venerdì 11 marzo 2022

Aggiornamento sulla pandemia: ripartiamo?

Le tragiche notizie che arrivano dall'Ucraina invasa dalle armate di Putin hanno relegato nelle pagine interne dei giornali le informazioni relative alla pandemia. Questo ha contribuito ad accrescere nell'opinione pubblica l'idea che la pandemia si sia ormai esaurita, anche se giornalmente i bollettini della Protezione civile ci ricordano che quasi il 10% dei decessi che si registrano giornalmente in Italia riguardano persone affette da Covid-19.

Nel corso delle ultime 2 settimane sono stati registrati 2 eventi incoraggianti: il numero di italiani positivi al SARS-CoV-2 è sceso sotto la soglia di 1 milione, mentre ci sono meno di 10 mila pazienti ricoverati nei reparti Covid degli ospedali italiani. Purtroppo, nel corso dell'ultima settimana, si è verificata anche una netta inversione di tendenza a livello dei contagi che sono tornati a salire piuttosto velocemente.

La pandemia dura da più di 2 anni e ormai avremmo dovuto imparare a capire cosa succede quando aumentano i contagi: l'effetto sui ricoveri e sui decessi non è immediato, ma - prima o poi - più contagi producono anche maggiori danni a livello sanitario. 

Al momento, non abbiamo elementi sufficienti per capire se questo recente aumento sia dovuto ad un eccessivo allentamento delle norme di prevenzione adottate a livello individuale (o al mancato rispetto delle norme che almeno formalmente ci sono ancora a livello nazionale come, ad esempio, quella sull'uso delle mascherine).  Ci potrebbe essere un effetto legato alla diffusione di nuovi ceppi virali, con particolare riferimento alle diverse componenti virali appartenenti alla famiglia Omicron. Purtroppo, la quasi totale assenza di informazioni aggiornate sulla mappatura genetica dei campioni virali non ci permette di capire se questo effetto sia o meno rilevante.

Può comunque essere utile osservare quello che è accaduto recentemente in Gran Bretagna, Paese che ha allentato tutte le misure anti-Covid e che tradizionalmente anticipa gli andamenti che successivamente si osservano anche in Italia. I dati mostrano un forte incremento dei contagi ed un aumento sensibile anche dei nuovi ricoveri nei reparti Covid degli ospedali britannici. A dimostrazione che l'ormai imminente arrivo della primavera non è di per sé sufficiente per garantire che i contagi calino. 

Andamento dei contagi (a sinistra) e dei nuovi ricoveri registrati quotidianamente nei reparti Covid degli ospedali britannici (a destra). Tratto da coronavirus.data.gov.uk

Il dato relativo ai nuovi ricoveri nei reparti Covid degli ospedali della sola "Grande Londra" è ancora più chiaro:

Nuovi ricoveri giornalieri nei reparti Covid degli ospedali della Grande Londra. Il cerchio rosso evidenzia l'incremento che è stato registrato nel corso delle ultime 2 settimane. Elaborato su dati London Datastore

Passiamo ora ai numeri dell'Italia dove, almeno per il momento, l'unico dato che aumenta è quello dei contagi:

Variazione percentuale del numero dei contagi misurata rispetto allo stesso giorno della settimana precedente. Si noti la variazione positiva (aumento dei contagi) e percentualmente crescente (aumento progressivamente più rapido) osservata durante la settimana appena trascorsa. La struttura dei dati è simile a quella del dicembre scorso (anche se allora la forte progressione dei contagi si innescò su un andamento che cresceva stabilmente da molte settimane)

Contagi giornalieri registrati in Italia (linea grigia) e lo valore medio stimato su base settimanale (linea blu). Risulta evidente l'inversione di tendenza che si è generata nel corso delle ultime 1-2 settimane. Al momento non è possibile dire nulla sulla consistenza e sulle cause di questo eventuale nuovo picco pandemico. Un effetto analogo fu osservato più o meno nello stesso periodo del 2021, ma allora l'andamento era legato alla diffusione della variante Alpha

Come anticipato, il dato sui ricoveri non mostra - almeno per il momento - segni di una possibile inversione di tendenza. Anche questa settimana c'è stato un calo dei ricoveri, sia pure meno marcato rispetto alla settimana precedente:

Variazione percentuale del numero di posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani, stimata rispetto alla settimana precedente

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

Il dato sui ricoveri in terapia intensiva mostra una sostanziale stabilità rispetto alla settimana precedente, ma osservando l'andamento della curva si potrebbe attribuire questo dato ad una fluttuazione statistica nell'ambito di un andamento complessivamente discendente.

