sabato 5 febbraio 2022

Il confronto tra i dati attuali e quelli del 2020 (prima dell'arrivo dei vaccini)

Uno dei temi cari alla propaganda no-vax è legato all'affermazione secondo cui "l'arrivo dei vaccini non avrebbe cambiato sostanzialmente nulla, a cominciare dai decessi che sarebbero simili a quelli avvenuti nel 2020, prima del loro arrivo". Talvolta viene messo in evidenza il dato relativo ad un giorno specifico, confrontandolo con quello simile risalente ad un giorno del 2020, per concludere che oggi siamo più o meno nella stessa situazione di allora.

Si tratta di una pura e semplice mistificazione, fatta in malafede da chi è pronto a negare l'evidenza pur di non ammettere l’inconsistenza delle proprie posizioni. Non è difficile dimostrare che le cose stanno esattamente in un modo opposto a quello sostenuto dai no-vax: basta andare a vedere TUTTI i dati e fare il confronto sull'insieme dei valori e non su un punto singolo. Qui di seguito vi mostro come stanno effettivamente le cose:

Andamento della pandemia a partire dal mese di ottobre 2020 (linea tratteggiata) e dal mese di ottobre 2021 (linea verde). I dati relativi a contagi (casi notificati), ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi sono espressi come valori registrati nell'arco di una settimana. Tratto dal bollettino ISS dello scorso 2 febbraio

Passando dal 2020 al 2021 notiamo innanzitutto che l'andamento temporale della pandemia è cambiato. Nell'autunno-inverno 2020/21 erano state osservate 2 ondate pandemiche: una partita ad ottobre 2020, legata ad un ceppo virale simile a quello originale di Wuhan ed una seconda ondata partita a febbraio 2021 legata all'arrivo della variante Alpha. Ricordo che l'ondata dell'autunno 2020 aveva colto tutta la popolazione senza vaccino, mentre il picco pandemico legato ad Alpha era arrivato quando almeno una parte della popolazione più anziana era stata vaccinata.

Anche nell'autunno-inverno 2021/22 abbiamo assistito all’avvicendamento di 2 varianti virali: Delta e Omicron, tutte e due molto più contagiose rispetto alle varianti virali che circolavano un anno prima. Delta ha prodotto danni tutto sommato limitati, ma si vede chiaramente che l'arrivo di Omicron ha prodotto un fortissimo aumento dei contagi, il cui valore di picco è stato pari a circa 4 volte il valore massimo registrato un anno fa. I dati relativi al 2022 sono ovviamente ancora parziali, ma ormai abbiamo superato il picco dell'ondata pandemica e possiamo ragionevolmente aspettarci che - da qui in avanti - si assista ad un calo progressivo di tutti gli indicatori pandemici.

Notiamo che durante l'autunno-inverno 2021-22 l'andamento generale dei ricoveri e dei decessi mostra un andamento decisamente più contenuto rispetto ad un anno prima. In termini quantitativi, invece di guardare il dato di un singolo giorno, bisogna confrontare l'integrale delle 2 curve (linea rossa tratteggiata e linea verde). Ricordo che l'integrale altro non è che l'area che sta sotto alla curva.

Quindi, nell'autunno-inverno 2021-22 abbiamo complessivamente avuto molti più contagi, ma decisamente meno ricoveri (specialmente in terapia intensiva) e decessi

Se teniamo conto del fatto che circa la metà dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi avvenuti recentemente è dovuto a persone che hanno rifiutato la vaccinazione, capiamo che - senza no-vax - il bilancio sarebbe stato ancora migliore.

Ricordo che tra metà dicembre 2021 e metà gennaio 2022 ci sono stati 1.792 ricoveri in terapia intensiva di non vaccinati (complessivamente circa 6,2 milioni di persone di cui 1,3 sopra i 60 anni), contro 280 ricoveri tra i 14,3 milioni di persone (di cui 8,6 milioni sopra i 60 anni) che avevano ricevuto la terza dose vaccinale. Un non vaccinato aveva mediamente una probabilità di finire in terapia intensiva 27 volte maggiore rispetto a chi aveva ricevuto la terza dose. La probabilità di morire per i non vaccinati è stata 25 volte superiore rispetto a chi aveva ricevuto la terza dose.

Nei loro volantini farneticanti, i no-vax scrivono che "anche i vaccinati possono finire in terapia intensiva e morire". Vero, nessun vaccino fornisce una copertura pari al 100%. Ma dimenticano di specificare quali sono i numeri, guardandosi bene dal ricordare quanto sia più alta l'incidenza dei contagi gravi per chi non si è vaccinato.

Trovo francamente irritante che queste persone - dopo aver messo inutilmente a rischio la propria salute e quella dei loro cari - continuino a propalare fake news per difendere le loro assurde posizioni.

4 commenti:

  1. Covid, cambiare il linguaggio violento sui No-vax
    non può che farci bene

    VIOLA DI GRADO - 05 febbraio 2022

    Si parla troppo di vaccini anti Covid. Non si parla invece di come ne parliamo e, soprattutto, della violenza che imperversa in Italia, dai social ai giornali, quando si contrappongono No-vax e Pro-vax.

    Ogni integralismo nasce dalla paura, ma nel nostro paese questa paura ha tirato fuori una ferocia sopita, un rigurgito fascista in attesa di esprimersi in un nuovo, agonizzante e autorizzato vagito.

