martedì 6 aprile 2021

Attese a breve novità sul vaccino AstraZeneca

 L'Università di Oxford oggi (6 aprile) ha annunciato di aver sospeso la sperimentazione del vaccino AstraZeneca su bambini e ragazzi di età compresa tra i 7 ed i 17 anni. La decisione è stata presa "in attesa di un'analisi sui possibili legami tra il farmaco ed episodi di trombosi tra gli adulti"

In una intervista rilasciata al "Messaggero" il dott. Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di EMA, ha dichiarato

"è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine». 

In particolare, il dott. Cavaleri faceva riferimento ad alcuni rari casi di trombosi cerebrale registrati principalmente tra persone di età inferiore ai 55 anni, in maggioranza donne.

Al momento la situazione non è stata ancora ben chiarita dal punto di vista statistico perché abbiamo a che fare con poche decine di eventi avversi a fronte di milioni di dosi di vaccino somministrate. Tra l'altro non è chiaro se questi eventi possano essere collegati al solo vaccino AstraZeneca oppure se siano in qualche modo dovuti alla particolare tecnologia utilizzata (adenovirus usato come vettore vaccinale). In questo secondo caso potremmo aspettarci eventi simili anche con altri vaccini (Johnson & Johnson e Sputnik V) che utilizzano la stessa tecnica.

Il fatto che si parli di eventi rarissimi non basta per liquidare il problema come "statisticamente irrilevante". Parliamo infatti di eventi che riguardano in modo particolare persone giovani ed in buone condizioni generali di salute. Sono persone che, anche in caso di contagio da SARS-CoV-2, corrono rischi estremamente ridotti di contrarre forme gravi di Covid-19 ed il rischio associato alla vaccinazione, per quanto trascurabile, potrebbe non essere completamente giustificato. 

Tale argomentazione non vale ovviamente per le persone di età superiore ai 65 anni, che corrono seri rischi di contrarre forme gravi di Covid-19 e per le quali non sono stati segnalati casi di rare trombosi cerebrali analoghi a quelli accaduti a persone più giovani,

Durante le ultime due settimane, numerose Autorità sanitarie nazionali hanno adottato misure di limitazione della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Si tratta di provvedimenti presi in ordine sparso, talvolta dimenticando di valutare il numero di decessi Covid che potrebbero essere causati dai rallentamenti indotti nelle operazioni vaccinali. 

Di fronte alla possibilità che avvengano rari eventi avversi, la valutazione accurata del rapporto costi-benefici è una operazione molto delicata che si deve basare su una raccolta di dati ampia e ben verificata. Purtroppo tali valutazioni richiedono tempo, ma quando la pandemia imperversa, il tempo è un bene prezioso e non sempre disponibile. 

Oggi è iniziata una riunione del comitato EMA incaricato di seguire la questione ed è presumibile che, a breve, ci sarà una nuova presa di posizione dell'EMA che potrebbe aiutarci a chiarire questa intricata questione. 

Secondo notizie non ancora ufficialmente confermate, le Autorità britanniche starebbero considerando la possibilità di non somministrare più il vaccino AstraZeneca alle persone più giovani. A livello italiano si sta muovendo l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che, oggi nel tardo pomeriggio, dovrebbe avere un incontro con i vertici del Ministero della Salute per valutare se sia il caso di introdurre, anche in Italia, talune limitazioni alla somministrazione del vaccino AstraZeneca.

6 commenti:

  1. ADNKRONOS 14:58
    Sul vaccino AstraZeneca "è possibile, plausibile e probabile che Ema dica ciò che già le agenzie regolatorie in Francia e in Germania hanno deciso, ovvero di limitare l'uso" del vaccino "ai soggetti over 60". A dirlo è Sergio Abrignani, immunologo della Statale di Milano e membro del Comitato tecnico-scientifico, ospite di 'Timeline' su SkyTg24.

    __Nel frattempo, lavori in campagna permettendo, ho aggiornato a domenica di Pasqua, 4 aprile 2021, i miei 7 parametri regionali e nazionali che danno la situazione Covid in Italia. Il relativo file, che contiene anche i valori delle due settimane precedenti, si trova al seguente indirizzo:

    https://www.dropbox.com/s/mlui65on58jq54i/2021_%204_%204%20Quadri%207%20parametri%20Covid.pdf?dl=0

    __Mi baso sui dati della Protezione Civile Nazionale, azzerati al 1 agosto 2020 che fisso convenzionalmente come inizio della seconda ondata, poiché dopo il 2/8/2020 il numero nazionale degli “attualmente infetti” è aumentato continuamente fino al 22/11/2020. Gli “attualmente infetti” sono poi poco più che dimezzati, al 19/2/2021 e poi risaliti della metà, fino a domenica 28/3 e dopo altri 7 giorni rimasti pressoché costanti. Variazioni da “convivenza col virus”.