Anche il dato sui decessi continua a calare, pur rimanendo su valori assoluti ancora piuttosto elevati (corrispondenti a poco meno di 2 decessi settimanali per ogni 100 mila abitanti):

Decessi Covid giornalieri (linea grigia) normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. La linea rossa rappresenta il valore medio stimato su base settimanale

Concludo con un dato relativo al Trentino ed, in particolare, al numero di persone virologicamente positive trovate tra gli ospiti delle RSA. Il numero assoluto è sceso rispetto a 2 settimane fa, ma si mantiene percentualmente alto rispetto al resto della popolazione (gli ospiti delle RSA trentine sono poco meno dell'1% dell'intera popolazione). L'incidenza dei contagi all'interno delle RSA è nettamente superiore rispetto al resto della popolazione (forse perché nelle RSA fanno ancora i tamponi!)

Ospiti delle RSA del Trentino che risultano virologicamente positivi (linea blu, scala a sinistra). La linea rossa (scala a destra) indica la percentuale di positivi ospiti delle RSA calcolata rispetto al complesso della popolazione del Trentino

5 commenti:

  1. Covid, focolai in due case di riposo trentine,
    oltre 40 ospiti contagiati: “Erano vaccinati
    e per questo hanno quasi tutti sintomi lievi”

    Non è ancora possibile abbassare la guardia. Lo dimostrano recenti casi di due RSA trentine dove sono stati scoperti altrettanti focolai di Covid. Le strutture coinvolte sono l’RSA “Civica” di Trento e l’APSP di Brentonico.

    Come hanno confermato i sindaci di Trento e Brentonico, Franco Ianeselli e Dante Dossi, nelle due strutture sono stati rilevati due focolai di Covid. Nel capoluogo sono almeno 14 gli ospiti contagiati mentre in nell’Rsa vallagarinai positivi sono circa una trentina.

    La situazione è sotto controllo, fanno sapere la autorità, ovviamente le strutture (come prevedono i protocolli) sono state chiuse alle visite. Fortunatamente dal punto di vista sanitario non sarebbero stati rilevati casi particolarmente gravi, gli ospiti contagiati infatti erano vaccinati e per questo hanno sviluppato quasi tutti sintomi lievi. Fra le persone contagiate a Brentonico non si registrano casi gravi.

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  2. Torna l’incubo del Covid 
    e scatta l’allarme di una possibile quinta ondata.

    I dati della Germania, che è arrivata a 270 mila casi al giorno, non fanno dormire sonni tranquilli agli esperti che si dividono tra chi sostiene che si tratta solo di un ultimo colpo di coda e chi, invece, teme che l’estate non sarà poi così serena.

    Nel nostro Paese, ad esempio, l’incidenza dei casi settimanali ogni 100 mila abitanti torna a salire, da 433 a 510, così come l’indice Rt da 0,75 a 0,83, avvicinandosi sempre di più alla soglia di 1. Intanto la pressione ospedaliera cala.

    In realtà l’effetto dell’aumento dei contagi su ricoveri e decessi potrebbe vedersi tra due o tre settimane. Non adesso.

    Per il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach non bisogna affatto sottovalutare il virus e la variante Omicron visto che «in Germania ci sono 250 morti al giorno e sono destinati ad aumentare». In Gran Bretagna, invece, impennata del 60 per cento nell’ultima settimana per quanto riguarda i contagi.

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  3. In Francia non è più obbligatoria la mascherina
    in molti posti pubblici al chiuso

    Ed è stato sospeso l'obbligo di certificato di vaccinazione,
    in seguito alla diminuzione di nuovi contagi da Coronavirus

    Da oggi, lunedì 14 marzo, in Francia non sono più in vigore molte delle restrizioni che erano state imposte nei mesi scorsi per contrastare la pandemia da coronavirus. È stato sospeso l’obbligo di certificato di vaccinazione – l’equivalente del Green Pass “rafforzato” italiano – per accedere a luoghi pubblici come trasporti a lunga percorrenza, ristoranti, bar, musei e cinema.

