mercoledì 28 aprile 2021

Il Brasile nega l'autorizzazione all'importazione del vaccino Sputnik V per un problema legato alla possibilità di replicazione dell'adenovirus

 

Secondo un comunicato delle Autorità sanitarie brasiliane il vaccino russo Sputnik V presenterebbe seri rischi associati alla capacità di replicazione degli adenovirus utilizzati nel vaccino (due diversi adenovirus per la prima e la seconda dose). Analogamente agli altri vaccini a virus vettore, il vaccino russo utilizza un adenovirus per produrre la proteina spike che "addestra" il sistema immunitario della persona vaccinata, inducendo l'immunità verso il virus SARS-CoV-2. 

La condizione essenziale per il funzionamento di questi vaccini è che il virus vettore sia neutralizzato e non sia in grado di replicarsi. Misure di laboratorio fatte dalle Autorità sanitarie brasiliane su diversi campioni del vaccino Sputnik V avrebbero mostrato la presenza di adenovirus in grado di riprodursi.

A seguito di questo evento è stata negata l'autorizzazione all'importazione in Brasile del vaccino Sputnik V. Non è chiaro se il problema valga in generale o sia limitato al lotto di vaccino preparato per essere esportato in Brasile. Se confermato, questo risultato metterebbe la pietra tombale sulle speranze che il vaccino Sputnik V possa essere rapidamente autorizzato dall'EMA per la somministrazione in Europa.

Il produttore russo, in un suo commento, ha attribuito la decisione delle Autorità sanitarie brasiliane a non meglio specificate "motivazioni politiche". In questo particolare momento, le considerazioni geopolitiche si mescolano fatalmente con quelle di carattere scientifico e sanitario. Difficile capire cosa sia effettivamente accaduto. 

Molti hanno segnalato le notevoli difficoltà incontrate dalla Russia per la produzione del suo vaccino. Inoltre è poco credibile che un Paese che si trova in una situazione sanitaria particolarmente grave come il Brasile, si inventi dati falsi per rifiutare un vaccino che potrebbe essere di grande aiuto per uscire dallo stato di crisi. Sappiamo però che, a volte, le decisioni di natura politica possono prendere il sopravvento su qualsiasi valutazione di carattere etico. 

Nel corso delle prossime settimane - forse - si potrà chiarire meglio cosa sia effettivamente accaduto.

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