La stampa internazionale ha dato grande rilievo all’articolo scritto da un gruppo di ricerca basato a Singapore in cui si discute della (parziale) immunità al virus SARS-CoV-2 (quello che identifichiamo come Covid-19 nel linguaggio corrente) di cui disporrebbero le persone che hanno contratto alcune forme di un banale raffreddore. Covid-19 e altri virus che provocano quello che noi chiamiamo raffreddore appartengono alla stessa famiglia di Coronavirus, anche se la loro pericolosità per l’uomo è molto diversa.
Non si muore di raffreddore (succedeva solo ai gerarchi della vecchia Unione Sovietica), mentre la letalità del Covid-19 purtroppo la conosciamo bene. L’idea che, grazie ad un banale raffreddore, l'organismo sviluppi difese che possano fornire una qualche forma di protezione anche rispetto al Covid-19 non è nuova ed era già stata discussa in un articolo apparso a metà maggio:
L’articolo più recente che citavo all’inizio di questo post lo potete trovare qui:
Quest’ultimo articolo è ancora in forma di preprint, ovvero non è stato ancora accettato da una rivista scientifica per la pubblicazione, ma è attualmente in fase di revisione da parte dei referee. Questo vuol dire che il testo potrebbe subire modifiche anche sostanziali prima che il lavoro sia accettato per la pubblicazione. Notiamo tra l’altro che il gruppo di ricercatori basato a Singapore che ha prodotto questo articolo è guidato dal prof. Antonio Bertoletti, immunologo italiano per nascita e formazione, che lavora a Singapore ormai da molti anni. Come correttamente indicato nella sezione del lavoro dedicata ai possibili conflitti di interessi, il prof. Bertoletti è co-fondatore della Lion TCR, una compagnia biotech che sviluppa trattamenti basati sui cosiddetti “recettori dei linfociti T” per la cura di malattie causate da virus e di talune forme di tumore.
Un aspetto interessante di quest’ultimo lavoro è l’evidenza che pazienti che diciassette anni fa hanno contratto il virus SARS-CoV-1 (diffuso, a suo tempo, solo in Asia) hanno una certa protezione anche per il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2. Sorprendentemente una simile protezione si trova anche in pazienti che non hanno contratto il SARS-CoV-1, ma hanno semplicemente contratto alcune forme del banale raffreddore.
Basta quindi un comune raffreddore per difenderci, almeno parzialmente, dal Covid-19?. Potrebbe essere questa una delle cause per cui molte persone che entrano in contatto col Covid-19 mostrano sintomi lievi o sono completamente asintomatiche? Ma allora, viene da chiedersi, a Bergamo nessuno si era preso il raffreddore prima che arrivasse il Covid-19? La risposta definitiva ce la daranno gli esperti e, secondo me, sarà comunque necessario approfondire le indagini. Infatti ambedue i lavori che ho citato fanno riferimento a coorti piuttosto esigue di casi analizzati. Parliamo di poche decine di persone per ogni studio, il “minimo sindacale” se volete.
La strada tracciata è comunque intrigante e potrebbe fornire indicazioni utili anche per lo sviluppo di un vaccino o di trattamenti farmacologici per il Covid-19. Vedremo nei prossimi mesi se questi studi saranno confermati da altri laboratori e quale sarà il loro effettivo impatto. Per il momento, prima di ridurre tutta la questione ad "un banale raffreddore" manteniamo la giusta prudenza.
A. Grifoni et. al. “Targets of T Cell Responses to SARS-CoV-2 Coronavirus in Humans with COVID-19 Disease and Unexposed Individuals”; Cell, May 14, 2020, DOI: 10.1016/j.cell.2020.05.015
L’articolo più recente che citavo all’inizio di questo post lo potete trovare qui:
N. Le Bert et. al. “Different pattern of pre-existing SARS-COV-2 specific T cell immunity in SARS-recovered and uninfected individuals”; bioRxiv preprint, DOI: 10.1101/2020.05.26.115832
Quest’ultimo articolo è ancora in forma di preprint, ovvero non è stato ancora accettato da una rivista scientifica per la pubblicazione, ma è attualmente in fase di revisione da parte dei referee. Questo vuol dire che il testo potrebbe subire modifiche anche sostanziali prima che il lavoro sia accettato per la pubblicazione. Notiamo tra l’altro che il gruppo di ricercatori basato a Singapore che ha prodotto questo articolo è guidato dal prof. Antonio Bertoletti, immunologo italiano per nascita e formazione, che lavora a Singapore ormai da molti anni. Come correttamente indicato nella sezione del lavoro dedicata ai possibili conflitti di interessi, il prof. Bertoletti è co-fondatore della Lion TCR, una compagnia biotech che sviluppa trattamenti basati sui cosiddetti “recettori dei linfociti T” per la cura di malattie causate da virus e di talune forme di tumore.
Un aspetto interessante di quest’ultimo lavoro è l’evidenza che pazienti che diciassette anni fa hanno contratto il virus SARS-CoV-1 (diffuso, a suo tempo, solo in Asia) hanno una certa protezione anche per il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2. Sorprendentemente una simile protezione si trova anche in pazienti che non hanno contratto il SARS-CoV-1, ma hanno semplicemente contratto alcune forme del banale raffreddore.
Basta quindi un comune raffreddore per difenderci, almeno parzialmente, dal Covid-19?. Potrebbe essere questa una delle cause per cui molte persone che entrano in contatto col Covid-19 mostrano sintomi lievi o sono completamente asintomatiche? Ma allora, viene da chiedersi, a Bergamo nessuno si era preso il raffreddore prima che arrivasse il Covid-19? La risposta definitiva ce la daranno gli esperti e, secondo me, sarà comunque necessario approfondire le indagini. Infatti ambedue i lavori che ho citato fanno riferimento a coorti piuttosto esigue di casi analizzati. Parliamo di poche decine di persone per ogni studio, il “minimo sindacale” se volete.
La strada tracciata è comunque intrigante e potrebbe fornire indicazioni utili anche per lo sviluppo di un vaccino o di trattamenti farmacologici per il Covid-19. Vedremo nei prossimi mesi se questi studi saranno confermati da altri laboratori e quale sarà il loro effettivo impatto. Per il momento, prima di ridurre tutta la questione ad "un banale raffreddore" manteniamo la giusta prudenza.
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