Con due diverse prese di posizione del suo Comitato tecnico, oggi l'Agenzia europea per il farmaco (EMA) ha autorizzato la somministrazione della terza dose vaccinale nei seguenti casi:
- Per i pazienti immunodepressi è possibile somministrare una terza dose dei vaccini Pfizer-BioNTech o Moderna dopo almeno 28 giorni dalla somministrazione della seconda dose. Questa misura è pensata specificamente per pazienti con un sistema immunitario indebolito che non abbiano adeguatamente risposto alla vaccinazione convenzionale. EMA sottolinea che la somministrazione di una ulteriore dose vaccinale non garantisce che tutti i pazienti immunodepressi raggiungano un buon livello di protezione, ma - sulla base dei dati disponibili in letteratura - ritiene che tale procedura possa produrre un beneficio per almeno una parte di loro.
- Per tutte le persone con almeno 18 anni di età che abbiano ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech da almeno 6 mesi, è possibile somministrare una terza di richiamo. Solo in questo caso possiamo parlare strettamente di "terza dose", ovvero di un richiamo utile per compensare il calo della protezione vaccinale dovuto allo scorrere del tempo.
Nulla è stato ancora deciso per la terza dose da somministrare a chi ha fatto a suo tempo il vaccino Moderna. Su questo punto i dati non sono ancora completi. Ci sono varie evidenze che la protezione offerta da Moderna sia più duratura nel tempo, così come possiamo ragionevolmente aspettarci tenuto conto che la quantità di principio attivo contenuta nel vaccino Moderna è circa tripla rispetto a quella del vaccino Pfizer-BioNTech. EMA si riserva di emanare ulteriori raccomandazioni relative alla somministrazione di una terza dose del vaccino Moderna nelle persone con un sistema immunitario "normale" appena saranno stati raccolti dati statistici adeguati.
La raccomandazione di EMA non dice assolutamente nulla rispetto alla somministrazione della terza dose per coloro che sono stati originariamente vaccinati con uno dei vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson). Molti dati confermano che la protezione dei vaccini a vettore virale sia minore rispetto a quella dei vaccini ad mRNA, ma EMA ha preferito non esprimersi sulla questione, lasciando il compito di decidere alle singole Autorità sanitarie nazionali.
Secondo le anticipazioni apparse sulla Stampa nazionale, in Italia la terza dose sarà distribuita tramite un vaccino ad mRNA anche a chi ha ricevuto una vaccinazione con un vaccino a vettore virale.
L'unico Paese che ha una esperienza consolidata sulla somministrazione della terza dose vaccinale è Israele, ma è limitata esclusivamente al vaccino Pfizer-BioNTech.
Negli Stati Uniti, dopo lunghe discussioni, le Autorità sanitarie hanno deciso di autorizzare la somministrazione della terza dose (almeno 6 mesi dopo la seconda dose) per le persone con almeno 65 anni di età che avevano ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech. La terza dose è stata resa disponibile anche per le persone di età inferiore se hanno particolari problemi di salute o se sono molte esposte alla possibilità di contagio (sostanzialmente personale medico ed insegnanti). Anche in USA non sono state ancora prese decisioni per il richiamo da somministrare a chi aveva ricevuto Moderna o Johnson & Johnson (ricordo che in USA AstraZeneca non è mai stato autorizzato).
Insomma, il quadro che emerge è ancora abbastanza caotico e chi sperava che EMA dettasse delle linee guida rigorose è rimasto deluso. D'altra parte EMA assume le sue delibere solo quando giudica di avere ricevuto informazioni scientifiche ampie e dettagliate ed - evidentemente - tali informazioni non sono ancora disponibili, soprattutto per i cosiddetti processi di vaccinazione eterologa.
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