L'Ufficio per le Statistiche nazionali della Gran Bretagna fornisce una serie di informazioni molto accurate sull'evoluzione della pandemia nelle diverse Nazioni che compongono il Regno Unito. Oggi vorrei soffermarmi sui dati relativi all'Inghilterra che - con quasi 56 milioni di abitanti - contribuisce in modo determinante all'andamento complessivo della Gran Bretagna (circa 67,2 milioni di abitanti).
Partiamo dall'incidenza dei contagi, dei ricoveri e dei decessi, suddivisi per classi d'età:
Andamento recente dei contagi, dei ricoveri e dei decessi in Inghilterra |
Notiamo che i contagi sono particolarmente frequenti nelle classi di età inferiore ai 12 anni, quelle per le quali non è disponibile - almeno fino ad oggi - un vaccino. Con l'aumentare dell'età, si nota che la prevalenza virale è relativamente bassa per coloro che hanno almeno 70 anni e che - non a caso - sono in grande maggioranza vaccinati.
Se andiamo ad osservare l'andamento dei ricoveri ospedalieri e dei decessi, notiamo la ben nota tendenza che prevede un aumento della percentuale di casi con l'aumentare dell'età. L'unico dato in controtendenza è quello relativo ai ricoveri dei più piccoli (età compresa tra 0 e 4 anni) che è percentualmente più alto rispetto ai bambini ed ai ragazzi di età superiore. Fortunatamente tale eccesso di ricoveri non si traduce in un aumento dei decessi.
Andamento del tasso di vaccinazione dei cittadini inglesi, suddiviso per classi d'età. Il dato si riferisce a coloro che hanno ricevuto almeno una dose vaccinale |
Nuovi ricoveri nei reparti Covid degli ospedali inglesi normalizzati rispetto al picco osservato lo scorso 17 gennaio (massimo dell'ondata pandemica dovuta alla diffusione della variante Alpha) per diverse classi d'età |
Si nota con chiarezza che i ricoveri per la classe d'età compresa tra 5 e 14 anni (vaccinata solo marginalmente) sono maggiori rispetto a quelli osservati a gennaio 2021 e stanno continuando ad aumentare. La riapertura delle Scuole, avvenuta all'inizio di settembre, ha innescato un incremento che è ancora in corso.
Per coloro che hanno più di 14 anni, si osservano livelli di ricovero inferiori rispetto a quelli osservati a gennaio, livelli che sono relativamente più bassi per le classi d'età più anziane che risultano essere anche quelle più coperte dal vaccino. Notiamo che sopra i 24 anni di età non è mai stato raggiunto un livello di ricoveri pari a quello fatto registrare a gennaio, chiara indicazione della protezione indotta dai vaccini.
In conclusione, il grande numero di contagi osservato attualmente in Inghilterra (e complessivamente in Gran Bretagna) è dovuto principalmente alla diffusione dei contagi tra i giovani in età scolare che non possono essere vaccinati a causa della mancanza - almeno per il momento - di vaccini approvati per uso pediatrico. Il grande aumento di contagi registrato tra i bambini ha portato anche ad un sensibile aumento dei ricoveri nei reparti Covid pediatrici. Si tratta di numeri in assoluto ancora abbastanza piccoli, ma non privi di possibili preoccupanti conseguenze come dimostra - ad esempio - la segnalazione di casi di "long Covid" tra i bambini israeliani.
La forte circolazione virale attualmente in atto ha portato al contagio (con conseguente obbligo di isolamento) di circa 1 milione di cittadini britannici, con conseguenze non trascurabili anche sulla tenuta economica del Paese.
Per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva ed i decessi, non si è osservata la temuta esplosione dei casi, soprattutto grazie al fatto che la maggioranza dei contagi riguardavano bambini e ragazzi. Parliamo comunque di ricoveri in terapia intensiva e decessi che sono - dopo essere stati normalizzati rispetto al numero di abitanti - pari a 2-3 volte i valori italiani.
Un prezzo molto alto pagato dagli inglesi per liberarsi delle mascherine e del green-pass. Ne valeva la pena?
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