lunedì 1 giugno 2020

Primo anticorpo artificiale testato contro il Covid-19

Mentre in Italia il dibattito tra clinici, virologi ed epidemiologi procede tramite interventi più o meno apodittici nei talk show più popolari, la ricerca di nuove terapie per il Covid-19 va avanti. Ovviamente tutti noi speriamo che abbiano ragione coloro che scommettono sulla "estinzione" del virus, così come già successo per altre simili epidemie. Tuttavia, considerato che l'epidemia di Febbre Spagnola imperversò per ben tre anni, ci consola il fatto che la ricerca faccia progressi anche sul fronte dei farmaci specifici per il trattamento del Covid-19. 
 
Ricordo che, fino ad oggi, nella pratica clinica sono stati tentati diversi approcci utilizzando farmaci già noti, ma nessuno di questi ha mostrato di essere risolutivo nella cura del Covid-19. Alcuni ricercatori sostengono di aver ottenuti risultati interessanti su pazienti in condizioni gravi, usando il plasma di guariti ricco di anticorpi. Questa tecnica non è affatto nuova ed ha mostrato di funzionare in modo significativo per altre malattie, anche se molti ricordano i possibili effetti collaterali legati all'utilizzo di plasma umano. Molti laboratori hanno lanciato ricerche specifiche per lo sviluppo di anticorpi artificiali che siano specifici per il Covid-19. 
 
Gli anticorpi artificiali hanno due grandi vantaggi rispetto a quelli estratti dal sangue di pazienti guariti: a) la disponibilità praticamente illimitata e b) la drastica riduzione dei possibili effetti collaterali. Oggi è stato ufficialmente annunciato l'inizio della sperimentazione su volontari dell'anticorpo artificiale denominato LY-CoV555 che è stato disegnato per attaccare direttamente la cosiddetta proteina "spike" di Covid-19. L'effetto dell'anticorpo sarebbe quello di bloccare l'attacco del virus, impedendo che entri nelle cellule umane. Naturalmente ci vorranno ancora molti mesi prima di capire se il farmaco sia veramente efficace e per escludere la presenza di effetti indesiderati. Si tratta comunque di un passo in avanti importante, diverso rispetto a quello, più complesso, di produrre un vaccino.
Ovviamente dietro a tutto questo ci sono anche fortissimi interessi economici. Non è un caso che l'annuncio dell'avvio della sperimentazione sia stato dato in una lettera agli investitori prima ancora  di farne oggetto di una pubblicazione scientifica. Ci consola il fatto che comunque sono in corso molte altre ricerche similari e quindi, ammesso che la strada degli anticorpi artificiali funzioni, non ci aspettiamo che il farmaco possa essere soggetto al monopolio di una singola azienda farmaceutica. Tra questi interessanti studi c'è anche quello che, nell'ambito di una collaborazione italo-indiana-canadese, vede  impegnato, tra gli altri, il prof. Pier Paolo Pandolfi, premio Pezcoller 2011 per la ricerca sul cancro.

Letture su argomenti correlati:

Poh, C.M., Carissimo, G., Wang, B. et al. Two linear epitopes on the SARS-CoV-2 spike protein that elicit neutralising antibodies in COVID-19 patients. Nat Commun 11, 2806 (2020). https://doi.org/10.1038/s41467-020-16638-2

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