sabato 19 febbraio 2022

Una trappola statistica: è sempre più difficile persone che siano "sensibili" al virus

Due anni fa, all'inizio della pandemia, eravamo tutti "sensibili" al virus SARS-CoV-2. In pratica, nessuno possedeva anticorpi in grado di contrastarlo. Con il progredire dei contagi e, successivamente, con la distribuzione dei vaccini è cresciuta la frazione della popolazione che ha acquisito un grado più o meno elevato di protezione.

Attualmente l'89% della popolazione italiana con almeno 12 anni di età ha completato il ciclo vaccinale. Un ulteriore 2,2% di italiani over-12 ha ricevuto almeno una dose di vaccino. A loro si aggiungono quasi 1,5 milioni di italiani over-12 (circa il 2,7% della popolazione) che non hanno mai fatto neppure una dose di vaccino, ma hanno contratto la Covid-19 da meno di 6 mesi e quindi possiedono un livello apprezzabile di anticorpi. Nel solo mese di gennaio 2022 ci sono stati poco più di 800 mila contagi tra i non vaccinati, dato da confrontare con meno di 700 mila contagi riscontrati tra il numero, molto più grande, di cittadini vaccinati che avevano ricevuto anche la dose booster.

Anche togliendo dal conto i contagi falsi che taluni no-vax hanno fatto apparire per acquisire in modo fraudolento il green-pass, l’incidenza dei contagi tra i non vaccinati è stata ragguardevole. Secondo gli ultimi dati disponibili (aggiornati allo scorso 29 gennaio) gli italiani over-12 non vaccinati sono poco meno di 5,5 milioni, di cui 1,1 milioni di età maggiore o uguale a 60 anni. 

Il numero relativamente basso di vaccini somministrato durante questa prima parte del mese di febbraio ci fa presumere che il numero attuale di over-12 non vaccinati non sia molto diverso rispetto a quello della fine di gennaio. Tenuto conto del numero dei non vaccinati che sono stati contagiati da meno di 6 mesi (circa 1,5 milioni), possiamo stimare che oggi il numero residuo dei non vaccinati che non possiedono anticorpi contro il virus SARS-CoV-2 sia pari a circa 4 milioni (qui ho trascurato coloro che hanno contratto eventualmente il virus più di 6 mesi fa, ma si tratta di un effetto trascurabile rispetto al gran numero di contagi recenti dovuti ad Omicron).

Dal punto di vista statistico, la forte presenza di non vaccinati che hanno contratto recentemente la Covid-19 rischia di introdurre una forte perturbazione nelle stime di efficacia dei vaccini. Infatti queste stime sono fatte analizzando la densità di casi (contagi, ricoveri e decessi) per le diverse popolazioni (in pratica, per ciascuna categoria vaccinale, si divide il numero dei casi per il numero delle persone potenzialmente contagiabili).

Se confrontiamo i non vaccinati con i vaccinati che hanno ricevuto anche la dose booster, abbiamo a che fare con popolazioni di dimensioni molto diverse. Il numero di vaccinati con booster è passato da circa 20 milioni a metà gennaio a circa 26 milioni a fine gennaio, valori sempre molto più alti rispetto al numero dei non vaccinati. Eppure i ricoveri in terapia intensiva registrati durante il mese di gennaio sono stati più di 1.500 tra i non vaccinati e poco meno di 500 tra i vaccinati con booster

Il ruolo dei vaccini è stato determinante per ridurre il carico dei reparti di terapia intensiva anche se i no-vax ripetono il loro solito mantra "si può finire in terapia intensiva anche se si è vaccinati", rifiutando di prendere atto dell'evidenza dei numeri.

I dati che si elaborano attualmente sono affetti da un errore sistematico che riduce la stima dell'efficacia vaccinale. Infatti per effettuare la stima si ipotizza che tutte le persone non vaccinate siano sensibili al virus. In realtà circa 1/4 di loro ha contratto la Covid-19 nel corso dell'ultimo semestre e quindi dispone di un certo grado di immunità, pur non avendo mai ricevuto neppure una dose vaccinale. Se non teniamo conto di questo fatto, sovrastimiamo il numero delle persone sensibili al virus, producendo una sottostima del livello di protezione offerto dai vaccini.

Per effettuare una stima più accurata, bisognerebbe togliere dal gruppo dei non vaccinati coloro che hanno già contratto la Covid-19 e considerare solo i contagi che riguardano le persone realmente sensibili al virus (mai vaccinate e mai contagiate in precedenza). Dal punto di vista tecnico i dati sarebbero disponibili perché tutti i soggetti considerati sono identificabili tramite il loro codice sanitario. Purtroppo l'ISS non ha mai considerato l’opportunità di disaggregare i dati. Prima dell'arrivo di Omicron la scelta dell'ISS poteva avere senso, ma dopo la recente forte ondata di contagi le cose sono profondamente cambiate e l'effetto dei contagi precedenti non può più essere trascurato.
 
Anche i no-vax - man mano che vengono contagiati - contribuiscono, loro malgrado, all'immunità complessiva della popolazione. Il grande numero di contagi legato ad Omicron ha ridotto sensibilmente il numero delle persone effettivamente sensibili al virus. 
 
Questo fatto - da una parte - alimenta la nostra speranza che la pandemia si possa avviare verso una fase di irreversibile declino, ma rende sempre più complicato effettuare stime accurate sull'efficacia dei vaccini.

Nessun commento:

Posta un commento