lunedì 22 giugno 2020

La pandemia e l'Alto Adige

Questa mattina l'Alto Adige che si illudeva di essere ormai prossimo a "contagio zero" e aveva drasticamente ridotto il numero dei tamponi ha avuto un brusco risveglio. Pur avendo effettuato solo 222 tamponi, sono stati trovati undici nuovi contagiati, tutti appartenenti allo stesso nucleo famigliare, a quanto parte contagiati da un membro della famiglia che era appena rientrato da un viaggio all'estero (in un Paese extraeuropeo, dove esattamente non è ancora noto). 

Sulla base delle poche notizie disponibili, sembrerebbe  un classico caso di re-importazione del virus, non sorprendente quando ricordiamo che la pandemia di Covid-19 ha già registrato, a livello mondiale, quasi 9 milioni di contagi e quasi mezzo milione di decessi. Paesi come la Cina o la Corea del Sud che avevano controllato la prima ondata del virus prima degli altri, hanno già registrato da mesi situazioni di questo tipo. 

Non è facile evitare i contagi di importazione, a meno che non si ricorra a severe misure di quarantena per chi proviene dall'estero. Operazione complessa sia dal punto di vista pratico che politico (nessun Paese vuole sentirsi attribuire l'etichetta dell'untore!). Ancora più difficile in Italia dove si sta cercando disperatamente di far ripartire il turismo che proprio negli Stati extra-europei ha importanti riserve di potenziali clienti.

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