venerdì 8 aprile 2022

Aggiornamento sulla pandemia: fine dell'emergenza o semplice assuefazione?

I numeri della pandemia registrati in Italia durante le ultime 2 settimane sono sostanzialmente stazionari. Il progressivo allentamento delle (già ridotte) misure di contenimento della diffusione virale non ha provocato cambiamenti apprezzabili della situazione sanitaria. Rimane purtroppo molto elevato il livello dei decessi Covid che oscilla intorno a circa 1.000 casi settimanali. 

In questo momento è impossibile dire se tale numero rappresenti un forte campanello d'allarme: ogni settimana in Italia hanno luogo complessivamente circa 10-15 mila decessi (il numero oscilla con andamento stagionale). Il numero di decessi Covid registrato attualmente è certamente significativo se rapportato al numero totale dei decessi, ma non sappiamo in quanti di questi tristi eventi la Covid-19 sia stata la causa determinante o solo una concausa. 

Per saperne di più dovremo attendere i dati ISTAT sulla mortalità complessiva per verificare se - come successo nel 2020 e, sia pure in maniera minore, anche nel 2021 - il numero dei decessi complessivi sia stato significativamente superiore rispetto alla media registrata negli anni immediatamente precedenti alla pandemia. Fino a che i dati ISTAT non saranno disponibili, qualsiasi congettura rispetto all'impatto della Covid-19 sulla mortalità generale del 2022 sarà campata in aria.

Passiamo ora al dato di contagi che mostrano un lieve calo. Non sappiamo quanto di questo calo sia reale e quanto vada attribuito al fatto che molti contagiati asintomatici o pauci-sintomatici non facciano più il tampone. C'è certamente un senso generale di stanchezza e di progressivo allentamento delle precauzioni ed un numero crescente di contagiati potrebbe semplicemente sfuggire alle statistiche. Comunque, se ci limitiamo ai dati ufficiali, possiamo dire che i contagi sono in leggero calo:

Andamento dei contagi giornalieri (linea grigia) e loro valore medio stimato su base settimanale (linea blu)

Variazione percentuale dei contagi misurata rispetto allo stesso giorno della settimana precedente. I valori delle ultime settimane sono leggermente negativi a conferma dell'andamento lentamente calante del numero assoluto dei contagi

Sul fronte ospedaliero, abbiamo nuovamente superato la quota di 10 mila pazienti ricoverati nei reparti Covid degli ospedali italiani. La recente abolizione delle zone colorate (che lo ricordo erano collegate all’occupazione dei reparti ospedalieri) fa sperare che le Regioni/PPAA la smettano di ridurre artificialmente i dati dei ricoveri facendo sparire dalle statistiche (e talvolta evitando anche di comunicare) il numero dei pazienti Covid ricoverati nelle cliniche private. I numeri di cui disponiamo parlano di un dato che, nel corso delle ultime 3 settimane. ha registrato un aumento. 

I nuovi ricoveri in terapia intensiva sono stati pressoché stabili per più di 1 mese, mentre nel corso dell'ultima settimana hanno registrato una crescita inattesa. Questo dato va monitorato attentamente perché è quello meno manipolabile da parte delle burocrazie sanitarie. Ovviamente non possiamo escludere che l'aumento registrato nella settimana che si conclude oggi sia dovuto ad una mera fluttuazione statistica.

Numero complessivo dei posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani

Variazione percentuale del numero complessivo di posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani, misurata rispetto ai dati della settimana precedente. Nel corso delle ultime 3 settimane si è registrato un aumento dei ricoveri

Nuovi ricoveri settimanali registrati nei reparti Covid di terapia intensiva degli ospedali italiani. Il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. Nel corso dell'ultima settimana è stata osservata una crescita che è oggetto di particolare attenzione

Come discusso inizialmente, il tragico conto dei decessi è purtroppo stabilmente alto:

Decessi giornalieri attribuiti alla Covid-19 (linea grigia). Il dato è normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. La linea rossa rappresenta il valore medio stimato su base settimanale

Un andamento dei ricoveri Covid simile a quello italiano è stato osservato anche in altri Paesi europei. Qui di seguito vi mostro i dati della "Grande Londra", il complesso di città strettamente connesse con la capitale inglese che comprende circa 9 milioni di abitanti. Questa parte dell'Inghilterra ha quasi sempre mostrato una tendenza "anticipatrice" rispetto all'andamento della pandemia in Europa:


