lunedì 12 aprile 2021

L’orizzonte incerto delle vaccinazioni anti Covid

Aldilà dei ritardi che caratterizzano l’attuale sviluppo della campagna vaccinale in molti Paesi europei, la situazione complessiva delle vaccinazioni a livello mondiale è ancora piena di incognite. Ci sono numerosi problemi aperti e si sta consolidando un vasto consenso sul fatto che le vaccinazioni anti Covid potrebbero essere necessarie ancora per molti anni.

Qui di seguito ho provato ad elencare alcuni dei punti che - secondo me - sono più rilevanti:
  • Israele e Gran Bretagna si apprestano a tornare ad una vita quasi “normale” grazie al risultato delle estese campagne vaccinali sviluppate nei due Paesi. Pur seguendo strategie vaccinali molto diverse, Israele e Gran Bretagna sono riusciti ad ottenere una sostanziale riduzione sia dei contagi che dei decessi. Non sappiamo se questi risultati saranno duraturi nel tempo, ma intanto sono stati raggiunti. 
  • Da altri Paesi come Ungheria e Cile arrivano segnali che sembrano negare la validità della equazione “più vaccini = meno contagi e meno decessi”. Malgrado ambedue i Paesi siano molto avanti nella vaccinazione dei loro cittadini, il livello dei contagi e dei decessi è ancora elevatissimo e sembra che le campagne vaccinali abbiano avuto una influenza trascurabile sull'evoluzione della pandemia. Potrebbe essere un effetto legato al vasto uso di vaccini cinesi, caratterizzati da una limitata efficacia. Si tratta comunque di casi che vanno approfonditi, anche alla luce della possibile circolazione di nuove varianti virali o di particolari situazioni sociali che potrebbero aver ridotto l’impatto delle campagne vaccinali.
    Somministrazione di almeno una dose vaccinale in alcuni Paesi tra cui l'Italia. Tratto da Our World in Data

Andamento della prevalenza virale (casi per ogni 100.000 abitanti misurati nel corso delle ultime due settimane) in funzione della percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose vaccinale in alcuni Paesi tra cui l'Italia. La linea tratteggiata è una linea per gli occhi e non ha alcuna pretesa predittiva

 
Andamento dei decessi Covid (casi per ogni 100.000 abitanti misurati nel corso delle ultime due settimane) in funzione della percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose vaccinale in alcuni Paesi tra cui l'Italia. Il dato ungherese (pari a circa 36 decessi) non è mostrato perché è molto fuori-scala. Il dato della Gran Bretagna è probabilmente sotto-stimato. La linea tratteggiata è una linea per gli occhi e non ha alcuna pretesa predittiva

