sabato 25 settembre 2021

Aggiornamento sulla pandemia: i dati italiani ed uno sguardo al resto del Mondo

I dati dell'ultima settimana confermano l'andamento leggermente calante del picco pandemico, sia in Italia, sia in molti altri Paesi europei.  In questo post vorrei cominciare la discussione partendo dal dato dei contagi mondiali che confermano complessivamente, una tendenza a scendere, pur in presenza di un dato in controtendenza proveniente dal continente americano (dovuto principalmente all'andamento registrato negli Stati Uniti):

Andamento dei contagi registrati a livello mondiale secondo i dati comunicati da ECDC

Ricordo che i dati raccolti da ECDC provengono dai rispettivi Governi nazionali e non sempre possono essere considerati completamente affidabili. In particolare, in molti Paesi a basso reddito (ad esempio, in Africa) si fanno pochissimi tamponi e il dato registrato ufficialmente potrebbe essere largamente sottostimato. In altri Paesi, le Autorità nazionali potrebbero avere comunicato dati "addomesticati" e non rispondenti alla reale situazione sanitaria.

Osservando il grafico si vede chiaramente la sequenza dei picchi pandemici che si sono susseguiti fino ad oggi. Il picco iniziale appare artificiosamente basso perché all'inizio della pandemia quasi nessun Paese era in grado di effettuare il necessario numero di tamponi. 

Si vede anche che l'incidenza dei diversi picchi non è stata la stessa nei diversi continenti. Questo è dovuto sia a motivi stagionali (spesso l'incidenza dei picchi pandemici è stata più alta durante la stagione invernale), sia alle diverse politiche di contenimento della circolazione virale che sono state adottate a livello mondiale. Negli ultimi 6 mesi il dato è stato fortemente influenzato anche dal diverso andamento della campagna vaccinale.

In questo momento è troppo presto per poter affermare che la pandemia si stia definitivamente avviando verso la fase conclusiva. Ragionevolmente, possiamo sperare che la situazione generale sia destinata ad un miglioramento grazie alla progressiva estensione della campagna vaccinale che, entro la prima metà del 2022, potrebbe raggiungere una vasta parte della popolazione mondiale. Tuttavia - al momento - rimangono alcune incognite come, ad esempio, quella legata alla possibile comparsa di nuovi ceppi virali più aggressivi. L'altra questione aperta riguarda la durata nel tempo della copertura vaccinale.

Passando dalla scala mondiale a quella europea, si nota un  diffuso miglioramento con la sola Slovenia che rimane classificata in colore rosso scuro e la ricomparsa di estese zone verdi in Italia (Valle D'Aosta, Piemonte, Lombardia e Molise). Solo Sicilia e Calabria rimangono zona rossa secondo gli standard ECDC:

Stato della pandemia in Europa secondo i parametri ECDC

Per quanto riguarda i dati dei contagi italiani, non si vede ancora un effetto imputabile alla recente riapertura della Scuole. I nuovi contagi sono ancora in calo:

Andamento dei nuovi contagi in Italia

Diminuisce, a livello nazionale, l'occupazione dei posti letto nei reparti Covid ospedalieri, anche se il dato sui nuovi ricoveri in terapia intensiva è rimasto uguale a quello della settimana precedente. Sarà importante vedere cosa succederà nelle prossime settimane perché il dato sulle nuove entrate in terapia intensiva è un indicatore piuttosto sensibile. Potrebbe trattarsi di una fluttuazione temporanea, ma se il valore si dovesse stabilizzare non sarebbe un buon segnale:

Variazione percentuale (mediata su base settimanale) del numero di posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani

Nuove entrate settimanali (normalizzate rispetto ad un campione di 100 mila abitanti) nei reparti Covid di terapia intensiva degli ospedali italiani

Per quanto riguarda i decessi, dopo 3 settimane di sostanziale stabilità, si nota finalmente una certa tendenza a scendere. Per confronto, nello stesso grafico ho messo il numero dei decessi Covid registrati in Gran Bretagna. I dati italiani e britannici sono normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti e sono mediati su base settimanale per eliminare le tipiche fluttuazioni dovute ai ritardi nella registrazione dei decessi che avvengono durante i fine settimana. 

Recentemente, ho sentito una nota esponente del movimento no-vax dichiarare in televisione che i decessi in Gran Bretagna (che non usa il green-pass) sarebbero decisamente più bassi rispetto a quelli italiani. In realtà citava il dato di un lunedì che - per i motivi ricordati sopra - era particolarmente basso. I dati veri sono quelli riportati nella mia figura e mostrano che da molte settimane i decessi che avvengono in Gran Bretagna sono decisamente più numerosi rispetto a quelli che avvengono in Italia. 

La situazione in Gran Bretagna era migliore a fine primavera quando il Regno Unito traeva vantaggio da due diversi fattori: l'avanzata campagna vaccinale e l'esaurimento dell'ondata pandemica legata alla diffusione della variante Alpha che in Gran Bretagna è nata e si è diffusa con almeno 2 mesi di anticipo rispetto all'Italia. Con l'arrivo della variante Delta, molto più contagiosa della variante Alpha anche per le persone vaccinate (soprattutto per coloro che avevano fatto solo una dose vaccinale), la situazione britannica è rapidamente peggiorata ed è tuttora decisamente più critica rispetto a quella italiana:

Andamento dei decessi - normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti per l'Italia (linea rossa) e la Gran Bretagna (linea blu). I dati sono quelli giornalieri, mediati su base settimanale. Il dato britannico include solo i casi di coloro che sono deceduti entro 4 settimane dal primo tampone positivo. Se si dovesse tener conto di tutti i decessi (anche quelli avvenuti oltre il limite delle 4 settimane) il dato britannico dovrebbe essere aumentato di circa il 25%. Anche senza tenere conto di questo fattore, dall'inizio di luglio in poi, i decessi avvenuti in Gran Bretagna sono molti di più rispetto a quelli che sono avvenuti in Italia

Sempre a proposito di green-pass invito coloro che sostengono che viene utilizzato solo in Italia a farsi un giro nel vicino Canton Ticino, dove il green-pass viene controllato sempre quando si entra in zone a "rischio contagio" e tante volte ti chiedono anche la carta d'identità per verificare che non ci siano furbetti con il certificato di un altro. Ecco un esempio di vita reale:

Festa (all'aperto) con gli studenti nel nuovo campus universitario di Lugano

Prima di farti entrare, ti controllano il green-pass e la carta d'identità e poi ti mettono il braccialetto verde anti "infiltrati". Cosa avrebbero dichiarato i nostri professori "no-green-pass" se fosse accaduto in Italia?

Concludo con l'aggiornamento di un dato che avevo discusso in precedenti post, ma che suscita in me sempre una forte incredulità. In particolare, mi riferisco al dato dei decessi Covid registrati in Russia. I maligni sostengono che il presidente Putin avrebbe ordinato di "non superare quota 800 decessi giornalieri" e questo è quello che puntualmente succede da oltre due mesi, almeno secondo le statistiche ufficiali:

L'incredibile andamento dei decessi Covid avvenuti in Russia secondo le statistiche ufficiali comunicate dalle Autorità sanitarie di Mosca

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