venerdì 10 settembre 2021

Dove nascono le varianti?

I quotidiani di oggi riportano le ultime esternazioni di un noto politico italiano a proposito dei vaccini che sarebbero responsabili per la nascita dei nuovi ceppi virali. L'idea è così assurda che non meriterebbe neanche di essere smentita, ma se viene sostenuta dal capo di uno dei maggiori partiti italiani (nonché "capitano" del Presidente pro-tempore della Provincia autonoma di Trento) forse vale la pena di approfondire l'argomento. C'è infatti il rischio che qualcuno in Trentino, ansioso di dimostrare la sua incrollabile fede leghista, rilanci l'idea a livello provinciale danneggiando la campagna vaccinale (che già in Trentino non sta andando benissimo).

Vorrei riprendere la frase originale per evidenziare le ragioni della sua infondatezza: “Le varianti nascono come reazione al vaccino. Se io provo ad ammazzare il virus, lui prova a reagire variando, mutando”. L'idea che c'è dietro a questa affermazione è quella del virus come una sorta di animaletto dispettoso che cerca in tutti i modi di infettarci. Se noi lo colpiamo con il vaccino, lui si mimetizza per colpirci in modo diverso.

Prima di tutto bisognerebbe ricordare che un virus non è - tecnicamente parlando - un essere vivente. Si tratta infatti di un aggregato molecolare che non possiede un metabolismo proprio (o come ha sinteticamente affermato una mia nipotina quando ho cercato di spiegarle con parole semplici questa storia del metabolismo "allora, non fa neanche la cacca!").

Il SARS-CoV-2, come tutti i virus, altro non è che una "macchina molecolare" che ha come unica capacità quella di riprodursi. Per farlo, deve entrare all'interno di una cellula (attraverso la famosa proteina spike) e, sfruttando i meccanismi interni della cellula infettata, la riprogramma per riprodurre se stesso. Questo processo produce danni alle cellule dell'organismo ospitante, provocando la malattia che noi conosciamo come Covid-19.

La comparsa di nuovi ceppi virali è legata proprio al meccanismo di riproduzione del virus che - per la sua stessa natura - non ha un controllo di qualità molto efficace. Per puro caso (e non perché il virus maligno tenti di sfuggire al vaccino), durante il processo riproduttivo il virus può subire una o più modifiche a livello molecolare dette "mutazioni". Una spiegazione dettagliata di questo fenomeno la potete trovare qui

La grande maggioranza delle mutazioni casuali che avvengono durante il processo di riproduzione generano virus che, a loro volta, non sono in grado di riprodursi. Tuttavia -  anche se molto raramente - può succedere che appaia una variante che ha caratteristiche "migliori" rispetto al virus originale. In particolare, sono da tenere sotto stretto controllo le mutazioni che producono una modifica della proteina spike perché possono cambiare il modo con cui il virus attacca le cellule dell'organismo ospite (variando l'infettività) e possono anche rendere il virus meno riconoscibile rispetto al sistema immunitario delle persone vaccinate.

Una volta capito che la produzione delle varianti è un fenomeno casuale intrinsecamente associato al processo di riproduzione del virus è facile comprendere che - maggiore è la circolazione virale ovvero maggiori sono i casi di riproduzione del virus - maggiore sarà la probabilità che nascano nuove varianti.

Il vero problema per la nascita delle nuove varianti è che abbiamo a che fare con una pandemia e che il virus circola ancora moltissimo, soprattutto nei Paesi che hanno ricevuto un numero esiguo di vaccini. 

Le ondate pandemiche che si abbattono sui Paesi più poveri e meno vaccinati (ad esempio, l'India nel caso specifico della variante Delta) producono spesso nuove varianti virali. Un altro elemento importante è quello legato alla presenza di pazienti immunodepressi che, in caso di contagio, possono rimanere positivi anche per lunghissimi periodi di tempo, trasformandosi in vere e proprie "fabbriche di nuovi ceppi virali". Non a caso, numerose varianti virali provengono dal Sud Africa, che ha una delle maggiori percentuali al mondo di persone il cui sistema immunitario è stato indebolito a causa della siero-positivà all’HIV.

Riassumendo, nuove varianti virali continueranno ad apparire con elevata frequenza fino a che il virus continuerà a circolare con alta intensità da qualche parte nel Mondo. Ovunque appaiano, le varianti più infettive - prima o poi - arriveranno anche da noi. Il Sovranismo, almeno per quanto riguarda le pandemie, proprio non funziona!

I vaccini non fanno nascere le nuove varianti virali, ma possono diventare meno efficaci quando appaiono varianti virali che sono molto diverse rispetto al ceppo con il quale sono stati sviluppati. Capito?

Cari amici leghisti, se non credete a me chiedete a Luca Zaia che vi confermerà quello che ho scritto, punto per punto.

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