venerdì 16 aprile 2021

Aggiornamento sulla pandemia: 16 aprile

Mentre si sta discutendo del piano - più o meno accelerato - delle nuove aperture, i dati sulla pandemia forniscono indicazioni abbastanza incoraggianti, anche se permangono alcune criticità a cominciare dal numero dei decessi che non accenna a calare. Il numero assoluto di nuovi contagi è ancora leggermente superiore rispetto a quello registrato a fine gennaio, quando la variante inglese non era ancora dominante.

L'attuale andamento dei contagi risente ancora delle fluttuazioni osservate durante il periodo pasquale. Il picco negativo, osservato a causa della forte contrazione del numero di tamponi fatti a Pasqua e Pasquetta, è stato - almeno in parte - riassorbito nel corso di questa settimana. Aldilà delle consuete fluttuazioni giornaliere, si osserva una sostanziale stabilità dei contagi nel corso delle ultime due settimane. 

Nuovi contagi giornalieri

La stima dell'indice R basata sul mio consueto modellino empirico, evidenzia una proiezione per il prossimo 21 aprile pari ad 1. La proiezione, ancora da confermare, potrebbe essere stata fortemente influenzata dal "crollo" artificiale dei contagi registrato in occasione delle feste pasquali.

Indice di trasferimento del contagio, valutato a livello nazionale. I punti rossi sono le stime rilasciate dall'ISS che considerano solo i casi sintomatici. I punti blu sono il risultato del mio modellino empirico che tiene conto dei dati giornalieri dei contagi comunicati dalla Protezione Civile Nazionale

I dati sui ricoveri in ospedale sono, a mio avviso, molto più "robusti" dei dati dei contagi e - soprattutto - non sono facilmente manipolabili (specialmente quelli relativi alle terapie intensive). Osservando i dati sui ricoveri si osserva un miglioramento che - finalmente - ha assunto una velocità apprezzabile:

Variazione percentuale della media settimanale dei ricoveri nei reparti Covid (somma di tutti i reparti)

Anche il dato sull'occupazione delle terapie intensive è finalmente in discesa:

Ricoveri nei reparti Covid di terapia intensiva normalizzati per un campione di 100.000 abitanti.

Il numero di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva dipende da un equilibrio complesso. Durante l'ultima settimana ci sono stati mediamente 200 nuovi ricoveri al giorno mentre l'occupazione complessiva delle terapie intensive si è ridotta di circa 270 posti. Purtroppo, oltre alle guarigioni, dobbiamo tenere conto che, ogni giorno, nell'ultima settimana abbiamo registrato mediamente 400 decessi al giorno. Non è quindi sempre facile capire quanto il miglioramento in termini di riduzione dei posti letto occupati sia attribuibile ad un reale miglioramento della situazione oppure sia - almeno in parte - dovuto ad un numero ancora troppo alto di decessi.

Il parametro più sensibile per capire quale sia il vero andamento della situazione è - a mio parere - quello dei nuovi ricoveri in terapia intensiva. Vediamo qui di sotto la situazione dell'Italia e del Nord Est (escluso Friuli V. G.):

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva da fine gennaio fino a oggi. Il dato è normalizzato su un campione di 100.000 abitanti

Notiamo che l'Alto Adige (linea verde) conferma una tendenza verso un netto miglioramento, decisamente migliore rispetto al dato nazionale (linea nera). L'Alto Adige è l'unico territorio che registra attualmente un numero di nuovi ricoveri in terapia intensiva inferiore rispetto al dato di fine gennaio (prima della diffusione della variante inglese). Il dato nazionale (linea nera) ha raggiunto il massimo  intorno a metà marzo e da allora scende con andamento abbastanza regolare. Il Trentino (linea rossa) ha avuto mediamente - nell'arco dell'intero periodo considerato - i valori più alti. Nel corso delle ultime due settimane il dato del Trentino è finalmente sceso in maniera significativa ed attualmente è leggermente inferiore rispetto al dato nazionale. Anche il Veneto mostra chiari segni di miglioramento.

L'andamento dei nuovi ricoveri in terapia intensiva, oltre che dalla prevalenza virale (attualmente in calo), dipende anche dall'andamento delle vaccinazioni. Man mano che si coprono le categorie più esposte alle complicanze gravi della Covid-19 ci aspettiamo che, a parità di contagi, diminuiscano i nuovi ricoveri in terapia intensiva. Anche se  - mediamente - possono passare tra 1 e 2 settimane tra la comparsa dei primi sintomi e l'eventuale ricovero in terapia intensiva, il monitoraggio di tale parametro è senz'altro utile per avere un'idea abbastanza precisa sul reale impatto della pandemia. Ci aspettiamo che, nell'arco di un paio di settimane, il calo dei nuovi ricoveri possa tradursi anche in un calo dei decessi.

