martedì 14 settembre 2021

Aggiornamento dalla Gran Bretagna: green-pass? No, thank you

Contrariamente rispetto a quanto annunciato all'inizio di settembre, l'Inghilterra ha rinunciato ad introdurre l'utilizzo del passaporto vaccinale (o del green-pass come viene chiamato in Europa). La decisione è stata motivata ricordando l'alto tasso di vaccinazione raggiunto dalla popolazione. Per l'intera Gran Bretagna, l'81% di coloro che hanno più di 15 anni sono stati completamente vaccinati. Se si considerano anche coloro che hanno ricevuto solo la prima dose, il tasso di vaccinazione sfiora il 90%. 

Mi sembra che l'ultima scelta inglese sia solo un'altra faccia dell'approccio ondivago fin qui seguito nell'affrontare la pandemia. Inizialmente, il premier BoJo ha cercato di convincere i suoi cittadini che, in fondo, si trattava solo di dare un prematuro addio ad un po' di vecchietti. Poi, quando ha rischiato lui stesso di diventare il soggetto passivo degli addii prematuri, ha cambiato radicalmente idea, attivando drastiche misure di lockdown. Attualmente sembra essere tornato all'idea originale anche se gli va dato atto di avere realizzato una campagna vaccinale molto efficace. 

Nel frattempo l'Inghilterrra procede con quello che è stato chiamato "il piano A": a breve inizierà la somministrazione della terza dose per tutti coloro che hanno almeno 50 anni e per le persone più giovani che soffrono di specifiche fragilità. Recentemente è stato anche deciso di estendere la vaccinazione anche ai giovani di età compresa tra 12 e 15 anni, sia pure somministrando solo una singola dose. Si tratta di una scelta presa dopo molte discussioni di cui - a mio avviso - non si capisce  il razionale,  considerato che tutti gli studi hanno confermato la scarsa efficacia di una singola dose vaccinale nei confronti della variante Delta.

Nel frattempo, l'abolizione di qualsiasi forma di prevenzione non medicale (sostituita da un generico richiamo al "buon senso" dei cittadini) ha determinato un significativo aumento della circolazione virale: praticamente nessuno usa più la mascherina anche nei luoghi più affollati ed i dati dei contagi sono sempre molto alti. Sono alti anche i dati dei ricoveri (nei reparti Covid ordinari e di terapia intensiva), mentre continua a crescere il dato dei decessi.

Per confrontare la situazione della Gran Bretagna con quella dell'Italia bisogna ricordare che i tamponi fatti in Gran Bretagna sono - normalizzati rispetto alla popolazione - circa 3 volte quelli fatti in Italia. Questo può spiegare, almeno in parte, la forte differenza dei contagi che attualmente in Gran Bretagna sono mediamente 6 volte quelli italiani. Anche i dati sulle ospedalizzazioni e dei decessi sono molto più alti in Gran Bretagna (più che doppi rispetto all'Italia) e - soprattutto - fino a questo momento non mostrano una chiara tendenza verso la discesa.

Ecco i dati aggiornati della Gran Bretagna:

Nuovi contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid per ogni 100 mila abitanti

Pazienti Covid ricoverati nei reparti di terapia intensiva per ogni 100 mila abitanti. Il dato considera solo coloro che sono intubati

Decessi Covid settimanali per ogni 100 mila abitanti (solo i decessi avvenuti entro 4 settimane dalla data del primo tampone positivo)

Ricordo che il dato della Gran Bretagna (circa 66,6 milioni di abitanti) è largamente condizionato dall'andamento dell'Inghilterra che, da sola, conta circa 56 milioni di abitanti. Ricordo inoltre che le politiche sanitarie delle singole Nazioni che costituiscono il Regno Unito sono gestite in totale autonomia dai Governi nazionali. Il Premier Boris Johnson decide quindi solo per la politica sanitaria inglese, ma le sue decisioni hanno ovviamente un peso determinante sull'andamento complessivo dei dati che riguardano l'intera Gran Bretagna.

In conclusione, la decisione inglese di lasciare che la pandemia faccia il suo corso confidando solo sui risultati (significativi) della campagna vaccinale non sembra - almeno per il momento - vincente. Altri Paesi - come l'Italia - che hanno vaccinato meno persone, ma hanno mantenuto alcune misure di prevenzione non sanitaria della pandemia, hanno dati migliori.

L'alta contagiosità della variante Delta ed il possibile calo dell'efficacia vaccinale dopo che sono passati 6-9 mesi dalla somministrazione della seconda dose possono limitare l'effetto positivo dei vaccini. Il fatto che la Gran Bretagna oggi abbia mediamente più di 1.000 pazienti intubati causa Covid non è poca cosa ed il  Sistema sanitario britannico non può certamente essere considerato in condizioni di "normalità". 

Ovviamente le scelte politiche dipendono dal livello di danni sanitari e di lutti che i diversi Paesi sono disposti ad accettare per vivere "come se la pandemia non ci fosse".

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