Nel corso delle ultime settimane sono arrivate numerose notizie che riguardano l’aumento della capacità produttiva dei vaccini ad mRNA in Europa. Le notizie più recenti, ancora non confermate, parlano di un interesse del nostro Governo per far partire la produzione dei vaccini ad mRNA su larga scala anche in Italia. I siti produttivi potenzialmente interessati sono quelli di Thermo Fisher a Monza, Novartis a Torre Annunziata (NA), ReiThera e Takis a Castel Romano (Roma).
La richiesta dei vaccini anti-Covid basati sulla tecnologia ad mRNA è aumentata considerevolmente a causa di alcuni rari effetti avversi segnalati per i vaccini a vettore virale. Vale comunque la pena di ricordare che – aldilà del possibile impatto di tali rari effetti – i vaccini a RNA messaggero sono senz’altro preferibili rispetto agli altri tipi di vaccino sia in termini di efficacia che di rapidità di adattamento nel caso in cui sia necessario modificare i vaccini per difenderci da nuove varianti virali.
Senza contare che la tecnica ad mRNA ha un enorme potenziale anche per lo sviluppo di altri vaccini e, se si riusciranno a risolvere alcuni problemi legati alla somministrazione di alte dosi, anche per nuove terapie oncologiche. Acquisire le competenze necessarie per lo sviluppo e la produzione dei vaccini anti-Covid ad mRNA, aldilà della risposta emergenziale a cui siamo stati costretti a causa della pandemia, permetterà all’Italia di recuperare il tempo perduto, facendo investimenti strategici nel campo delle tecnologie farmaceutiche.
Al momento, a parte alcune attività tutto sommato marginali che riguardano principalmente l’infialamento del prodotto finito, sono attivi in Europa due grandi impianti dedicati alla produzione dei vaccini ad mRNA:
La richiesta dei vaccini anti-Covid basati sulla tecnologia ad mRNA è aumentata considerevolmente a causa di alcuni rari effetti avversi segnalati per i vaccini a vettore virale. Vale comunque la pena di ricordare che – aldilà del possibile impatto di tali rari effetti – i vaccini a RNA messaggero sono senz’altro preferibili rispetto agli altri tipi di vaccino sia in termini di efficacia che di rapidità di adattamento nel caso in cui sia necessario modificare i vaccini per difenderci da nuove varianti virali.
Senza contare che la tecnica ad mRNA ha un enorme potenziale anche per lo sviluppo di altri vaccini e, se si riusciranno a risolvere alcuni problemi legati alla somministrazione di alte dosi, anche per nuove terapie oncologiche. Acquisire le competenze necessarie per lo sviluppo e la produzione dei vaccini anti-Covid ad mRNA, aldilà della risposta emergenziale a cui siamo stati costretti a causa della pandemia, permetterà all’Italia di recuperare il tempo perduto, facendo investimenti strategici nel campo delle tecnologie farmaceutiche.
Al momento, a parte alcune attività tutto sommato marginali che riguardano principalmente l’infialamento del prodotto finito, sono attivi in Europa due grandi impianti dedicati alla produzione dei vaccini ad mRNA:
- Lo stabilimento della società svizzera Lonza localizzato a Visp (Basilea) che produce i principi attivi del vaccino Moderna. L’impianto, attualmente in fase di ulteriore espansione, è destinato a coprire le richieste provenienti dal mercato europeo.
- Lo stabilimento BioNTech di Marburg (Mainz, Germania) uno dei più grandi al mondo che coprirà l’intero ciclo produttivo del vaccino Pfizer BioNTech. Lo stabilimento apparteneva alla società Novartis ed è stato velocemente riconvertito per la produzione del vaccino ad mRNA.
Nel frattempo stanno giungendo notizie, ancora non confermate, secondo cui l'Unione Europea starebbe valutando di non rinnovare per il 2022 i contratti di fornitura dei vaccini a vettore virale.
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