    __L’ultima colonna in tabella dà informazioni su come sia cambiato, in media, fra le due ultime settimane, il denominatore per i parametri 3,5,6,7.

    __Ho aggiunto un’ultima colonna a destra per capire meglio quanto sia stato l’impegno settimanale delle Regioni/PPAA ad individuare infetti sconosciuti, calcolando le “persone testate” ogni 100.000 abitanti.
    Sono un sottoinsieme non esattamente definito, che io sappia, delle persone non notoriamente infette sottoposte ora a tampone, ma che comunque penso che statisticamente non sia troppo disomogeneo fra le diverse Regioni/PPAA.

    Limitatamente al Trentino e alle 3 Regioni/PA limitrofe, riporto qui di seguito i valori attuali dei 7 parametri ricavati dalla tabella di cui sopra.
    Fra parentesi i valori della settimana precedente. Per la PA di Bolzano restano delle incongruenze dovute all’aggiunta dei molti nuovi infetti il 22 marzo, che ora incidono sugli attualmente infetti.
    Ho segnato con un asterisco (*) i valori settimanali di Bolzano influenzati da questo “aggiustamento”.

    Ecco i confronti diretti coi nostri vicini:

    1. INFETTI TOTALI ogni 100.000 ab.:
    __Italia 5735 (5451), PA Trento 6766 (6579), PA Bolzano 12527 (12378*), Veneto 7546 (7339), Lombardia 6525 (6280).

    2. NUOVI INFETTI nell’ultima settimana ogni 100.000 ab.:
    __Italia 228 (258), Trento 187 (252), Bolzano 149 (2154*), Veneto 207 (248), Lombardia 245 (285).
    Altri Paesi: Spagna 86 (60), UK 40 (55), Olanda 288 (295), Danimarca 91 (78), (Francia 413 (392), Germania 135 (138), Giappone 12 (10), SudCorea 7 (6), Australia 0,3 (0,3).

    3. NUOVI INFETTI SU ATTUALI INFETTI nell'ultima settimana:
    __Italia 3,4% (3,9%), Trento 5,1% (5,8%), Bolzano -------((3,2%)), Veneto 3,8% (4,4%), Lombardia 3,7% (4,0%).

    4. DECESSI totali su INFETTATISI totali (con i due intervalli temporalmente sfasati come si deve):
    __Italia 2,5% (2,6%), Trento 2,7% (2,8%), Bolzano 1,6%* (1,6%*), Veneto 2,6% (2,6%), Lombardia 2,5% (2,5%).

    5. MORTI su USCITI dal virus (= morti + guariti) nell'ultima settimana:
    __Italia 2,2% (1,9% ), Trento 1,4% (1,2%), Bolzano 2,4% (0,1%*), Veneto 1,7% (1,6%), Lombardia 2,0% (2,1%).

    6. ATTUALI RICOVERATI SU ATTUALI INFETTI, media per l’ultima settimana:
    __Italia 5.8% (5,7%), Trento 8,6% (7,5%), Bolzano 15,1%* (15,1%*), Veneto 5,1% (4,5%), Lombardia 8,1% (7,8%).

    7. TERAPIE INTENSIVE su ATTUALI INFETTI, media dell'ultima settimana:
    __Italia 0,66% (0,64%), Trento 1,73% (1,41%), Bolzano 0,74%* (3,17%*), Veneto 0,74% (0,63%), Lombardia 0,90% (0,83%).

    __I primi tre parametri dipendono dalla gestione politica dell'epidemia (chiusure, aperture e controlli), mentre gli altri quattro dalla gestione sanitaria degli infetti.

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  2. Qualche considerazione sui miei nuovi dati:

    1. La PA di Bolzano è sempre nettamente in testa, con una prevalenza di oltre 12500 contagi ogni 100.000 abitanti in questa lunghissima e un po’ variegata seconda ondata nella quale si è deciso di convivere col virus. Seguono a distanza Friuli V.G. con quasi 8000 e Veneto con 7500.

    2. La Valle d’Aosta, nelle ultime 4 settimane, ha DECUPLICATO l’incidenza settimanale, ora al doppio della media nazionale, anche perché ha cambiato politica verso il Covid e GLI INFETTI, FINALMENTE, LI VA A CERCARE, come mostrano le quasi 2200 “persone testate”, quasi come il Lazio, ogni 100.000 abitanti nell’ultima colonna. Per confronto, il Trentino è a 406, perciò oltre 5 volte meno e nella media delle ultime 4 settimane è a 508: QUEL CHE NON SI CERCA NON SI TROVA.
    Seguono, quasi appaiati, Piemonte e Puglia, ma il primo con più scheletri nell’armadio, vista la maggiore percentuale di ricoveri e di terapie intensive.
    Fra gli altri Paesi, la Spagna ha un po’ allentato la stretta e risale, UK continua a migliorare, fra confinamento e vaccini, la Francia è sempre in difficoltà, il Giappone comincia forse a risentire del movimento dall’estero in vista dell’Olimpiade. Ho aggiunto la Danimarca, dopo il confronto del Prof. Bassi fra le mortalità di Svezia e Danimarca: a vaccini sta poco meglio di noi, ma attualmente le chiusure un po’ più serie la trovano ad un’incidenza più che dimezzata rispetto alla nostra, però in aumento.