In conclusione, ci avviamo ad una fase di apertura generalizzata trascinandoci sulle spalle un fardello di contagi, ricoveri e decessi ancora imponente. La campagna vaccinale procede più lentamente di quanto sarebbe auspicabile e un qualsiasi "ritorno di fiamma" della pandemia ci riporterebbe rapidamente in una situazione estremamente critica. Per questo motivo è essenziale - a mio parere - monitorare accuratamente i dati relativi ai ricoveri Covid perché - alla fine - è lì che si giocherà la vera partita.

Finché i ricoveri caleranno, potremo ragionevolmente sostenere che la situazione sia sotto controllo. Ma bisognerà fare la massima attenzione ad eventuali segnali di inversione della tendenza.





10 commenti:

  1. IL PRESIDENTE FUGATTI E LA FUGA IN AVANTI

    In trentino cala anche l'incidenza cumulata settimanale per ogni 100mila abitanti, ora a 120, molto lontana dalla soglia critica 250.

    A seguito di questa classificazione, la Giunta Provinciale si è riunita per valutare lo scenario del territorio con gli esperti dell'APSS.

    L'Azienda sanitaria certifica il calo di contagi e ricoveri, perciò HA DATO L'OK alla proposta di "anticipare" le riaperture all'esterno del servizio nei ristoranti.

    (NdC) Con queste aperture e con le scuole superiori al 50-75%, il Trentino può essere una SONDA / un TEST per vedere se le cose funzionano:

    vediamo - con le dita incrociate - i dati da martedì in poi (nuovi contagi, ricoveri, passaggi in terapia intensiva, decessi...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà sono solo operazioni di facciata, fatte una settimana prima di quanto concordato a livello nazionale. giusto per dimostrare che "siamo diversi". Non c'è il tempo materiale affinché il Governo nazionale - ammesso e non concesso che lo volesse - possa intervenire per chiedere al TAR di annullare la delibera, prima che scatti la regola nazionale valida per tutti.

      Mi sembra l'ennesima dimostrazione di un approccio caratterizzato da scarse strategie e molte tattiche furbette.

      Quanto alla "certificazione" dei dati fatti dalla nostra APSS, stenderei un velo pietoso.

      Elimina
    2. Covid, troppi spostamenti e poche mascherine nei luoghi pubblici: la Germania va sempre peggio
      Angela Merkel: freno d’emergenza con incidenza pari a 100 ogni 100 mila abitanti

      Tonia Mastrobuoni (ansa) - 16 aprile 2021

      I numeri parlano chiaro: la parola d'ordine è mobilità. Stanchi della lunga apnea da pandemia, i tedeschi hanno ricominciato a muoversi. E con loro, il coronavirus. Negli ultimi giorni, secondo il "Monitoraggio sulla mobilità" dell'Istituto Robert Koch, i tedeschi si sono spostati solo il 22% in meno rispetto al periodo pre-Covid. Dunque i tedeschi si attengono sempre meno alle regole.

      Da fine marzo, stando al RKI, che elabora in forma anonima gli spostamenti dei cellulari, la tendenza sta lentamente ma costantemente "peggiorando" - e con essa i contagi. Oggi la Germania conta 25mila nuove infezioni, ieri erano state oltre 31mila. Nella media dell'ultima settimana si sono ammalati circa 20mila tedeschi al giorno. La media dell'incidenza è salita a 160 INFETTI ogni 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni.

      Angela Merkel, con un atto d'imperio, ha cancellato la scorsa settimana la conferenza con i Land e formulato una legge che è approdata oggi al Bundestag. E nella sua relazione alla Camera Bassa del Parlamento tedesco, la cancelliera ha ribadito che "il virus non perdona ritardi" e ha motivato la misura più forte del pacchetto, il coprifuoco dalle 21 alle 5 di mattina, così: "Il punto è ridurre i contatti, dobbiamo ottenere una limitazione della mobilità". Dopo le 21 si potrebbe girare soltanto per motivi di lavoro o per portare a spasso il cane.

      Il cosiddetto "FRENO DI EMERGENZA" dovrebbe scattare ogni volta che i contagi superano un incidenza cumulata settimanale pari a 100 ogni 100mila abitanti: "è indispensabile, persino tardivo", ha scandito davanti ai parlamentari. Oltre a far scattare automaticamente il coprifuoco, la nuova legge ridurrebbe gli incontri privati a 2 nuclei di conviventi e massimo 5 persone, esclusi i minori di 14 anni e imporrebbe la chiusura dei negozi. Il "freno d'emergenza" verrebbe sospeso soltanto dopo 3 giorni consecutivi di incidenza sotto quota 100.

