La pandemia di Covid-19 ha confermato l'esistenza di un enorme problema legato ai limiti dell'assistenza sanitaria nel continente africano. La questione va ben oltre lo specifico caso della Covid-19 e sconta un generale stato di arretratezza delle strutture sanitarie e della capacità di produzione dei farmaci.
Oggi arriva una buona notizia che potrebbe generare una inversione di tendenza rispetto al consueto andazzo che vede l'Africa dipendere dalle donazioni di Stati Uniti, Europa, Cina od altri Paesi, incapace di intraprendere una via autonoma che le garantisca una autosufficienza nella produzione dei farmaci essenziali. Egitto, Kenya, Nigeria, Senegal, Sudafrica e Tunisia sono stati scelti come i Paesi destinati ad ospitare i primi stabilimenti per la produzione di vaccini ad mRNA, con l'intento di avviare una produzione in grado di soddisfare le richieste provenienti da tutti i Paesi africani. Un primo risultato importante è stato raggiunto dal Sudafrica che è riuscito a produrre in un suo stabilimento il vaccino anti-Covid di Moderna.
Il progetto è coordinato con il programma Covax e prevede il trasferimento del know-how per la produzione dei vaccini, oltre all’addestramento del personale ed al trasferimento delle licenze di produzione. Una volta tanto, lo slogan "aiutiamoli a casa loro" potrebbe essersi trasformato in realtà invece di limitarsi ad una cinica affermazione retorica.
La capacità di produrre vaccini ad mRNA, oltre a combattere la pandemia di Covid-19, potrebbe rivelarsi fondamentale per affrontare molte altre malattie come malaria, tubercolosi ed AIDS.
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