Il Global Health Summit che si è svolto oggi a Roma ha fissato alcuni punti fermi nella lotta mondiale alla pandemia. Dal punto di vista tecnico, la preparazione dell'evento è stata curata da un comitato scientifico internazionale che ha predisposto un interessante documento.
Tra i numerosi argomenti discussi nel documento, vi segnalo una decisa presa di posizione degli esperti che ormai danno per molto probabile l'evoluzione della pandemia verso una forma endemica:
"La probabile traiettoria per il Sars-CoV-2 è di diventare endemica con
dei focolai stagionali a causa della diminuzione dell'immunità naturale,
della copertura globale insufficiente dei vaccini e/o dell'emergere di
nuove varianti non controllate dai vaccini attuali. Nuove ondate
epidemiche sono possibili soprattutto nei Paesi con bassa copertura
vaccinale"
In altre parole, dovremo abituarci a "convivere con il virus".
Purtroppo non si può "convivere con il virus" quando i reparti di terapia intensiva sono pieni di malati Covid. Che si potesse convivere con il virus, ce lo raccontava qualche mese fa il Presidente Fugatti durante le sue fumose conferenze stampa. Ma erano parole vuote, solo per tenerci buoni. Oggi il Presidente parla d'altro, anche se lo stile della comunicazione non è cambiato. Sentite cosa è riuscito a dire ieri per annunciare il progetto del nuovo tram a Trento:
"Quello di una infrastruttura in sede fissa sul Comune di Trento rappresenta un progetto di miglioramento della mobilità, che non può però andare disgiunto da un'implementazione dei servizi anche in periferia, assumendo come priorità gerarchica la linea del Brennero e, a scendere, le linee ferroviarie laterali esistenti (della Valsugana e Trento Malè) e di progetto (in particolare nella tratta Rovereto-Riva del Garda), mantenendo un elevato livello di qualità dei servizi e l'equilibrio economico delle gestioni".
Fortunatamente l'arrivo dei vaccini ha cambiato drasticamente la situazione ed il futuro del Trentino - almeno per quanto riguarda la pandemia - non dipenderà più dalle furbizie e dai ragionamenti contorti del Presidente pro-tempore.
Lasciando la micro-dimensione provinciale e tornando ai problemi globali, è importante che alle parole del Global Health Summit seguano i fatti ed i vaccini non rimangano solo una cosa per Paesi ricchi.
Roberto Burioni - La Stampa
RispondiEliminaQuali sono le dichiarazioni che non farebbe?
«Ce ne sono state due. Due dichiarazioni che io ho fatto e che erano sbagliate.
La prima, agli inizi, ho detto che non servivano le mascherine. Un errore dovuto al fatto che nessuno poteva immaginare un virus così contagioso e trasmesso per il 50% dagli asintomatici. Scientificamente, noi sapevamo, prima di questa tragedia, che la mascherina serviva al malato e non al sano».
E l’altra dichiarazione?
«Che ci sarebbero voluti 2 anni per avere un vaccino. L’abbiamo fatto in 10 mesi, non sa quanto sono felice di essermi sbagliato».
Un italiano su due è immune al Covid, vita normale a settembre: le stime della Fondazione Kessler
RispondiEliminaBiagio Chiariello – fanpage.it - 21 Maggio 2021
Le tabelle elaborate da Stefano Merler, matematico ed epidemiologo della Fondazione Kessler, rivelano uno scenario incoraggiante che chiaramente non va sottovalutato (bisogna comunque continuare coi ‘classici’ dispositivi di protezione: mascherina, distanziamento sociale, igienizzazione delle mani). A ogni modo, l’efficacia della campagna vaccinale fa ben sperare per settembre.
Secondo lo studio riportato dal Corriere della Sera, fino al 28% degli italiani (tra gli 11 e i 16 milioni di persone) ha avuto il Coronavirus e ha quindi sviluppato gli anticorpi, mentre circa il 25% (15 milioni) è già immunizzato con il vaccino. Se si vanno a sommare i dati al momento tra il 43% e il 53% della popolazione sarebbe immune. Se la cadenza attuale della campagna vaccinale venisse mantenuta si salirebbe di un 10% in pochi giorni.
"Bisogna continuare a essere prudenti e rispettosi delle regole. Perché tante persone, soprattutto giovani, non hanno ancora ricevuto il vaccino. Inoltre, quel che sta succedendo in Gran Bretagna con la variante indiana dimostra che la Covid-19 è in grado di creare sempre nuove insidie. Proprio per questo, il monitoraggio della situazione diventa ancora più essenziale. Dobbiamo intercettare il prima possibile eventuali segnali di un peggioramento della situazione epidemiologica. Senza farci prendere di sorpresa", spiega Merler al Corriere.
Per tornare definitivamente alla normalità (quindi solo col distanziamento sociale e l'igienizzazione delle mani, ma eliminando la mascherina all'aperto), l'obiettivo da raggiungere è il 75% di italiani vaccinati.
Stando alle proiezioni al 18 giugno, nessuna regione ha una probabilità importante di superare la soglia critica del quaranta per cento di posti occupati in reparti Covid e del 30% di riempimento delle terapie intensive. La previsione attuale per la maggior parte del territorio italiano è di una discesa sotto al 10% per entrambi i settori.
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