La Svizzera non l'ha mai autorizzato. Danimarca e Norvegia ne hanno bloccato la somministrazione ormai da molte settimane. Ora anche l'Austria ha annunciato la sua intenzione di non impiegare più il vaccino AstraZeneca.
Il Ministro della Salute austriaco Wolfgang Mueckstein ha dichiarato che probabilmente si somministreranno ancora alcune prime dosi fino al prossimo mese di giugno e che saranno comunque fatti i richiami a chi ha già ricevuto la prima dose, ma non ci sono piani per utilizzi futuri del vaccino AstraZeneca. La decisione è stata presa tenuto conto della scarsa affidabilità dimostrata da AstraZeneca nel garantire le forniture programmate e della "cattiva stampa" che ha accompagnato la somministrazione del vaccino.
Una decisione tutto sommato realistica, anche alla luce della decisione europea di non rinnovare il contratto di fornitura con AstraZeneca dopo la sua scadenza di inizio estate.
Gli Stati Uniti non usano AstraZeneca
RispondiEliminae sono pronti a inviare 60 milioni di dosi ad altre nazioni
Gli stati Uniti stanno procedendo spediti nella campagna di immunizzazione grazie ad iniezioni di altre marche e hanno deciso questo gesto di solidarietà per sopperire alla crisi di produzione dovuta all'emergenza in India.
Gli Stati Uniti di Joe Biden invieranno 60 milioni di dosi di Astrazeneca in altri Paesi. Gli Usa hanno 10 milioni di dosi del vaccino sviluppato dagli scienziati di Oxford, che sono state già prodotte ma che la Us Food and Drug Administration (FDA) non ha ancora autorizzato, e altri 50 milioni dovrebbero essere prodotte a breve. Washington ormai è fiduciosa nel fatto di avere abbastanza dosi degli altri vaccini per coprire la propria popolazione e così ha deciso questo gesto di solidarietà visto anche che la situazione internazionale si è complicata a causa dell'emergenza in atto nell'India travolta da una violentissima ondata di Covid.
https://europa.today.it/attualita/Usa-60-milioni-astrazeneca.html
Mix vaccini di AstraZeneca seguito dalla seconda dose con Pfizer sicuro ed efficace
RispondiEliminaSilvia Turin - www.corriere.it/salute - 18 maggio 2021
I primi dati di uno studio spagnolo confermano la possibilità di usare entrambi in preparati in successione. Anticorpi più alti e lievi effetti collaterali a poche persone. Il mix di vaccini è UGUALMENTE EFFICACE e non risulta problematico: uno studio spagnolo mostra come si possa scegliere di fare una seconda dose con Pfizer, dopo aver somministrato la prima di AstraZeneca.
La ricerca, condotta dall’istituto sanitario statale «Carlos III», ha monitorato 670 volontari di età compresa tra i 18 e i 59 anni che avevano già ricevuto una prima dose del vaccino di AstraZeneca e li ha confrontati con circa 450 soggetti trattati con una dose di Pfizer. Solo l’1,7% dei partecipanti ha riportato effetti collaterali, limitati a mal di testa, dolori muscolari e malessere generale.
In compenso, sembra che la seconda dose con Pfizer abbia anche aumentato la risposta anticorpale: la presenza di anticorpi IgG nel flusso sanguigno era tra 30 e 40 volte superiore nelle persone che avevano ricevuto l’iniezione Pfizer rispetto al gruppo di controllo che aveva ricevuto una sola dose AstraZeneca. La presenza di anticorpi neutralizzanti aumentava inoltre di 7 volte dopo la dose Pfizer, rispetto all’effetto di raddoppio osservato dopo la seconda iniezione di AstraZeneca.
La Spagna ha commissionato lo studio dopo la decisione di limitare l’uso di AstraZeneca alle persone di età superiore ai 60 anni: alcuni adulti che avevano già ricevuto una prima dose sono stati esclusi dall’assunzione della seconda. Uno studio britannico sul «mix-and-match» dei due vaccini aveva mostrato una maggiore probabilità di riferire sintomi lievi o moderati (come mal di testa o brividi), ma i dati sulle risposte immunitarie sono attesi nei prossimi mesi.
I due vaccini sono di tipologie differenti: Pfizer a RNA messaggero, che trasferisce all’interno del corpo la parte del materiale genetico di SARS-CoV-2 che serve a costruire la proteina Spike che attiva la nostra risposta immunitaria, AstraZeneca si basa su vettore virale, che grazie a un virus innocuo trasferisce nell’individuo la parte del materiale genetico (DNA) necessario a costruire la stessa proteina.