domenica 26 settembre 2021

Può arrivare una variante del virus così aggressiva da superare completamente le nostre difese immunitarie?

Questa è la domanda che oggi molti si pongono e alla quale non è possibile dare una risposta certa. Possiamo però cercare di capire quali dovrebbero essere le caratteristiche di questa versione "super" del virus SARS-CoV-2 e cercare di capire se e come potremmo difenderci da essa.

Un nuovo studio, pubblicato su Nature, suggerisce che sarà difficile per il virus produrre tale mutazione. Studiando dozzine di mutazioni naturali o selezionate in laboratorio, comprese quelle trovate nella variante Delta e altre varianti VOC (Variants Of Concern), i ricercatori hanno stabilito che - almeno in linea di principio - potrebbe essere possibile che appaia una nuova variante del SARS-CoV-2 super-aggressiva, purché sia in grado di raggruppare circa 20 delle giuste mutazioni che attualmente sono presenti nelle diverse varianti studiate. 

Si tratta di un evento possibile, ma statisticamente molto improbabile, a meno che la circolazione virale continui ad essere molto elevata a livello mondiale. Sappiamo infatti che ogni contagio, soprattutto nei soggetti immunodepressi, è una possibile "fabbrica di nuove varianti" e se i contagi dovessero continuare ad essere molto alti ancora per molto tempo, prima o poi, la variante "super" riuscirebbe a diffondersi.

Una tale variante sarebbe in grado di aggirare completamente le difese immunitarie che una persona mediamente genera dopo avere contratto la malattia o dopo essere stata sottoposta a vaccinazione.

Ma anche se il virus riuscisse in questa impresa, rimarrebbe comunque vulnerabile agli anticorpi che si trovano mediamente nelle persone che abbiano già contratto la malattia e siano state successivamente vaccinate con i vaccini ad mRNA. Queste persone potrebbero avere un elevato grado di protezione anche in caso di future epidemie prodotte da altri Coronavirus simili al SARS-CoV-2.

Insomma, almeno per loro, anche la forma più aggressiva del SARS-CoV-2 non sarebbe così pericolosa. Ulteriori studi sono necessari per verificare se un simile effetto si potrebbe osservare anche in coloro che non hanno mai contratto la malattia, ma attualmente sono sottoposti alla terza dose vaccinale.

Ricordo che questo studio è basato su misure di neutralizzazione del virus fatte in laboratorio e che si potrebbe discutere a lungo sul fatto se questo tipo di indagine dia informazioni complete sulle possibili difese messe in atto dal sistema immunitario umano. Si tratta comunque di un risultato incoraggiante che riduce i nostri timori rispetto alla possibile futura diffusione di forme più aggressive del virus.

Comunque, la cosa più sicura sarebbe quella di estendere la vaccinazione a livello mondiale, riducendo drasticamente la circolazione virale. Meno contagi significa anche una minore probabilità di vedere comparire nuovi ceppi virali. 

Abbiamo molta fiducia negli studi che i virologi fanno nei loro laboratori, ma è decisamente meglio non esporci a rischi inutili!

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