Un lettore mi ha segnalato un articolo interessante: lo studio confronta l'eccesso di mortalità registrato in Danimarca e Svezia durante la prima ondata pandemica. I due Paesi sono simili per struttura sociale e demografica e per la qualità dei loro sistemi sanitari, ma hanno adottato due approcci diametralmente opposti rispetto alla gestione della pandemia. La Danimarca ha imposto misure rigorose di limitazione della mobilità personale ricorrendo a forme di lockdown, mentre la Svezia si è affidata alla libera determinazione dei suoi cittadini, avvisandoli dei possibili pericoli, ma ha evitato di adottare provvedimenti coercitivi.
L'articolo lo potete trovare qui:
In genere questo tipo di studi viene condotto confrontando l'andamento della mortalità rispetto alla media dei 5 anni precedenti. L'approccio seguito in questo lavoro usa un metodo basato sulle previsioni a breve termine per individuare il picco di mortalità generato dalla pandemia. Si tratta di un approccio statistico alternativo rispetto a quello tradizionale che può essere particolarmente utile quando si analizzano gli effetti dei picchi pandemici. I risultati sono quelli attesi: la Danimarca ha mostrato un eccesso di mortalità di valore medio pari al 3,1%, mentre il dato svedese sale al 19,4%.
Secondo i calcoli dell'articolo le differenze tra le morti in eccesso tra Danimarca e Svezia sono statisticamente significative:
- il tempestivo lockdown messo in atto dalla Danimarca è riuscito a contenere il numero di morti;
- se la Svezia si fosse comportata come la Danimarca avrebbe perso circa 5.000 vite in meno.
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