  • I dati dei contagi e dei decessi negli Stati Uniti mostrano un forte miglioramento rispetto al picco pandemico registrato all'inizio del 2021, ma da circa un mese e mezzo sembra che i contagi abbiano smesso di scendere. Non si capisce se ci sia un effetto legato alla circolazione di nuove varianti o se sia semplicemente il risultato di riaperture troppo affrettate. In altre parole le vaccinazioni (che tra l'altro in USA si fanno con le due dosi alle distanze canoniche) da sole non bastano per azzerare il picco pandemico.
  • Al momento non abbiamo dati attendibili sulla durata temporale della protezione fornita dai vaccini. Semplicemente non c’è stato ancora il tempo per misurarla. Tuttavia, anche assumendo che la protezione possa durare a lungo (due o più anni), la diffusione di nuove varianti virali insensibili agli attuali vaccini potrebbe costringerci alla somministrazione di richiami periodici. Si porrà il problema di passare dalla attuale fase emergenziale ad un nuovo approccio, non dissimile rispetto a quello che viene seguito per contrastare le epidemie influenzali stagionali.
  • Aldilà degli aspetti organizzativi, la scelta dei vaccini dovrà tenere conto del fatto che i prodotti basati su un vettore virale non sono adatti per somministrazioni ripetute (a meno di non cambiare ogni volta l’adenovirus che viene utilizzato come vettore). 
  • Alla luce delle considerazioni precedenti, sembra che i vaccini del tipo ad mRNA si stiano affermando come i più efficaci ed affidabili tra tutte le diverse tipologie di vaccini attualmente presenti sul mercato. Senza contare che i vaccini basati su questa tecnologia sono quelli più facilmente adattabili alle nuove varianti. Se questa valutazione fosse confermata, sarà opportuno riconsiderare anche alcune scelte strategiche di medio-lungo periodo come quella italiana di sostenere lo sviluppo di un vaccino nazionale del tipo a vettore virale.
  • Rimane irrisolto il problema della vaccinazione della parte più povera del Mondo. Aldilà degli aspetti etici che pochi sembrano rammentare, ignorare questo problema significa lasciare una autostrada aperta per le varianti virali, con potenziali ricadute negative per tutti, anche i più ricchi. 
  • Si alzano numerose le voci che chiedono di eliminare i brevetti dai vaccini, liberalizzandone la produzione. Peccato che oltre al brevetto, bisognerebbe avere accesso anche al cosiddetto know-how, il che significa poter formare personale ad altissimo livello di specializzazione e disporre di sofisticate attrezzature. Senza contare che se non si continua a fare ricerca avanzata, gli attuali vaccini potrebbero diventare, già tra pochi mesi, delle armi spuntate. C’è senz’altro il problema del ruolo che gli Stati e le Organizzazioni internazionali devono svolgere per sviluppare una adeguata capacità produttiva e per distribuire i vaccini con costi contenuti ed in modo diffuso, ma la battaglia sui brevetti rischia di diventare – a mio avviso – una questione di impatto più ideologico che pratico.

8 commenti:

  1. 1- Vaccinazioni, prima gli anziani. Anche in Trentino si procederà per età
    2- Sospese le vaccinazioni per il personale scolastico e per le forze dell'ordine.
    3- le date delle seconde dosi Pfizer e Moderna saranno posticipate per tutti

    TgrTrento

    L'indicazione arrivata dal Governo Draghi da mercoledì 14 aprile sarà applicata rigorosamente anche in Trentino. E cioè per le vaccinazioni la priorità va data in prima battuta agli anziani e il criterio dell'età diventerà il primo.

    Il presidente Fugatti è stato chiaro: "Si vaccina PER RISCHIO e l'età rappresenta il rischio principale per contrarre la CoVid-19. Dunque dal 14 aprile gli over 80 e gli over 70 ancora non vaccinati avranno la priorità sulle altre classi di età e categorie.

    Questa la nota dell'azienda sanitaria trentina.

    Massima priorità agli anziani e alle persone fragili. In linea con quanto definito dall'ordinanza del Commissario Figliuolo del 9 aprile anche il Trentino ha deciso di SOSPENDERE le vaccinazioni per il personale scolastico e le forze dell’ordine.

    Sono quindi state sospese le nuove prenotazioni e sono state annullate TUTTE LE PRIME DOSI prenotate da mercoledì 14 aprile. Chi ha già ricevuto una prima somministrazione potrà in ogni caso completare il ciclo vaccinale con lo stesso vaccino.

    Grazie alla sospensione delle vaccinazioni del personale scolastico e delle forze dell’ordine si potrà quindi ACCELERARE con le somministrazioni agli anziani e ai soggetti con elevata fragilità.

    Su questo fronte c'è un'altra novità, che permetterà anch’essa di imprimere una marcia in più al piano vaccinale: tutte le seconde dosi di Pfizer e Moderna verranno ri-calendarizzate da 3 a 6 settimane.

    Anche in questo caso il Trentino recepisce un parere di AIFA sull'opportunità di posticipare la data delle seconde dosi. Così facendo SI AMPLIA LA PLATEA dei beneficiari della prima dose e si anticipano di alcune settimane le coperture.

    Tutto ciò a vantaggio del numero dei ricoveri e delle terapie intensive. La seconda dose sarà posticipata per tutti – anche per chi ha già fatto la prima dose – a partire dai richiami previsti per giovedì 15 aprile.

