lunedì 6 settembre 2021

Primi dati da Israele su casi gravi e terza dose

Il Ministero della salute israeliano ha rilasciato i primi dati disaggregati sul livello di protezione della terza dose vaccinale rispetto ai casi classificati come "gravi" (in pratica quelli che in Italia vengono classificati come terapia intensiva o alta intensità). La figura è abbastanza eloquente:

Casi gravi riscontrati in Israele nel corso dell'ultimo mese per i cittadini con almeno 60 anni d'età, suddivisi a seconda del loro stato vaccinale. Si noti che la scala verticale è logaritmica. Elaborato su dati del Ministero della salute israeliano

I primi dati relativi ai casi riscontrati tra chi aveva ricevuto la terza dose vaccinale (punti verdi) mostrano una forte fluttuazione iniziale, facilmente spiegabile tenendo conto del numero limitato di persone che inizialmente avevano fatto il richiamo. Nel corso del mese di agosto, man mano che la somministrazione della terza dose procedeva, il dato si è stabilizzato intorno a circa 5 - 6 ricoverati in condizioni classificate come "gravi" per ogni 100 mila abitanti. Tale valore sale a poco meno di 50 ricoverati per ogni 100 mila abitanti tra coloro che avevano fatto due dosi vaccinali, ma non avevano ancora fatto il richiamo (punti blu). Per i non vaccinati (punti rossi) il numero attuale dei ricoverati sale a circa 150 per ogni 100 mila abitanti. 
 
Per completezza, ricordo che, durante le ultime due settimane, il livello dei contagi misurato in Israele è stato intorno a 700 casi settimanali per ogni 100 mila abitanti. Ci sono forti disomogeneità nella distribuzione dei contagi e si segnala la presenza di veri e propri cluster all'interno delle comunità poco inclini alla vaccinazione (ad esempio ebrei ultra-ortodossi e cittadini israeliani di origine araba). Ad esempio, tra gli ebrei ultra-ortodossi (circa il 12% dell'intera popolazione) si registra il 20% dei nuovi contagi.

Ricordo che la terza dose vaccinale è stata somministrata inizialmente alle persone immunodepresse e a quelle più anziane ovvero alle persone a più alto rischio in caso di contagio. Progressivamente, la terza dose è stata resa disponibile per tutti. Lo stato attuale della campagna vaccinale israeliana è mostrato nella figura seguente:

Situazione aggiornata della campagna vaccinale in Israele. Tratto dal sito del Ministero della salute israeliano

Oggi un cittadino israeliano con almeno 60 anni di età che abbia ricevuto la terza dose ha una probabilità di essere ricoverato in ospedale in condizioni "gravi" che è pari a circa 1/30 rispetto a quella di un suo coetaneo non vaccinato. La probabilità è pari a 1/10 rispetto a chi ha ricevuto solo le due dosi vaccinali canoniche tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021. 

Ricordo che questi dati non tengono conto del fatto che le persone non vaccinate possono aver già contratto la Covid-19 e quindi possiedono comunque un certo grado di copertura rispetto alle nuove infezioni. Una analisi più accurata dovrebbe tener conto anche degli eventuali precedenti contagi dei non vaccinati perchè altrimenti si rischia di produrre una sottostima del grado di copertura offerto dal vaccino.

Riassumendo, almeno per il vaccino Pfizer - BioNTech a cui si riferiscono questi dati, i risultati israeliani confermano un significativo calo di efficacia  - anche verso i contagi gravi - dopo circa 6 mesi dalla vaccinazione. Il richiamo fatto con la terza dose ristabilisce il livello di protezione ad un livello molto alto. Quanto sia duraturo nel tempo l'effetto della terza dose lo sapremo solo nei prossimi mesi.

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