    Per accedere a ospedali e case di cura per anziani resterà invece obbligatorio quello che in Italia si chiama Green Pass “base”, ottenibile sia con la vaccinazione che con un tampone negativo.

    Sempre da oggi nella maggior parte dei luoghi pubblici al chiuso non sarà più obbligatorio indossare la mascherina: tra questi ci sono negozi, ristoranti e palazzetti dello sport, per esempio, mentre la mascherina resterà obbligatoria nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, sui trasporti pubblici, negli ospedali e nelle case di cura per anziani. È stato tolto l’obbligo anche nelle scuole, dove per gli studenti dai 6 anni in su era stato introdotto nel settembre del 2020.

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  4. Abrignani (CTS): «Ottomila morti tra i No vax
    tra gennaio e febbraio: si potevano evitare»

    15 MARZO 2022 - www.open.online

    L’immunologo: «I non vaccinati che muoiono hanno prevalentemente più di 50 anni, e a gennaio e febbraio sono circa 130 al giorno. Cioè è come se quotidianamente fosse caduto un aereo»

    «Dal primo gennaio al 28 febbraio di quest’anno sono morte 17 mila persone per il Covid. Di queste, circa il 55% non aveva fatto il vaccino. Vuol dire più di 9 mila cittadini. Se teniamo conto che il vaccino protegge al 90% dalla malattia grave, ricaviamo che in circa 8 mila potevano salvarsi se si fossero vaccinati».

    Il ragionamento è di Sergio Abrignani e l’immunologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico ne parla oggi in un’intervista rilasciata a Repubblica. «I non vaccinati che muoiono hanno prevalentemente più di 50 anni, e a gennaio e febbraio sono circa 130 al giorno. Cioè è come se quotidianamente fosse caduto un aereo.

    C’è in giro una specie di mantra secondo il quale l’obbligo sarebbe stato un fallimento. E invece da quando è entrato in vigore hanno aderito tra i 450 e i 500 mila over 50. Certo, potevano essere di più ma comunque abbiamo risparmiato 1.500 morti. Tutto sta nel vedere che valore attribuiamo alla vita umana», aggiunge Abrignani.

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  5. LE RICHIESTE DELLE REGIONI AL GOVERNO

    Si va verso due Consigli dei ministri questa settimana: secondo quanto si apprende da fonti di governo, un primo Consiglio dei ministri si terrà domani, per definire la road map dell'uscita dall'emergenza Covid.

    E una seconda riunione del Cdm ci sarà poi venerdì pomeriggio, con il decreto 'taglia-prezzi' per bollette e carburanti - su cui sono ancora al lavoro Mite e Mef - e le altre misure per fronteggiare l'impatto della guerra in Ucraina, compreso il nuovo intervento per l'accoglienza dei rifugiati.

    "Domani il Cdm definirà un cronoprogramma di uscita dallo stato di emergenza che non verrà rinnovato, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, alla Camera.

    Le Regioni chiedono al governo, "ove le condizioni epidemiologiche lo permettano", di "ipotizzare l'abbandono delle restrizioni entro Pasqua". Nel documento inviato al Governo le Regioni chiedono di eliminare le comunicazioni del bollettino quotidiano sui dati Covid, monitorando l'andamento di incidenza e occupazione dei posti letto ospedalieri su base settimanale, di mantenere la misura dell'isolamento solo per i soggetti positivi al Covid e sintomatici e di aggiornare il Sistema di monitoraggio "rispetto al contesto attuale", semplificandolo ulteriormente. Tra le altre proposte la rimodulazione graduale dell'obbligo del possesso del Green Pass, a partire dall'eliminazione per l'accesso ad attività che si svolgono esclusivamente all'aperto (come la ristorazione), ad eccezione dei contesti che per propria natura sono a rischio di assembramenti (stadi, concerti, parchi di divertimento), per i quali si potrebbe valutare l'introduzione del Green pass base invece di quello rafforzato, per arrivare al suo superamento nelle settimane successive alla scadenza dello stato di emergenza.

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