Nuovi ricoveri giornalieri nei reparti Covid degli ospedali della Grande Londra

Numero complessivo di persone ricoverate nei reparti Covid della Grande Londra
Aldilà delle fluttuazioni giornaliere, il dato sui nuovi ricoveri londinesi mostra una andamento in crescita. Osservando il numero dei ricoveri complessivi, si osserva che l'aumento principale ha riguardato i ricoveri nei reparti ordinari, mentre è stato decisamente meno significativo per i reparti di terapia intensiva. Il confronto tra la "Grande Londra" e l'Italia dovrebbe tenere conto di almeno 5 fattori: 
  1. la totale eliminazione - fatta in Inghilterra - di qualsiasi misura obbligatoria per il contenimento virale (incluse le mascherine al chiuso);
  2. l'avvio già autorizzato in Inghilterra di una quarta dose vaccinale per le persone molto anziane o comunque fragili (in Italia si sta discutendo se estendere il richiamo - attualmente limitato agli immunodepressi - anche agli anziani over-80);
  3. i fattori climatici che certamente sono più favorevoli in Italia perché  consentono di gestire un numero maggiore di iniziative all'aperto;
  4. a livello di sotto-varianti virali ci potrebbero essere delle differenze significative tra la Grande Londra e l'Italia;
  5. l'uso che viene fatto dei farmaci antivirali per prevenire l'insorgenza di gravi patologie nei contagiati più a rischio. 
A proposito dei farmaci antivirali, non ho notizie precise su quanto avvenga a Londra, ma in Italia si può dire che il loro utilizzo è estremamente limitato, soffocato da una burocrazia sanitaria asfissiante.

Tutto ciò premesso, si può affermare che la situazione londinese è - una volta che i dati vengono normalizzati rispetto al numero di abitanti - peggiore rispetto a quella italiana. I numeri dei ricoveri della Grande Londra superano di circa il 50% i valori italiani. Considerata la complessità dei parametri che influenzano l'occupazione dei reparti Covid nelle 2 realtà, è difficile trarre delle conclusioni. La spiegazione più ovvia sarebbe che gli inglesi scontano l'eliminazione completa di tutte le precauzioni anti-contagio, ma non si può escludere che gli altri fattori discussi precedentemente possano avere avuto un impatto non trascurabile.

Concludiamo illustrando alcuni dati relativi al nostro piccolo Trentino. Il dato sui ricoveri complessivi mostra una risalita abbastanza significativa:

Numero di posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali pubblici del Trentino. Il dato relativo agli eventuali ricoveri nelle cliniche private non è mai stato comunicato



Numero di ospiti delle RSA del Trentino che risultano positivi alla Covid-19 (linea blu). Percentuale rispetto alla popolazione complessiva (linea rossa). Ricordo che gli ospiti delle RSA trentine sono circa 4.500, corrispondenti a meno dell'1% dell'intera popolazione

Il dato sugli ospiti delle RSA trentine che risultano attualmente positivi mostra una forte incidenza dei contagi all'interno delle RSA. Ci sono stati certamente dei problemi legati alla diffusione di estesi focolai all'interno di alcune strutture, ma - da inizio febbraio in poi - è stata osservata una incidenza abbondantemente superiore rispetto a quanto atteso in base al livello di circolazione generale del virus. Va anche ricordato che - probabilmente - in molte RSA si continuano a fare i tamponi con regolarità e questo potrebbe far emergere molti contagi asintomatici che sfuggono quando abbiamo a che fare con la popolazione esterna alle RSA.

1 commento:

  1. Anche se dal 1° aprile l’uragano Covid-19 è stato ridimensionato a “tempesta tropicale”, la pandemia non è ancora endemia e l’aumento del numero dei contagiati, sia pure con varianti dalle ali tarpate (dai vaccini), mantiene elevato il livello di allarme.

    I 1605 morti in Trentino (se non “per” covid, almeno “con” il covid quale concausa del trapasso) dicono che in due anni la pandemia ha colpito duro. Il numero dei contagiati è di 144.792, pari a un terzo della popolazione della provincia autonoma di Trento.

    Il numero più elevato di morti si è avuto il 24 gennaio 2021 con 32 vittime (20 i morti il 17 aprile 2020, quando il vaccino era ancora lontano). In Italia i morti per/con Covid-19 sono stati, fino al 2 aprile 2021, oltre 160 mila. Come se Trento e Rovereto fossero state cancellate dalla faccia del mondo.

    Per chi ce l’ha fatta, per chi è riuscito a sopravvivere e tornare a vivere dopo settimane di terapia intensiva, restano i postumi, talvolta pesanti, di un long-covid che, assieme alla sofferenza, alimenta la memoria. L’infezione ha reso più deboli, più fragili, predisposti alla commozione e alle lacrime. Una testimonianza.

    https://www.iltrentinonuovo.it/index.php/2022/04/02/un-inferno-popolato-da-angeli

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