Fin dall'inizio della pandemia è stato notato che, nei maschi, i contagi indotti dal SARS-CoV-2 possono provocare (a parità di altri fattori di rischio) complicanze mediamente più gravi rispetto alle femmine. Aldilà della gravità media dei contagi, l'attenzione dei ricercatori è stata attirata anche dai danni specifici che la Covid-19 può indurre negli organi riproduttivi maschili.
Ci sono in letteratura numerosi lavori che analizzano questo fenomeno, ma si tratta in generale di studi limitati ad un numero ristretto di casi. Studi anatomici post-mortem hanno evidenziato che - oltre ai ben noti danni riscontrati a livello polmonare - l'infezione da Covid-19 può provocare anche danni a livello degli organi riproduttivi maschili. Anche per chi contrae forme non particolarmente gravi di Covid-19 ci possono essere conseguenze a livello degli organi riproduttivi maschili, annoverabili tra gli effetti del cosiddetto "long Covid".
Per cercare di comprendere meglio questi aspetti, un gruppo di ricerca di Hong Kong ha realizzato uno studio sui criceti dorati (Mesocricetus auratus, cavie animali ampiamente utilizzate per gli studi sulla Covid-19). Il contagio è stato indotto utilizzando diverse cariche virali, diversi tipi di virus (ceppo originale di Wuhan, Delta ed Omicron) e diverse metodologie di somministrazione del virus.
Il lavoro che descrive i risultati di questa ricerca è stato accettato per la pubblicazione e apparirà tra breve sulla rivista Clinical Infectious Diseases.
Lo studio ha consentito di verificare l'esistenza di una ampia serie di danni provocati dalla Covid-19 negli organi riproduttivi degli animali infettati. Tali danni sono stati rilevati anche in presenza di un impatto relativamente modesto a livello polmonare ed erano tali da poter incidere sensibilmente sulla capacità riproduttiva dei soggetti analizzati.
Nelle cavie che avevano ricevuto preventivamente il vaccino non è stata osservata la presenza di danneggiamenti a livello degli organi riproduttivi. Nessun danno è stato riscontrato anche nel gruppo di controllo, costituito da cavie che erano state infettate con il virus influenzale H1N1, invece che con SARS-CoV-2.
Ricordo che i risultati ottenuti su cavie animali non possono essere traslati automaticamente all'uomo, ma quello che è stato messo in evidenza da questo studio dimostra che l'argomento potrebbe avere una certa rilevanza. Soprattutto ricordando la reticenza con cui noi maschietti tendiamo ad affrontare certi temi.
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