Cittadini del Texas in coda per sottoporsi a tampone. Almeno il 10% dei tamponi fatti durante gli ultimi giorni è risultato positivo. Fonte: BBC su foto Reuters |
Fonte: BBC su dati The Covid tracking project |
La curva è da manuale di epidemiologia. Dopo una rapida crescita avvenuta a marzo, nelle prime settimane di aprile il numero di nuovi casi si era stabilizzato per poi scendere fino ad valore di circa 20.000 nuovi contagi giornalieri. A partire da circa metà giugno si osserva una nuova significativa crescita dei nuovi contagi giornalieri. Il dato mostrato in figura è quello nazionale e quindi media andamenti diversi di Stati diversi. Tuttavia la tendenza generale è chiarissima: gli Stati Uniti si trovano di fronte ad una forte risalita dei contagi. Non abbiamo a che fare, come sta succedendo attualmente in Italia ed in altri Paesi europei, con un numero limitato di focolai, prontamente confinati. In alcuni Stati americani i sistemi sanitari sono in grande difficoltà ed è purtroppo prevedibile che – a breve – gli effetti di questa seconda ondata si vedranno anche sul fronte dei decessi.
Analizzando le cose più in dettaglio, si vede che l'aumento dei casi è concentaro negli Stati del Sud-Ovest americano che erano stati meno colpiti nella fase iniziale della pandemia. La figura seguente mostra chiaramente come il dato nazionale contenga al suo interno andamenti molto differenti:
Fonte: BBC su dati The Covid tracking project |
Qualcuno ha provato a sostenere che l'aumento dei nuovi contagi sia stato legato all'aumento del numero di tamponi, ma la percentuale di tamponi positivi in molti Stati americani è ancora talmente alta da rendere questa speigazione altamente improbabile:
In numerosi Stati americani la percentuale di tamponi positivi supera il livello del 5%, a dimostrazione dell'elevato livello di circolazione del virus. Fonte: BBC su dati The Covid tracking project |
Nelle ultime settimane c’è stata inoltre una chiara tendenza alla diminuzione dell’età media delle persone contagiate. Questo potrebbe significare che le persone più anziane abbiano mantenuto comportamenti improntati ad una certa cautela, anche negli Stati dove le misure di lockdown sono state prematuramente abbandonate. Senza contare che molte delle persone più fragili sono ahimè già passate a miglior vita, seguendo quello che gli epidemiologici chiamano effetto “harvesting” (negli USA le morti precoci causate dal Covid-19 sonostate oltre 125.000). Se osserviamo il numero di ricoveri e delle persone che devono essere assistite con respiratore, si osservano in molti Stati numeri crescenti a dimostrazione che il virus non ha perso la sua pericolosità.
La situazione è molto seria e alcuni Governatori che avevano seguito il presidente Trump nella sua frettolosa dichiarazione di fine dell’emergenza stanno ripristinando forme più o meno severe di lockdown. Sono scattati anche divieti di spostamento tra Stato e Stato.
Per noi europei, rimangono i limiti all’interscambio con gli Stati Uniti che certamente produrranno una serie di ulteriori problemi dal punto di vista economico. Assieme ai limiti, dobbiamo prendere atto della lezione che ci viene dagli USA. Anche in un Paese avanzato ed economicamente prospero, la pandemia di Covid-19 può produrre danni ingenti, specialmente se viene presa sotto gamba.
È possibile sapere se questo aumento di casi di persone positive comporta anche un corrispondente aumento nel numero dei decessi?
RispondiEliminaIl dato sui decessi dipende da vari fattori e comunque segue quello dei nuovi contagi con un certo ritardo. Ricordiamo che in questa fase della pandemia c'è stato un sostanziale abbassamento dell'età media dei contagiati e quindi ci aspettiamo una situazione mediamente meno grave dal punto di vista sanitario. Inoltre tra i 125.000 americani che sono già deceduti per Covid-19 c'erano certamente molte persone fragili e quindi più esposte alle conseguenze più severe del contagio. In qualche modo il Covid-19 ha già fatto una sorta di selezione naturale. Vedremo come andranno le cose nelle prossime settimane. Per il momento il sito https://www.covidexitstrategy.org/ segnala che in sette stati americani la disponibilità di posti di terapia intensiva (ICU secondo l'acronimo inglese) è limitata. Io non sono comunque pessimista anche perché nel frattempo i clinici hanno imparato a trattare meglio i malati di Covid-19, purché ovviamente la pressione sui sistemi sanitari non ecceda certi livelli. Se i nuovi contagi giornalieri dovessero salire fino a quota 100.000 come ipotizzato dal Prof. Fauci, probabilmente il mio ottimismo sarebbe mal riposto.
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