    3. Nel Trentino e non molto diversamente in molte altre Regioni, c’è una diminuzione del 12% circa dei nuovi infetti sugli attuali.
    Noi restiamo al 4° posto, con la metà in più rispetto alla media nazionale, a causa della cronica sovrastima dei guariti, tant’è che anche questa settimana abbiamo, dopo il Molise, la più sensibile diminuzione degli attuali infetti, pur essendo ben più alti della media sia per ricoveri che, soprattutto, per terapie intensive.

    4. La letalità generale vede ancora prima la Valle d’Aosta, mentre il Friuli V.G. scende quanto basta per lasciare solo il Molise al 2° posto.

    5. La letalità settimanale è molto più variabile di quella generale: c’è un balzo della Sicilia che triplica il suo numero in una settimana, senza dare spiegazioni nelle note del file della Protezione Civile. Il Trentino è risalito ai valori di metà febbraio, sempre molto più bassi di quelli invernali.

    6. Per la percentuale di ricoverati sugli attuali infetti, la PA Trento è al quinto posto, passata, rispetto alla media nazionale, dal +32% al +48%.

    7. In Italia, i pazienti Covid in terapia intensiva sono aumentati del 3%, ma in Trentino del 23%, pari ora a DUE VOLTE E MEZZO quelli nazionali, raffrontati agli attuali infetti; la nostra situazione è più pesante di quella della scorsa settimana. Si pone sempre la stessa domanda: è colpa del nostro Sistema Sanitario locale che proprio non sa prevenire casi gravi, oppure la colpa è della politica, che non vuole andare a cercare gli infetti e li lascia circolare liberamente, affrettandosi anche a dichiarare le guarigioni dopo un numero di giorni ben inferiore alla media nazionale e trovandosi, per questi due motivi, con un numero di attuali infetti inverosimilmente basso?

    E allora viene spontanea una domanda cruciale: quante sono, adesso, in Trentino, le persone che infettano? Mille? Non molte di più. ANDATE A CERCARLI !!. Così questa storia sarà ridimensionata.

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    1. Dal punto 7 deduco che:

      se i pazienti Covid in terapia intensiva in Trentino sono ora a 2.5 VOLTE quelli nazionali, raffrontati agli attuali infetti;

      se APSS non vuole andare a cercare gli infetti e li lascia circolare liberamente,

      CONSEGUENZA 1: il numero quotidiano di "nuovi contagi" va moltiplicato - diciamo - per 2 per essere realistico.

      CONSEGUENZA 2: Rt resta il medesimo perché nei rapporti il 2 si semplifica

      CONSEGUENZA 3: l'incidenza schizza ben oltre la quota soglia di 250... e torna "hot dark red"

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  3. I “furbetti” dei vaccini sono tutti “autorizzati”
    Annarita Digiorgio - Il Foglio - 19 mar 2021

    "Il piano vaccini in vigore è l’ultimo approvato, il 10 marzo, dalla conferenza Stato Regioni”, ha detto mercoledì mattina il Ministro Speranza in audizione alla Camera, rispondendo a una domanda dell’onorevole Gemmato (Fratelli d’Italia). Il piano di Speranza è quello che regolamenta, o almeno dovrebbe, le direttive generali sulla campagna vaccinale e i destinatari della stessa. Quello che il Ministro aveva sempre detto che “è stato approvato dal Parlamento e solo in quella sede può essere modificato”. Una risposta comoda per allontanare tutte le richieste, alcune anche legittime, fatte da parte di sindacati o corporazioni.

    Poi però è arrivato AstraZeneca, che in un primo momento aveva il limite di età dei 55 anni, e così - senza passare dal Parlamento - il piano vaccini l’8 febbraio è stato aggiornato, attraverso UNA ORDINANZA del Ministro Speranza. Ma essendo solo un “atto non regolamentare”, e quindi contenendo solo “linee guida e raccomandazioni”, le Regioni si sono sentite libere di inserire come categorie essenziali chi ritenevano.
    - così la Toscana ha inserito il personale giudiziario, la Puglia i dipendenti regionali, la Campania i giornalisti.
    - il Lazio da oltre un mese procede esclusivamente per classi di età dai più anziani a scalare,
    - e la Valle d’Aosta vaccina secondo UN ALGORITMO che calcola le priorità in base al rischio specifico.