    Tutti gli interessati dagli annullamenti della prenotazione (personale scolastico e forze dell'ordine) e dagli spostamenti della seconda dose (anziani e fragili) SARANNO AVVISATI VIA SMS.

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  2. Torna la paura virus nelle RSA: 5 casi in via Vittorio Veneto a Trento
    Marica Viganò – ladige.it - 13 aprile 2021

    Con 5 ospiti positivi al tampone molecolare, la Residenza Via Veneto è costretta a "chiudere" agli esterni. Succede nonostante le vaccinazioni, il rigore delle procedure anti contagio nella gestione della quotidianità e delle visite. L'ingresso ai parenti ora è vietato e lo rimarrà per parecchi giorni, finché l'emergenza non sarà cessata, mentre le persone positive al Covid sono in isolamento.

    «Si tratta di casi asintomatici, stanno bene - evidenzia il direttore generale di Spes, Italo Monfredini - Dei 5 ospiti positivi al Covid, 4 sono vaccinati, mentre 1 persona non lo è per ragioni sanitarie. Il vaccino non esclude il contagio, questo è noto, ma evita complicazioni che possono rivelarsi letali».

    Sono circa 70 gli ospiti della RSA di Via Vittorio Veneto, tutti vaccinati a parte i soggetti con patologie pregresse per le quali è sconsigliata la somministrazione. Come è riuscito, dunque, il Covid, ad entrare nella Rsa?

    «Abbiamo avuto qualche caso di dipendente neo-assunto asintomatico, risultato positivo nel periodo tra la prima e la seconda somministrazione del vaccino. Ma non parliamo di "no vax" - prosegue Monfredini - Siamo partiti con le vaccinazioni degli ospiti il 31 dicembre. Come Spes facilitiamo la vaccinazione a tutto il personale, COMPRESI GLI AUSILIARI che non rientrano nelle categorie per le quali è previsto l'obbligo. Tuttavia in una struttura come quella di via Veneto tra ospiti e personale la percentuale dei vaccinati è tra il 70% e l'85% e non perché qualcuno rifiuta la somministrazione: si deve tener conto sia delle persone che non possono vaccinarsi per motivi sanitari sia del turn-over del personale e dell'arrivo di nuovi collaboratori».

    L'attenzione è massima: all'interno della Rsa si è in piena fase di verifica con gli ospiti sottoposti a tampone ANTIGENICO e in caso di positività a quello MOLECOLARE. Il ritorno del Covid nelle case di riposo, nonostante la campagna vaccinale, non è escluso dalla letteratura medica.

    Il vaccino è una difesa fondamentale, ma non l'unica. L'ISS consiglia alle persone vaccinate con 1 o 2 dosi di continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l'uso delle mascherine e l'igiene delle mani, perché «non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell'acquisizione dell'infezione e/o della sua trasmissione ad altre persone». Come si legge sul sito ISS «questo ancor più alla luce dell'attuale situazione epidemiologica che vede la comparsa e la circolazione di nuove varianti virali».

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  3. In base ai punti da Lei elencati, lo scenario più cinico prevede che:

    - gli "ottimi" e costosi Pfizer e Moderna vanno e andranno ai ricchi e ai potenti (ci siamo capiti...) e al Nord produttivo

    - Astrazeneca, johnson e johnson, Reithera, pieni di difetti (efficacia più bassa, problemi con l'età, poco flessibili per le nuove varianti, poco adatti per le dosi negli anni successivi, ...), più economici, che saranno prodotti in MILIARDI di dosi, e che a macchia di leopardo non vuole nessuno, finiranno ai poveri e al Sud del Mondo.

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  4. L’Europa cambia piano: dal 2022 solo Pfizer e Moderna
    Ilario Lombardo, Paolo Russo - La Stampa - 14 aprile 2021

    Non saranno rinnovati i contratti ai farmaci a vettore virale. Penalizzati AstraZeneca, J&J, Sputnik e l’italiana ReiThera destinati solo agli over 60.

