domenica 24 ottobre 2021

Il "Piano B" dell'Inghilterra

Di fronte alla forte crescita di contagi e con i nuovi ricoveri giornalieri nei reparti Covid ospedalieri che (a livello delle Gran Bretagna) hanno ormai superato quota mille, le Autorità sanitarie inglesi stanno rispolverando il cosiddetto "Piano B", ovvero la reintroduzione di una serie di provvedimenti atti a contenere la circolazione virale. Il fine ultimo è quello di contenere la pressione sul sistema sanitario che - attualmente - mostra già alcune criticità ed, in particolare, ha dovuto limitare il numero di interventi chirurgici non tanto per la mancanza di posti letto, ma per la carenza di personale sanitario. 

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid degli ospedali britannici, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. Il dato relativo all'ultima settimana è provvisorio. Elaborato su dati coronavirus.data.gov.uk
 

La preoccupazione è quella che - nei mesi invernali - la combinazione di Covid-19, influenza ed altre sindromi respiratorie intasi gli ospedali, mettendo a grave rischio la loro funzionalità.

Il Governo diretto da Boris Johnson sperava di risolvere il problema alla radice, grazie ad una massiccia adesione dei cittadini inglesi alla campagna di somministrazione della terza dose vaccinale (il cosiddetto "booster"). Ricordo che la Gran Bretagna aveva iniziato la sua campagna vaccinale molto precocemente (dicembre 2020) ed è quindi presumibile che molte delle vaccinazioni somministrate quasi un anno fa abbiano ormai perso parte della loro efficacia. Attualmente la terza dose vaccinale è prevista per coloro che hanno almeno 50 anni di età e per i più giovani con particolari patologie. 

Ogni settimana cresce il numero di persone che possono aderire alla campagna di somministrazione della terza dose, man mano che sono passati 6 mesi dalla somministrazione della seconda dose. I dati pubblicati mostrano che, ogni settimana, molti cittadini inglesi (circa 1 milione) che potrebbero ricevere la terza dose vaccinale, preferiscono rimandare la decisione e non si vaccinano.

La limitata propensione a ricevere la terza dose vaccinale rappresenta un grosso problema per l'attuazione della strategia anti-Covid del Governo inglese. Questo effetto si salda con la limitata adesione alla campagna vaccinale da parte dei cittadini più giovani e spiega - assieme all'assoluta mancanza di misure di prevenzione del contagio - l'alta circolazione virale. Oltre a generare problemi di natura sanitaria, i numerosi contagi costringono un grande numero di cittadini alla quarantena, producendo un forte impatto sull'economia del Paese, già provata dalle conseguenze della Brexit.

A questo punto, molti stanno premendo sul Premier inglese per convincerlo ad abbandonare la linea "liberi tutti" e ad attuare il cosiddetto "Piano B" per la limitazione della circolazione virale. In pratica si tratterebbe di reintrodurre l'obbligatorietà delle mascherine al chiuso (in questo momento solo "consigliate") e di richiedere il passaporto vaccinale (quello che noi chiamiamo "green-pass") per accedere a determinati spazi. 

Nulla di straordinario rispetto alle misure messe in atto da molti Paesi europei, ma certamente una sconfitta per il Governo inglese che aveva attribuito un forte significato politico all'abolizione di tutte le limitazioni, avvenuta a metà dello scorso mese di luglio.

Ancora una volta, il virus fa il suo lavoro e non si preoccupa di quello che dicono (o sperano) i politici!

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