      "Il quadro è molto grave", ha precisato Merkel, ricordando che il coprifuoco è già applicato "da mesi" in alcuni land. E che la situazione dei pazienti in condizioni gravi è ormai al limite della sostenibilità, per il sistema sanitario. Al momento sono oltre 5.600 i pazienti in terapia intensiva. "Chi siamo noi per ignorare le grida di aiuto dei medici? Non possiamo lasciare medici e personale sanitario da soli, non possono vincere la guerra contro il virus da soli". Per la cancelliera "dobbiamo fare di tutto per spezzare la terza ondata da pandemia".

      Ma ci sono molti dubbi - anche da parte di giuristi che consigliano la Cancelleria, secondo indiscrezioni - sull'applicabilità del coprifuoco, oltre a timori che possa essere spazzato via dai ricorsi. Perciò alcuni politici chiedono che oltre al criterio dell'incidenza ne vengano considerati altri - l'andamento delle vaccinazioni, il tasso di riproduzione del virus o la quota dei tamponi positivi - per farlo scattare.

      Elimina
    3. Riaperture, a Italia Viva (2%) il piano del Governo non basta:
      “Anche piscine e palestre ripartano già da maggio. Rivedere la road map”

      La senatrice renziana Daniela Sbrollini si dice perplessa "sul ritorno alle attività di piscine, delle palestre e degli impianti sportivi al coperto SOLO dal mese di giugno". Chiede quindi al governo di "rivedere questa decisione ed aprire già dai primi di maggio per non escludere totalmente queste attività dalle importanti funzioni sociali".

      Italia Viva è più aperturista della Lega. Se ieri Salvini aveva definito il piano di riaperture del governo come “l’inizio di un percorso di ritorno alla normalità”, ai renziani la road map di Mario Draghi sembra non bastare.

      La responsabile del “cantiere cultura e sport” di Italia Viva cita quindi “numerosi” e non meglio precisati “studi scientifici“: secondo Sbrollini “confermano che le piscine sono luoghi sicuri e che i parametri applicati NEI PROTOCOLLI garantiscono misure più che sufficienti per scongiurare il contagio”.

      Elimina
    4. Brugnaro: “A Venezia pronti a riaprire tutti i musei il 24 e 25 aprile”
      Il sindaco Luigi Brugnaro ha dichiarato che la città è pronta a riaprire
      veneziatoday.it - 15 aprile 2021

      Intervenendo in diretta allo spazio Focus Economia su Radio 24, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha dichiarato ieri che la città della laguna è pronta per aprire. “Siamo pronti ad aprire tutti i musei della città sabato 24 e domenica 25 aprile” ha commentato, auspicando e invitando il Governo a riaprire i luoghi della cultura dopo le chiusure dovute alle misure restrittive causa pandemia da Covid-19.

      "Riapriremo in modo scaglionato le attività, anche i ristoranti, ma iniziamo con i musei con le dovute precauzioni“ ha aggiunto. ”Ora siamo in zona arancione, ma con i dati che vedo si può passare in giallo". Con il passaggio in zona gialla infatti, secondo decreto, le sedi museali potrebbero riaprire.

      Elimina
  2. Lettere / Il direttore risponde
    ladige.it - 16 aprile 2021

    Noi professori meritiamo il vaccino - Federico

    Buongiorno, scrivo all'Adige perché forse siete gli unici che potete far sentire a dovere il problema: ormai mi pento di esercitare questa misconosciuta professione, dopo tanti anni di insegnamento con serietà e massima dedizione (sempre riconosciuta da genitori e ragazzi) e ben oltre le 40 ore settimanali (il nostro è l'unico lavoro per il quale tutti ci fanno i conti in tasca), e mi chiedo se il vedere una media di 120 ragazzi al giorno e lo stare con loro in mensa (senza mascherine ovviamente) merita la sospensione della tutela del vaccino.

    Per noi non è solo una questione di rischio: riprendere a vaccinarci per stare con i ragazzi in sicurezza sarebbe anche un riconoscimento della nostra funzione e del nostro ruolo, che viene sempre menzionato da disdicevoli fatti di cronaca per l''inadeguato comportamento di qualche collega e quasi mai valorizzato come fondamentale fattore di coesione e crescita sociale.

    Credo la nostra salute meriti la giusta attenzione, come quella delle Forze dell'ordine.

    ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

    Io avrei vaccinato anche gli studenti - Alberto Faustini, direttore

    La vostra situazione è davvero paradossale: siamo passati da una sorta di obbligo di vaccinazione per tutti i docenti (e la cosa curiosa è che si sono tuffati sulla cosa anche quei professori universitari che da tempo vedono gli studenti, in ogni senso, da una grande distanza) ad una frenata brusca e incomprensibile nei confronti dell'intero mondo della scuola.