    Facciamo un passo indietro, smettiamo di fare i cannibali con le fragilità degli altri, e offriamo l’un l’altro le parole migliori, le più salde, mentre tremiamo di traverso in questo paese instabile e senza pace.

    continua su: https://www.editorialedomani.it/fatti/covid-pandemia-no-vax-pro-vax-linguaggio-violento-lockdown-inghilterra-a3anwz4p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I linguaggi violenti non sono mai accettabili, ma dire la verità non è fare violenza su chi si ostina a negarla, aldilà di ogni ragionevole dubbio.

      Il diritto individuale a sostenere qualsiasi idea finisce quando i comportamenti individuali vanno ad impattare sul bene comune (leggi, occupazione degli ospedali).

      Certi no-vax cercano di far passare l'idea di appartenere ad una minoranza perseguitata, arrivando perfino ad auto-assimilarsi alle vittime della Shoah. Personalmente credo che tutto ciò sia vergognoso.

      Elimina
  2. In Europa grazie ai vaccini Covid sono state salvate
    quasi mezzo milione di vite

    Secondo uno studio citato dalla Commissione europea circa mezzo milione di vite sono state salvate grazie ai vaccini Covid, con una riduzione di circa il 51% del totale delle morti stimate.

    A cura di Ida Artiaco

    continua su:

    https://www.fanpage.it/esteri/in-europa-grazie-ai-vaccini-covid-sono-state-salvate-quasi-mezzo-milione-di-vite/

    RispondiElimina
  3. UN BILANCIO (PARZIALE)
    E quindi i vaccini hanno funzionato?

    Rispetto a un anno fa meno vittime e poche chiusure: la campagna di immunizzazione ci ha permesso di tenere a bada il virus, la normalità però è ancora lontana

    Antonio Piccirilli - 18 febbraio 2022

    Come sta andando la quarta ondata? Ora che la curva è in fase di flessione, è forse utile fare un breve e parziale bilancio sul secondo inverno col Covid (e il primo con una parte consistente della popolazione vaccinata).

    Partendo ovviamente dai numeri. Dal 1° ottobre ad oggi le persone decedute a causa del virus sono state 21.309, decisamente meno rispetto alle 58.622 dell'anno precedente.

    Anche la pressione sugli ospedali quest'anno è stata meno pesante: il picco delle terapie intensive è stato raggiunto il 17 gennaio con 1.717 pazienti in condizioni critiche, mentre lo scorso inverno avevamo toccato i 3.848 ricoveri il 25 novembre.

    Anche la curva dei ricoverati con sintomi si è mantenuta più bassa con un picco di 20.037 pazienti il 25 gennaio, laddove lo scorso anno avevamo sfiorato quota 35mila. Bisogna poi considerare che con l'arrivo della variante Omicron, vero e proprio spartiacque della quarta ondata, è aumentato il numero dei pazienti (non gravi) ricoverati "con il Covid" e "non per il Covid". Una conseguenza indiretta dell'impennata dei contagi provocata da questa variante: più aumentano le infezioni, maggiore è la probabilità che un paziente che si trova in ospedale per altri motivi entri in contatto con il virus.

    Anche l'andamento dell'epidemia è stato diverso. Quest'anno la curva degli ospedalizzati si è mantenuta molto bassa fino a metà dicembre, mentre abbiamo un po' sofferto da quando Delta ha lasciato il campo a Omicron. 

    Lo scorso anno c'era stata una violenta ondata tra ottobre e novembre, seguita da un calo e poi da un nuovo aumento degli ospedalizzati a inizio marzo.

    È andato tutto bene? No. Inutile dire che l'arrivo dei vaccini ci ha illuso di poter chiudere i conti con la pandemia, o quantomeno derubricare il Covid a un fastidioso malanno di stagione.

    I dati però dicono ancora altro: come spiega Matteo Villa dell'Ispi tra il 2013 e il 2019, in Italia, l'influenza è stata associata a una media di 18.000 decessi annui.

    Come abbiamo visto da ottobre ad oggi abbiamo contato già più di 21mila morti dovuti al Covid. I vaccini ci hanno aiutato tantissimo, ma non siamo ancora tornati alla normalità.

    Non va poi dimenticato che il Covid, tasso di letalità a parte, resta un'insidia per il funzionamento del sistema sanitario tant'è che anche quest'anno molti ospedali sono stati costretti a rinviare le operazioni di routine nei periodi di picco dell'epidemia. Non ne siamo ancora fuori, anche se rispetto a un anno fa di strada ne abbiamo fatta.

    Nell'interpretazione dei dati va infatti tenuto conto del "fattore chiusure": se oggi le restrizioni sono quasi inesistenti (almeno per i vaccinati), lo scorso anno tra coprifuoco, limiti agli spostamenti e zone a colori erano piuttosto severe. Con effetti devastanti per l'economia.

    I vaccini ci hanno permesso di tenere a bada il virus, tornare a crescere come Paese e riprenderci in parte la nostra vita. Non è poco, per nulla. Ma il virus è ancora qui. E il futuro resta una grande incognita.

    https://www.today.it/attualita/vaccini-funzionano.html#_ga=2.159191740.781595361.1645153192-197989118.1643768363

    RispondiElimina