    È abbastanza certo ormai che il destino del vaccino J&J sarà lo stesso di AstraZeneca. Dopo i pochissimi casi di trombosi rilevati negli Stati Uniti e la sospensione decisa dalle autorità americane, fonti del governo italiano confermano che l’orientamento immediato è di circoscriverne l’uso solo agli over 60, come una settimana fa, a livello europeo, era stato deciso per il siero di Oxford.

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  5. La marcia di Figliuolo “7 milioni di dosi per riaprire l’Italia”
    Il Generale torna a Torino, sua città adottiva.
    E festeggia l'annuncio della nuova fornitura di Pfizer: "Svolta vicina"

    Maurizio Crosetti – repubblica.it - 15 aprile 2021

    Il giorno è adesso. Il numero, 7 milioni di vaccini in più. "Così riapriremo l'Italia, finalmente". Squilla il cellulare del generale Figliuolo mentre l'auto sta per entrare ad Aosta, c'è il presidente Draghi in linea. "Mi ha annunciato che l'Europa avrà 50 milioni di dosi in più di Pfizer nei prossimi 3 mesi, e all'Italia spetta una quota del 13,46 per cento: quasi 7 milioni. Sono le cifre della svolta".

    Sorride da solo, il generale, tornando verso Torino, la sua seconda città. "Qui ho conosciuto mia moglie, qui mi sono sposato, sono nati i miei due figli, ho avuto i comandi più importanti". Lo aspettano per inaugurare l'hub del Lingotto, il più grande del Piemonte.

    "Stiamo per raggiungere l'obiettivo: in 3 mesi vaccineremo i più fragili e i più a rischio, metteremo in sicurezza il Paese e si potrà quanto prima riaprire finalmente alle classi produttive". Il generale Figliuolo non l'aveva mai detto così, perché non aveva mai avuto numeri così.

    Un riverbero grigio si riflette sui finestroni del Lingotto: ognuno ha 40 porzioni di vetro. Il parcheggio del Lingotto è un foyer pieno di alti papaveri, ma con i vecchietti in fila lì accanto per la “benedetta” dose di vaccino. Le automobili delle autorità parcheggiate oltre i deambulatori e le carrozzine. Oggi è un giorno così.

    Poi c'è un movimento di massa e una penna bianca svetta sulle altre teste. Il generale marcia svelto, fa il saluto militare ai fotografi, sorride alla sindaca Appendino e visita subito l'hub. Gran parapiglia, non si potrebbe entrare. Assembramento, ma dura poco: Figliuolo è già sul palco per dire qualcosa di nuovo. Mai da quand'è commissario per l'emergenza Covid si era sbilanciato tanto. Serra i pugni, dondola un poco sulle gambe. Ascolta il presidente Cirio che gli chiede "la parola più semplice, una parola solamente: vaccini" e proprio con quella parola poi l'accontenta, e con lui la platea.

    "Tutte le persone che ho incontrato qui si stanno vaccinando e si salveranno. Però il mio primo pensiero va ai morti, al loro ricordo e alle loro famiglie. Oggi vi dico che abbiamo dati buoni anche in Piemonte, sebbene per i fragili occorra fare qualcosa in più. Ma stiamo rispettando il target, e ora riceveremo 678 mila dosi di Pfizer in più ad aprile, 2 milioni e 150 mila a maggio e ben 4 milioni a giugno".

    Il giorno è oggi, ed è il giorno dell'Italia ottimista. "Su Johnson & Johnson gli americani hanno fatto una riflessione dopo 6 casi di probabili effetti collaterali gravi su 7 milioni di somministrazioni, una cifra perfettamente in linea con qualunque tipologia di farmaco". In serata, ai prefetti piemontesi dirà che la pillola anti-concenzionale ha un rischio molto più elevato, ma questo non ne limita l'uso.

    "Aspettiamo con fiducia il responso dell'Ema e dell'Aifa, abbiamo 184 mila dosi di Johnson & Johnson ferme a Pratica di Mare. Lo stop ad AstraZeneca non ci ha giovato, però mai nella storia dell'uomo si era riusciti a produrre tanti vaccini e a somministrarli in così poco tempo. Sono sicuro che andremo avanti bene".