    Il nuovo Piano del 10 marzo dunque dovrebbe andare in questa direzione, come confermato dal Ministro Speranza, eppure non è ancora così. Perché quel Piano al momento è stato solo mostrato in Conferenza Stato Regioni che ne ha preso atto, ma non è stato approvato né con un Decreto ministeriale tanto meno dal Parlamento. Tecnicamente è un piano “carbonaro”, che non ha alcun valore. Tant’è che le Regioni lo stanno ignorando, continuando con i loro calendari: corporazioni, ordini, e lobby in base alla priorità di potere sindacale.

    Facciamo l’esempio della Puglia. Nonostante il nuovo piano le abbia depennate, continuano le vaccinazioni a magistrati e cancellieri in tutte le ASL pugliesi perché “noi agiamo in base alla circolare della Regione Puglia che non è mai stata soppressa, il Piano nazionale la integra soltanto senza sopprimerla”.

    Del resto che la linea sia questa è confermato proprio dall’ultima circolare dell’assessore Lopalco con cui fa terminare la somministrazione di AstraZeneca agli insegnanti il 14 marzo, ma inizia la prenotazione degli under 80 dal 29 marzo. Con 15 giorni DI BUCO, per vaccinare non si sa chi.

    Da dichiarazioni dell’assessore dovrebbero far parte dei servizi essenziali da vaccinare anche LETTORI dei contatori idrici e OPERAI dell’Enel, oltre a GIORNALISTI. Il professor Pierluigi Lopalco, Assessore alla Salute della Regione Puglia, proprio a tale riguardo nei giorni scorsi è stato chiamato in procura. Un lungo colloquio col PM, che ha aperto un fascicolo d’indagine per la gestione della campagna vaccinale in Puglia.

    Emiliano, sin dalla fase 1, ha esteso le maglie dei “sanitari”: medici in pensione, privati, 5 mila studenti, amministrativi, e persino costruttori di ospedali ancora alle battute di cemento. Tutti vaccinati. Per Lopalco anche i sindaci erano autorizzati nella prima fase in quanto “ufficiali sanitari”.

    Non esiste nessun “furbetto”: sono tutti regolarmente AUTORIZZATI da un allargamento fuori misura delle categorie prioritarie da parte della Regione, che se a gennaio dichiarava di avere 70 mila sanitari, a oggi ne registra vaccinati 178 mila, più del doppio.

    Secondo uno studio di Matteo Villa per ISPI, l’Italia ha vaccinato solo il 6% della popolazione over 80 contro il 28% di Francia e Germania, mentre se avessimo concentrato i vaccini nella fascia di popolazione più a rischio oggi conteremmo già un abbattimento della letalità del 48%, un calo dei decessi del 25%, e conteremmo 2.200 morti IN MENO nell’ultimo mese.

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  4. Vaccini in Puglia, tra i “furbetti delle dosi”
    ci sono minori e finti volontari
    Redazione ANSA Bari - 03 aprile 2021

    Tra dicembre e febbraio in Puglia c'è stata una corsa alle vaccinazioni. La volata però non ha riguardato over 80, fragili o ammalati costretti a letto, ma minorenni e gente che si è iscritta ad hoc alle associazioni di volontariato per poi sventolare la tessera e pretendere il vaccino, beneficio questo che è stato concesso. Sono alcuni dei dati che emergerebbero dalle inchieste del Nucleo ispettivo regionale sanitario pugliese (Nirs) su quanti si sarebbero vaccinati non avendone diritto.

    Secondo le indagini, in Puglia dallo scorso dicembre fino a metà febbraio alcune decine di minorenni, tra i 14 e i 17 anni, sono riusciti a vaccinarsi pur non avendone diritto. Con loro anche alcune decine di persone che hanno approfittato della dicitura “VOLONTARI” ai quali era concesso il vaccino prima di una circolare regionale che ne ha specificato la tipologia, ovvero i volontari del servizio 118, quelli che portano le bombole a casa dei pazienti con il Covid, e quelli che lavorano nel servizio di emergenza-urgenza.

    Su come i minorenni abbiano potuto ottenere la vaccinazione, il coordinatore del NIRS, avvocato Antonio La Scala, non sa dare una spiegazione: "Non so come abbiano fatto, quel che è certo è che non ne avevano assolutamente diritto". Gli "SLEALI" che si sono vaccinati senza averne diritto hanno tolto il vaccino a persone che ne avevano bisogno e che poi, in molti casi, sono morte".

    L’avvocato Antonio La Scala è stato intervistata a Rdio24 da Alessandro Milan nel corso della trasmissione “Uno, nessuno, 100Milan”:

    https://podcast-radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/2021/210407-uno-nessuno-100milan.mp3?awCollectionId=uno-nessuno-100milan&awEpisodeId=210407-uno-nessuno-100milan

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