venerdì 4 febbraio 2022

Aggiornamento Italia di inizio febbraio: possiamo cantare "pandemia ora che vai via"?

In questo inizio di febbraio, archiviata l'elezione del Capo dello Stato, gli Italiani sono tutti presi dal Festival di Sanremo, con il consueto corollario di polemiche più o meno fasulle. Non poteva mancare la presa in giro dei virologi da salotto televisivo, con Checco Zalone che canta "pandemia ora che vai via". Ma la pandemia sta davvero andando via? O, come sostengono i più ottimisti, addirittura non c'è già più?

Per rispondere a queste domande basterebbe osservare il numero dei decessi Covid settimanali. Durante l'ultima settimana abbiamo registrato oltre 2.600 decessi Covid, il livello più alto delle ultime 15 settimane. Per capire la rilevanza di questo dato, basta ricordare che il numero medio di decessi che avvengono in Italia per qualsiasi tipo di causa è pari a circa 12.500 eventi settimanali. Covid-19 è attualmente la terza causa di morte dopo le malattie cardiache e oncologiche

I decessi sarebbero molti di meno se tutte le persone sopra i 50 anni si fossero vaccinate. I no-vax stanno pagando un tributo pesante sia in termini di vite umane che di ricoveri in terapia intensiva. Ma, a quanto pare, non vogliono sentir ragione e ormai abbiamo a che fare con irriducibili che negano l'evidenza.

Si può discutere fino allo sfinimento se i decessi inclusi nelle statistiche siano "con" o "per" Covid (senz'altro la maggior parte dei no-vax che muoiono sono classificabili "per" Covid), ma l'attuale impatto della pandemia sulla mortalità generale non è affatto trascurabile. 

Sappiamo che l'onda lunga dei decessi segue di alcune settimane l'andamento del picco pandemico e quindi è sperabile che la situazione sia destinata a migliorare entro tempi abbastanza stretti, ma il dato attuale è comunque molto elevato. Penso che sia molto difficile definire la situazione attuale come "normale". Forse sarebbe più corretto sostenere che ci siamo assuefatti ad una sorta di "nuova normalità".

L'andamento dei decessi in Italia è mostrato in figura:

Andamento dei decessi Covid in Italia (linea grigia) normalizzato rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. La linea rossa è la media stimata su base settimanale. La linea nera tratteggiata è un fit esponenziale dei dati risalenti agli scorsi mesi di novembre e dicembre. Nel corso delle ultime 15 settimane (inclusa quella che si è conclusa oggi) si è sempre registrato un aumento della media dei decessi rispetto al dato della settimana precedente

Le cose vanno decisamente meglio se osserviamo l'andamento dei contagi che ha ormai superato il punto di massimo: durante l'ultima settimana i contagi sono scesi mediamente del 26,6% rispetto alla settimana precedente, riportandosi su un valore medio giornaliero prossimo a 100 mila contagi (corrispondente a circa 1.250 contagi settimanali per ogni 100 mila abitanti. In pratica, durante l'ultima settimana, è risultato contagiato poco più dell'1% della popolazione italiana).

Andamento dei contagi in Italia (linea grigia). La linea blu è la media stimata su base settimanale. La linea rossa tratteggiata è un fit esponenziale che descriveva l'andamento dei contagi prima dell'arrivo della variante Omicron

Anche per i ricoveri in ospedale abbiamo finalmente superato il punto di massimo:

Posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani (somma di tutti i reparti)

Variazione percentuale del numero di posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani, calcolata rispetto alla settimana precedente. Dopo 14 settimane consecutive di aumento, finalmente durante l'ultima settimana è stata registrata una riduzione

A livello locale, il dato dei ricoveri in Trentino mostra un andamento leggermente in ritardo rispetto alla media nazionale. Da alcune settimane il numero di posti letto occupati nei reparti Covid è sempre poco sotto alla soglia fissata per passare in zona "arancione".