    Sempre nel riservato incontro con i prefetti, il generale ha ammesso che "c'è stata su AstraZeneca molta confusione, e la confusione provoca isteria. Questa isteria si può declinare a seconda delle latitudini". Un modo elegante per dire che l'emotività degli italiani non è uguale ovunque, ma che è necessario che le autorità, e nel caso proprio i prefetti, facciano il possibile per un ritorno alla razionalità: provando a convincere la popolazione che vaccinarsi è enormemente meno pericoloso che non farlo.

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  6. APSS TRENTO: "Tutti i trentini con più di 80 anni che hanno aderito alla campagna vaccinale hanno ricevuto almeno la prima dose. Si tratta di un importante obiettivo centrato per il Trentino, in linea con quanto annunciato: ci sono voluti due mesi e un'imponente macchina organizzativa per distribuire il vaccino a 26.496 persone.

    Ora vanno convinti gli anziani che non hanno aderito (e che riceveranno una lettera dell'Azienda sanitaria)".

    (NdC) Nel Suo Post di sabato 6 febbraio 2021 "Quanti ultra ottantenni hanno già contratto la Covid-19 in Trentino?" si ipotizzava un numero di over 80 intorno ai 35mila.

    Dai dati pubblicati da ISTAT:
    la somma +18385 (over-80) +12079 (over-85) +5946 (over-90) +1849 (over-95) +127 (over-100) delle cinque fasce di età fornisce 38386.

    Sul sito del Governo si legge per il Trentino:
    43769 per la fascia 80-89 anni
    12202 per la fascia over 90 anni
    (il sito non riporta la categoria "ospiti RSA", che quindi è travasata nelle 2 fasce "80-89 anni" e "over 90 anni")

    Ora 26.496 / 38386 dà 69%.
    mentre 26.496 / 35 mila dà 76%.

    Quelli che mancano, sono "grandi anziani" no-vax?

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    1. VACCINAZIONE NEGLI OVER 80 (17 aprile 2021)
      coronavirus.gimbe.org/vaccini.it

      Trentino: 61.6% ciclo completo + 22.8% solo prima dose
      Liguria: 44.2% ciclo completo + 23.2% solo prima dose

      Ehm il 15.6% di 38mila è pari a 6mila over-80…

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  7. I “salta-coda” del vaccino, l’assurda storia che arriva da Biella (PIEMONTE): rischio vaccini a 20 caregiver per 1 disabile
    Mauro Zola – La Stampa - 10 Aprile 2021

    Si allarga l’inchiesta per i furbetti del vaccino nel Biellese che vede coinvolti avvocati, commercialisti, liberi professionisti. La risposta dell'ASL di Biella sui «furbetti del vaccino» non ha convinto il magistrato in pensione Antonio Rinaudo, responsabile dell'area giuridico amministrativa dell'Unità di Crisi del Piemonte, che ha inviato un esposto in Procura dando il via al caso giudiziario. «Ho trovato la relazione molto insoddisfacente», spiega Rinaudo, fautore della linea dura, anzi durissima contro i «furbetti».

    "Ho trovato la relazione molto insoddisfacente. In un periodo in cui è andato smarrito ogni senso di solidarietà e in cui quella legata ai vaccini è diventata una monetizzazione del potere", ha spiegato il magistrato che è per una linea durissima contro i furbetti. Sono infatti 60 (sessanta) gli iscritti al registro degli indagati nel Biellese.

    L'indagato più noto, il direttore dell'UNIONE INDUSTRIALE Pier Francesco Corcione, ha voluto dire la sua spiegando di essere convinto di essere in regola, spiegando di aver, "ritenuto importante dare il buon esempio, perché considero il vaccinarsi un dovere sociale prima ancora che un diritto individuale".

    Ma secondo la ASL non avrebbe invece avuto alcun diritto quando il 9 gennaio si vaccinò insieme con LA COMMERCIALISTA Federica Casalvolone, con L'IMPRENDITORE Matteo Tempia e con L'AVVOCATO Domenico Monteleone e SUA MOGLIE Donatella Pelle. Le dosi Pfizer disponibili erano riservate ai sanitari.

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