lunedì 28 marzo 2022

Uno studio israeliano sulla quarta dose vaccinale

Vi segnalo un lavoro sottomesso a Nature, ma non ancora approvato per la pubblicazione, nel quale viene analizzato l'effetto protettivo indotto dalla somministrazione di una quarta dose vaccinale. L'argomento è attualmente oggetto di grandi discussioni a livello scientifico. 

Per coloro che sono soggetti ad un rischio particolarmente elevato di contrarre gravi complicanze (grandi anziani e immunodepressi) molti concordano sull'opportunità di somministrare una ulteriore dose vaccinale (la cosiddetta quarta dose) entro 4-6 mesi dalla somministrazione della terza dose. 

Ci sono tuttavia visioni discordanti sulla strategia da utilizzare per coloro che - pur essendo anziani - hanno un'età non troppo elevata e godono di buone condizioni generali di salute. La scelta più drastica è stata quella adottata da Israele che ha suggerito di somministrare la quarta dose vaccinale a tutti coloro che hanno almeno 60 anni (ed anche alle persone più giovani che si trovano in condizioni di immunodepressione). L'Inghilterra ha alzato la soglia d'età a 75 anni, mentre l'Italia non ha ancora preso una decisione in merito, limitandosi a consigliare la quarta dose alle persone immunodepresse di qualsiasi età. Nota aggiunta il 29 marzo 2022: In data odierna la FDA americana ha esteso l'autorizzazione per la somministrazione di una quarta dose di vaccino ad mRNA (Moderna o Pfizer-BioNTech) a tutti i cittadini di età superiore ai 50 anni.

L'esperienza fatta in occasione del picco pandemico associato alla variante Omicron ha mostrato che una quarta dose vaccinale (che ricordiamolo è fatta con un vaccino ancora basato sul ceppo virale originale di Wuhan) non produce un incrementi apprezzabile della protezione rispetto a qualsiasi forma di contagio sintomatico (anche lieve). Questo ha spinto molti a suggerire che la somministrazione su larga scala della quarta dose vaccinale si possa rimandare al prossimo autunno, quando sarà disponibile la nuova generazione di vaccini aggiornati ai ceppi virali più recenti.

Il lavoro che vi segnalo è importante perché analizza l'incidenza della mortalità legata alla Covid-19 tra i cittadini israeliani over-60 che avevano ricevuto la quarta dose vaccinale, confrontandola con quella dei loro coetanei che si erano limitati a sole 3 dosi, con l'ultima vaccinazione fatta da almeno 120 giorni. Le misure sono state fatte in occasione del picco pandemico associato alla variante Omicron. Il risultato principale del lavoro è riassunto nella figura seguente:

Incidenza della mortalità cumulativa registrata tra coloro che hanno ricevuto 4 dosi vaccinali (linea azzurra) confrontata con il dato di coloro che avevano ricevuto solo 3 dosi. Il tempo 0 corrisponde alla data nella quale sono passati 120 giorni dalla somministrazione della terza dose.

In effetti si vede che che l’incidenza della mortalità è decisamente inferiore tra chi ha ricevuto 4 dosi vaccinali. Complessivamente lo studio ha analizzato i dati di poco più di mezzo milione di cittadini, con una età media pari a 73 anni. Ovviamente il dato è stato analizzato attentamente per tenere conto di molteplici fattori che possono influire sulla mortalità (età, genere, presenza di altre patologie, appartenenza a determinati gruppi sociale, ecc.).

Malgrado il numero elevato di soggetti che sono stati analizzati, lo studio non permette di stabilire quale potrebbe essere l'età oltre la quale sia effettivamente raccomandabile la somministrazione della quarta dose. C'è certamente un effetto protettivo, ma - a mio avviso - i dati presentati in questo studio non permettono di capire se un uso efficace e tempestivo dei trattamenti antivirali previsti per i contagiati ad alto rischio di gravi complicanze non consentirebbe di raggiungere una riduzione dei decessi superiore a quella ottenuta con la somministrazione diffusa della quarta dose vaccinale. Ulteriori studi sono necessari prima di poter trarre conclusioni sufficientemente dettagliate.

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