.
Anche il dato dei nuovi ricoveri in terapia intensiva mostra una piccola risalita:
Il dato complessivo sulle persone attualmente ricoverate nei reparti di terapia intensiva mostra una sostanziale stabilità:
Anche se il dato britannico dei decessi è sottostimato perché considera solo i decessi avvenuti entro 4 settimane dal primo tampone positivo, durante l'ultima settimana i decessi in Gran Bretagna sono stati molto più numerosi rispetto a quelli italiani (circa 3,5 volte il dato italiano).
A livello europeo si conferma una forte prevalenza virale, specialmente nella parte orientale del continente:
Distribuzione dei contagi in Europa secondo i dati ECDC |
Il dato sui decessi registrati nel corso dell'ultima settimana è forse ancora più significativo:
Decessi Covid registrati in alcuni Paesi europei durante l'ultima settimana (grafico L'Ego-Hub per il Messaggero) |
Si osserva un forte impatto soprattutto nella parte orientale del continente, fortemente correlato allo scarso successo delle campagne vaccinali di molti Paesi.
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