venerdì 3 settembre 2021

L’ultimo colpo di genio della politica: tamponi gratis per tutti! E poi chi paga?

Un noto politico italiano, famoso per le sue sparate estive, quest’anno ci ha proposto la sua ricetta per gestire la minoranza di italiani che non si vuole vaccinare e che, per poter disporre del green-pass, deve sottoporsi con grande frequenza ai tamponi. “Tamponi gratis per tutti!” è la soluzione semplice e apparentemente risolutiva.

Si potrebbe discutere a lungo sull'utilizzo del tampone per ottenere il green-pass. Sappiamo infatti che c’è una elevata probabilità che una persona risulti negativa al tampone anche se è già stata contagiata perché ci vogliono 2 o 3 giorni prima che il carico virale diventi rilevabile, soprattutto se si fa uso dei cosiddetti tamponi rapidi. Non ci occupiamo qui di questo argomento che – ripeto – non è comunque trascurabile e vediamo di focalizzarci su un altro aspetto del problema: “se i tamponi ripetuti periodicamente dovessero diventare un’alternativa stabile alla vaccinazione, quali sarebbero i costi da sostenere?

Un conto grossolano è facile da fare: la platea degli italiani vaccinabili (con almeno 12 anni di età) è pari a circa 53,4 milioni. Di questi poco più del 75% (40,2 milioni) sono già vaccinati o hanno ricevuto almeno la prima dose. Rimangono da vaccinare circa 13 milioni di persone, di cui circa 3 milioni e mezzo di età superiore ai 50 anni e quindi ad alto rischio di gravi complicanze in caso di contagio (sul costo delle cure mediche da affrontare per curare questi no-vax in caso di contagio si potrebbe fare un altro post).

Supponiamo che la metà di queste persone si convinca a fare il vaccino in tempi brevi. I tamponi periodici potrebbero riguardare circa 6 milioni di persone. Supponiamo che ciascuna di loro faccia 4 tamponi al mese (in pratica, il "minimo sindacale" per andare in pizzeria una volta alla settimana, ma ricordo che per molti il tampone dovrebbe essere ripetuto 3 volte alla settimana). Supponiamo anche che il costo di ciascun tampone sia di soli 15 Euro, mettendo nel costo non solo il prezzo dei materiali, ma anche quello del personale incaricato di gestire il campionamento e la successiva misura. La stima è molto inferiore ai costi reali, ma teniamo pure questo prezzo, giusto per capire quale sia la dimensione del problema.

Il calcolo è presto fatto: sarebbero almeno 360 milioni di Euro al mese, 1 miliardo al trimestre. Una bella spesa, non vi pare? Per intenderci, parliamo di un importo confrontabile con quello si cui si sta discutendo per realizzare una prima riduzione del carico fiscale degli italiani. Per capirci, eliminare la famosa IRAP avrebbe per le casse dello Stato un costo pari a circa 3 miliardi.
 
Senza contare gli aspetti organizzativi, perché bisognerebbe fare circa 24 milioni di tamponi al mese, soltanto per il rilascio del green-pass ai non vaccinati. Ricordo che in Italia siamo arrivati a fare al massimo 15 milioni di tamponi al mese ed attualmente siamo fermi ad un livello inferiore ai 10 milioni. Questo ci fa capire che fare tutti questi tamponi, oltre ai costi, richiederebbe anche un enorme sforzo organizzativo che forse potremmo dedicare a cause migliori.
 
Tornando ai costi, una domanda sorge spontanea: “Perché la maggioranza degli italiani che si è regolarmente vaccinata dovrebbe sostenere con le sue tasse la minoranza rumorosa che non si vuole vaccinare?”. Non parliamo ovviamente dei bambini sotto i 12 anni o della esigua minoranza che non è vaccinabile per precisi motivi di carattere medico, ma di tutti coloro che pretendono di tenere in ostaggio il Paese con le loro posizioni antiscientifiche. 
 
Non volete vaccinarvi: almeno pagatevi il tampone!

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