Nuove entrate nei reparti Covid degli ospedali trentini. Durante le ultime 4 settimane la curva appare stranamente "appiattita"

Posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali trentini (somma di tutti i reparti)

Probabilmente, il dato dei ricoveri in Trentino viene mantenuto sotto la soglia "arancione" (155 ricoverati in area "non critica") trasferendo un certo numero di pazienti Covid nelle cliniche private, ma su questo punto la PAT è sempre stata molto reticente e non ha mai fornito alcun tipo di informazione.

Andamento recente del numero di posti letto occupati nei reparti Covid "non critici" del Trentino (punti blu). La linea rossa tratteggiata indica la soglia che farebbe scattare il passaggio alla zona "arancione"

Vediamo infine il dato dei nuovi ricoveri nazionali in terapia intensiva che è - assieme al dato dei contagi - molto incoraggiante:

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti (linea nera). La linea rossa tratteggiata è un fit esponenziale che descrive l'andamento dei ricoveri fino alla metà di gennaio

In conclusione, l'andamento dei principali indicatori ci dice che il peggio è ormai alle nostre spalle, ma la circolazione virale è ancora molto alta ed i reparti Covid degli ospedali italiani sono ancora pieni (con gravi ripercussioni sul funzionamento degli altri reparti ospedalieri). I decessi Covid sono molto alti e sono sempre cresciuti nel corso delle ultime 15 settimane. 

Che la pandemia se ne vada via (rapidamente) è l'auspicio di tutti, ma attenti a confondere le speranze con la realtà. Aldilà delle norme imposte da leggi e regolamenti, questo vale soprattutto per i comportamenti individuali che dovrebbe essere ispirati ad una ragionevole prudenza. La probabilità di contrarre un contagio - anche grave - non è affatto trascurabile, soprattutto per i non vaccinati sopra i 50 anni.

8 commenti:

  1. A me non tornano alcuni conti di bassa percentuale. A livello nazionale nell'anno 2020, senza vaccini, nella prima e seconda ondata i morti giornalieri non hanno mai superato quota 1000. Nell'autunno 2021/gennaio 2022 con l'85% di vaccinati i morti oscillano tra 300/400 decessi al giorno. Delle due l'una, o ora i morti covid 19 sono gonfiati, o i vaccini non hanno quell'efficacia protettiva dichiarata dalle case farmaceutiche ed accettati da EMA e AIFIA.

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    1. Tanto per cominciare, se si fossero vaccinati quei quasi 2 milioni di ultra-cinquantenni che ancora non sono vaccinati, i morti oggi sarebbero la metà.

      Il confronto va fatto tenendo conto della circolazione virale. Le varianti virali che circolavano nel 2020 avevano una contagiosità molto inferiore rispetto a Delta e Omicron ed il numero di contagi oggi è molto più elevato.

      Se non ci fossero i contagi non avremmo neanche i morti. Fare il confronto senza tenere conto del numero dei contagi non ha senso.

      I dati ISS sull'efficacia dei vaccini NON sono quelli dichiarati dalle case farmaceutiche, ma sono ottenuti dai registri dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi. Parliamo di dati del mondo reale, proprio quelli che i no-vax si rifiutano di vedere.

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    2. Sono 1,5 milioni gli over 50 ancora non vaccinati

      Sono 5.799.562 gli italiani di età superiore ai 5 anni ancora senza alcuna dose di vaccino anti-Covid.

      Quelli con più di 50 anni sono 1.516.796. Il dato emerge dal report settimanale della struttura del commissario Francesco Figliuolo.

      Nell’ultima settimana le somministrazioni sono state 3.066.339. La fascia pediatrica (5-11 anni) è quella che ha il maggior numero di non vaccinati: 1.982.500;

      seguono le fasce 40-49 anni (923.162) e 50-59 anni (681.198).