    Io avrei vaccinato anche gli studenti, perché - e non smetterò mai di ripeterlo – VACCINARE DOCENTI E DISCENTI significa davvero investire sul futuro e far ripartire il mondo.

    Fra l'altro vi hanno in un certo senso spezzato: fra voi c'è chi si è vaccinato (i tanti professori che sono riusciti a farlo in tempo) e chi, a questo punto, non sa nemmeno quando potrà vaccinarsi.

    Fra le specialità italiane bisogna inserire anche il paradosso. Fra l'altro mi sembra, questo stop, anche una complicazione dal punto di vista organizzativo, perché immagino che adesso in molti non capiranno più.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Personalmente trovo queste polemiche sulle categorie che "meriterebbero" di essere vaccinate per prime abbastanza stucchevole.

      Purtroppo tutta questa storia di anticipare la vaccinazione di persone "giovani" appartenenti a talune categorie è nata a causa dell'idea iniziale (rivelatasi poi sbagliata) che il vaccino AstraZeneca fosse utilizzabile solo sotto i 55 anni. Senza questa sciagurata scelta, forse anche l'Italia avrebbe seguito il criterio dell'età (burocrati, parenti e amici a parte).

      In Svizzera hanno usato solo il criterio della fragilità, legato all'età e alla presenza di talune patologie.

      Neppure i medici svizzeri hanno avuto un accesso prioritario, a parte coloro che lavorano nelle RSA ed in reparti dove sono ricoverati pazienti particolarmente fragili che non possono essere vaccinati.

      Usando più o meno gli stessi vaccini dell'Italia (in rapporto alla popolazione), la Svizzera ha ottenuto risultati decisamente migliori.

      Va anche detto che la Svizzera usa solo Pfizer e Moderna (che produce in loco) e non ha mai autorizzato AstraZeneca. Johnson & Johnson è stato autorizzato, ma non è stato acquistato dal Governo svizzero per la somministrazione ai suoi cittadini.

      Questo ha evitato alla Svizzera le polemiche ed i dubbi legati all'utilizzo dei vaccini a vettore virale.

      Elimina
  3. Coprifuoco dopo le 22, Salvini in pressing: "Lo cancelleremo"
    Adnkronos – domenica 18 aprile 2021

    Sul coprifuoco e le riaperture dei ristoranti anche al chiuso Matteo Salvini va in pressing. Il leader della Lega chiede un ulteriore passo al premier Mario Draghi, dopo l'annuncio sulle riaperture nel paese a partire dal 26 aprile. "Riapertura bar, ristoranti, attività sportive, economiche e culturali all’aperto entro aprile. Fatto.

    Prossimi obiettivi: anticipare riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22. Avanti, non si molla", ha scritto il leader della Lega sui suoi canali social.

    Quella di Salvini non è l'unica voce del centrodestra che chiede di cancellare la regola che impone di stare in casa dalle 22 alle 5. "Misure come il coprifuoco, misure sulla limitazione della libertà personale degli individui in una nazione libera e democratica non sono concesse al governo, non è nelle prerogative del governo stabilire se e quando puoi uscire di casa", ha rimarcato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia.

    "Noi - ha aggiunto - lo abbiamo tollerato perché c'era l'emergenza, c'era la pandemia, perché siamo stati responsabili, perché siamo stati un popolo serio, ma dopo oltre un anno non è più consentito chiudere la gente dentro casa, oltre tutto se non ci sono delle ragioni per farlo, perché il coprifuoco CON IL COVID non c'entra niente".

    Il tormentone delle prossime settimane sarà sul coprifuoco e forse anche sul “pass” che il governo potrebbe introdurre per consentire maggiore libertà di spostamento. Dopo l’ok di Mario Draghi a una progressiva riapertura delle attività a partire dal 26, fonti di governo escludono che il tema del coprifuoco possa essere affrontato nel decreto che verrà varato nei prossimi giorni per reintrodurre le zone gialle e per consentire il primo allentamento delle restrizioni descritto dal premier venerdì in conferenza stampa.

    Letta (PD): «Avanti con gradualità». Anche i virologi sono divisi, il professor Galli contrario: «Mi tremano le gambe»

    RispondiElimina
  4. La previsione della Fondazione Gimbe: “Calo dei contagi fino a metà maggio, poi inevitabile nuova crescita”

    Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, fa una previsione in vista delle riaperture che ci saranno dal 26 aprile: la curva dei contagi e dei ricoveri, secondo le stime della Fondazione, dovrebbe continuare a scendere fino a metà maggio, ma con il ritorno delle zone gialle da quella data i nuovi casi di Covid-19 potrebbero di nuovo risalire.

    https://www.fanpage.it/

    RispondiElimina
  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina