Due anni fa, all'inizio della pandemia, eravamo tutti "sensibili" al virus SARS-CoV-2. In pratica, nessuno possedeva anticorpi in grado di contrastarlo. Con il progredire dei contagi e, successivamente, con la distribuzione dei vaccini è cresciuta la frazione della popolazione che ha acquisito un grado più o meno elevato di protezione.
Attualmente l'89% della popolazione italiana con almeno 12 anni di età ha completato il ciclo vaccinale. Un ulteriore 2,2% di italiani over-12 ha ricevuto almeno una dose di vaccino. A loro si aggiungono quasi 1,5 milioni di italiani over-12 (circa il 2,7% della popolazione) che non hanno mai fatto neppure una dose di vaccino, ma hanno contratto la Covid-19 da meno di 6 mesi e quindi possiedono un livello apprezzabile di anticorpi. Nel solo mese di gennaio 2022 ci sono stati poco più di 800 mila contagi tra i non vaccinati, dato da confrontare con meno di 700 mila contagi riscontrati tra il numero, molto più grande, di cittadini vaccinati che avevano ricevuto anche la dose booster.
Anche togliendo dal conto i contagi falsi che taluni no-vax hanno fatto apparire per acquisire in modo fraudolento il green-pass, l’incidenza dei contagi tra i non vaccinati è stata ragguardevole. Secondo gli ultimi dati disponibili (aggiornati allo scorso 29 gennaio) gli italiani over-12 non vaccinati sono poco meno di 5,5 milioni, di cui 1,1 milioni di età maggiore o uguale a 60 anni.
Il numero relativamente basso di vaccini somministrato durante questa prima parte del mese di febbraio ci fa presumere che il numero attuale di over-12 non vaccinati non sia molto diverso rispetto a quello della fine di gennaio. Tenuto conto del numero dei non vaccinati che sono stati contagiati da meno di 6 mesi (circa 1,5 milioni), possiamo stimare che oggi il numero residuo dei non vaccinati che non possiedono anticorpi contro il virus SARS-CoV-2 sia pari a circa 4 milioni (qui ho trascurato coloro che hanno contratto eventualmente il virus più di 6 mesi fa, ma si tratta di un effetto trascurabile rispetto al gran numero di contagi recenti dovuti ad Omicron).
Dal punto di vista statistico, la forte presenza di non vaccinati che hanno contratto recentemente la Covid-19 rischia di introdurre una forte perturbazione nelle stime di efficacia dei vaccini. Infatti queste stime sono fatte analizzando la densità di casi (contagi, ricoveri e decessi) per le diverse popolazioni (in pratica, per ciascuna categoria vaccinale, si divide il numero dei casi per il numero delle persone potenzialmente contagiabili).
Se confrontiamo i non vaccinati con i vaccinati che hanno ricevuto anche la dose booster, abbiamo a che fare con popolazioni di dimensioni molto diverse. Il numero di vaccinati con booster è passato da circa 20 milioni a metà gennaio a circa 26 milioni a fine gennaio, valori sempre molto più alti rispetto al numero dei non vaccinati. Eppure i ricoveri in terapia intensiva registrati durante il mese di gennaio sono stati più di 1.500 tra i non vaccinati e poco meno di 500 tra i vaccinati con booster.
Il ruolo dei vaccini è stato determinante per ridurre il carico dei reparti di terapia intensiva anche se i no-vax ripetono il loro solito mantra "si può finire in terapia intensiva anche se si è vaccinati", rifiutando di prendere atto dell'evidenza dei numeri.
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