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    3. Non sono il solo che nutre dubbi sul confronto del numero di morti (impregiudicato il rigore della definizione con o per) autunno 2020 e autunno 2021 Covid in relazione alla variabile vaccinati, anche se si considera l'integrale delle curve sottese. La grande diffusione e contagiosità di Omicron si confronta con la minore patogenicità e letalità dello stesso. Il numero elevatissimo di test antigenici rapidi spesso dimostrano che uno stesso soggetto risulta positivo più volte nel lasso di pochissimi giorni per la compulsione al controllo e alle norme che lo impongono. Non sono le mie obiezioni da no vax. Sono stato colpito nella primavera 2020 con la prima ondata e vaccinato in seguito tra i primi come sanitario con tre dosi e ho vaccinato tutti quelli che erano sotto la mia responsabilità. https://www.repubblica.it/cronaca/2022/02/04/news/covid_solo_in_italia_i_morti_non_calano_calcoli_da_rivedere_-336485481/?ref=RHTP-BH-I322793271-P3-S8-T1

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    4. Vediamo di fare un po' di chiarezza:

      1) Ogni Paese adotta criteri diversi per il computo dei decessi Covid e questo rende spesso difficile fare il confronto tra le letalità misurate a livello internazionale (non ci riescono neppure in Gran Bretagna perché Inghilterra e Scozia usano criteri differenti).

      2) Le differenze tra Paese e Paese non dipendono solo dall'utilizzo di criteri diversi. Non dobbiamo dimenticare che la letalità della Covid-19 aumenta fortemente con l'avanzare dell'età. Questo fatto rende certamente più critica la situazione italiana che ha notoriamente una popolazione più "anziana" rispetto agli altri Paesi europei.

      3) Lascio volentieri ai medici il compito di discutere quali siano i criteri "migliori" per il computo dei decessi Covid, ma - come statistico - io guardo ai dati elaborati dall'ISS e li confronto con l'eccesso di mortalità registrato dall'ISTAT in Italia negli anni 2020 e 2021 rispetto al quinquennio precedente (pre-pandemia). I "morti in più" che appaiono dalle statistiche ISTAT sono abbastanza simili ai numeri ISS: ci sono delle differenze, ma non sono sostanziali. Segno che in occasione della pandemia ci sono stati molti più decessi rispetto al periodo pre-pandemia, molti di più nel 2020 rispetto al 2021.

      4) Quando facciamo i confronti all'interno dello stesso Paese (ad esempio, Italia nel 2020 e nel 2021) è poco importante vedere quale sia il criterio adottato per il triste computo dei decessi Covid. La cosa veramente essenziale è che il criterio non cambi in corso d'opera. Se si cambiano i criteri, si rischia di fare analisi prive di senso.

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  2. Da lunedì la Regione Marche passa in arancione con 24% e 34%, la Provincia di Trento resta gialla con 28% e 30% rispettivamente per terapie intensive e area non critica. Mah.

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  3. “La fine della pandemia? Se guardo i ricoveri dei bambini negli ospedali pediatrici, non sono ottimista. È presto per un ‘liberi tutti’“. A dirlo, su La7, è stata l’immunologa Antonella Viola, che ha analizzato i dati epidemiologici in Italia.

    “Certo, assistiamo a una diminuzione di contagi, ma soprattutto di ricoveri in area medica e nelle terapie intensive – ha aggiunto – però dobbiamo prestare massima attenzione alle nuove varianti. Spesso le nostre previsioni su questo virus si sono rivelate velleitarie".

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/04/viola-a-la7-fine-della-pandemia-se-guardo-gli-ospedali-pediatrici-non-sono-ottimista-presto-per-un-liberi-tutti/6482019/

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  4. Tamponi, 58 milioni spesi da italiani in farmacia a gennaio

    Nelle prime quattro settimane del 2022 gli italiani hanno speso in farmacia 58 milioni di euro in test antigenici rapidi. La cifra è stato elaborata da Iqvia, provider globale di dati in ambito sanitario e farmaceutico.

    Una spesa, quella di 58 milioni, che rapportata alla spesa dell’intero 2021 (sempre in farmacia), pari a 140 milioni di euro, è indicativa dell’aumento esponenziale del numero di test effettuati in seguito all’introduzione del Green Pass.

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