lunedì 15 giugno 2020

Sta arrivando la seconda ondata?

In queste settimane stiamo assistendo ad una estrema mutevolezza delle opinioni e dei comportamenti tenuti rispetto alla pandemia di Covid-19. Passata la “grande paura” c’è stato un allentamento progressivo delle condizioni di lockdown che, almeno in Europa, non ha fin qui generato i temuti ritorni di fiamma dell’epidemia. Sale in tutti noi la preoccupazione per le conseguenze socio-economiche della pandemia e la voglia di buttarci alle spalle questa brutta esperienza. Nei salotti televisivi è andato in onda un dibattito un po’ superficiale e confuso sulla possibile riduzione della pericolosità del virus. Hanno ripreso voce negazionisti e no-vax di cui francamente non sentivamo la mancanza.

Proprio mentre molti di noi incominciavano a sperare in una estate Covid-free ecco irrompere fragorosamente sulla scena mediatica la notizia del possibile arrivo di una “seconda ondata”. Mentre USA e Sud America sono ancora intenti a fronteggiare la prima ondata, le ultime notizie in arrivo dalla Cina e dal Medio Oriente riportano di una significativa impennata dei contagi. A livello nazionale, a Roma, sono stati individuati almeno due focolai piuttosto significativi che hanno contribuito a suscitare un certo allarme nell’opinione pubblica.

Inutile rivolgersi a virologi ed epidemiologi per sapere se questa seconda ondata di contagi arriverà davvero. C’è chi sostiene che siano solo colpi di coda di una pandemia ormai in fase di estinzione, mentre altri sostengono che una seconda ondata sia altamente probabile, magari anche più grave della prima. Quelli più onesti intellettualmente vi risponderanno che non sono in grado di dare una risposta e che bisognerà aspettare per capire cosa potrà succedere nei prossimi mesi.

Ho provato a cercare altre fonti di informazione indipendenti e ho guardato, ad esempio, all’andamento dei mercati finanziari. Si dice che i mercati finanziari “anticipino” le notizie. In effetti, da qualche giorno, i mercati finanziari di tutto il mondo stanno segnando un calo piuttosto significativo, non così grande come quello segnato ad inizio marzo, ma certamente importante. Secondo le motivazioni comunemente accettate questa riduzione sarebbe dovuta al timore di un ritorno della pandemia con conseguenze disastrose per l’economia mondiale già duramente provata dalla prima ondata. Sarà proprio così? La domanda sorge spontanea considerato che gli esperti di finanza sono famosi perché domani ci spiegheranno con dovizia di particolari come mai oggi non si sono verificate le ipotesi che loro stessi avevano fatto ieri. Forse gli gnomi della finanza mondiale dispongono di informazioni riservate sulla pandemia che non sono note a noi comuni mortali? Oppure il Covid-19 è solo una scusa per “scaricare gli oscillatori” come si dice in gergo ovvero per far scendere un po’ le borse drogate dall’eccesso di liquidità che le Banche centrali hanno prodotto nel corso di quest’ultimo decennio?

Temo che anche l’analisi delle borse mondiali non ci possa aiutare più di tanto, così come la cacofonia di opinioni di virologi ed epidemiologi. Vediamo allora di analizzare i numeri che stanno dietro a queste notizie di una seconda ondata, cercando di capire meglio cosa stia effettivamente succedendo.

Partiamo dai dati romani che sono quelli che conosciamo meglio. A Roma sono stati registrati due focolai significativi. Ambedue i casi hanno caratteristiche peculiari. Il primo focolaio è stato localizzato all’interno di una clinica che si occupa di riabilitazione. Le indagini epidemiologiche sono ancora in corso e sembra che il focolaio sia stato innescato circa un mese fa. A fronte di oltre cento contagi accertati, sono stati registrati 5 decessi da Covid-19 a dimostrazione che il virus fa ancora danni quando si infiltra in ambienti come ospedali od RSA dove ci sono persone fragili. Poteva diventare una seconda “Codogno”, ma per fortuna il sistema di tracciamento dei contagi ha permesso di circoscrivere i danni. Il secondo focolaio romano è stato localizzato all’interno di uno stabile occupato. Una situazione particolarmente critica da un punto di vista sociale oltre che sanitario, dove è molto difficile intervenire. Si tratta comunque di un focolaio circoscritto ed isolato, che non dovrebbe provocare ulteriori danni.

Andando più lontano, le notizie che arrivano dalla Cina parlano di un focolaio nato all’interno di un mercato (tanto per cambiare) e di misure di lockdown piuttosto rigide estese ad alcuni quartieri della capitale Pechino. Difficile dire se le Autorità cinesi abbiano detto tutta la verità. La strategia è comunque quella di isolare il focolaio nascente e di tracciare le persone all’interno dei quartieri a rischio per evitare che la circolazione del virus aumenti.

Per quanto riguarda i paesi del Medio Oriente le notizie sono ancora piuttosto incerte. Si parla di una aumento significativo della circolazione del virus in Egitto ed in altri Paesi vicini, ma c’è una grande incertezza sia sui numeri effettivi, sia sull’efficacia delle azioni di mitigazione che sono state attuate. In alcuni casi abbiamo a che fare con sistemi sanitari piuttosto deboli e questo non aiuta. L’unica conclusione che possiamo trarre è che un clima caldo e secco, di per sé, non è sufficiente per proteggerci dalla pandemia.

Possiamo quindi dire che:
  1. Chi dava il virus come “spacciato” forse ha tratto conclusioni un po’ troppo affrettate. Il virus circola ancora e se si infiltra in ambienti dove ci sono persone particolarmente fragili può ancora fare grossi danni.
  2. Attualmente, almeno in Italia, il sistema di tracciamento dei contagi sembra funzionare. La situazione potrebbe diventare molto più critica in autunno-inverno quando le sintomatologie da Covid-19 potranno essere confuse con la normale influenza ed i cosiddetti “mali di stagione”. Se gli italiani si convincessero ad installare IMMUNI sui loro smartphone, male non farebbe,
  3. Parlare di una seconda ondata imminente oggi è ancora prematuro, ma l’evoluzione internazionale della Pandemia va monitorata con attenzione.
  4. Dovremmo ripensare a tutti gli errori fatti ad inizio anno e cercare di non ripeterli nel corso dei prossimi mesi. Ad esempio, sarebbe auspicabile che l’Europa (Gran Bretagna inclusa) adottasse una politica comune nei confronti dei viaggiatori provenienti da altre parti del Mondo  perché c’è il rischio di innescare una sorta di tragico “ping-pong” del virus attraverso i continenti.
  5. Il fatto che l’Italia abbia stretto un patto con altri Paesi europei per la distribuzione di un futuro vaccino è un fatto molto positivo, anche se nessuno oggi può dire con certezza quando il vaccino sarà disponibile e quanto sarà efficace.

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