lunedì 29 giugno 2020

Seconda ondata (?) a stelle e strisce


Cittadini del Texas in coda per sottoporsi a tampone. Almeno il 10% dei tamponi fatti durante gli ultimi giorni è risultato positivo. Fonte: BBC su foto Reuters
Mentre in Europa stiamo assistendo alla fase calante della pandemia, gli Stati Uniti sembrano ormai nel pieno della seconda ondata. In realtà, la situazione degli USA è un po’ più complicata ed è molto disomogenea a causa delle diverse politiche che gli Stati americani hanno seguito nella lotta al Covid-19. Ad esempio, lo Stato di New York è stato tra i primi ad essere investito dalla pandemia ed ha pagato un pesantissimo tributo. Dopo un lungo periodo di lockdown la situazione attuale dello Stato di New York è abbastanza simile a quella europea con una frazione progressivamente decrescente dei tamponi positivi. Altri Stati, specialmente nel Sud-Ovest del Paese hanno attuato lockdown parziali e temporalmente contenuti. Il tutto è stato complicato dalla particolare situazione americana dove in un anno di elezioni presidenziali anche il Covid-19 è diventato argomento di scontro politico. È così successo che alcuni Governatori abbiano abbandonato le misure di lockdown anzitempo sulla base di valutazioni politiche piuttosto che scientifiche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è ben rappresentato dalla figura che mostro qui sotto dove si vede l’andamento dei nuovi contagi giornalieri.

Fonte: BBC su dati The Covid tracking project

La curva è da manuale di epidemiologia. Dopo una rapida crescita avvenuta a marzo, nelle prime settimane di aprile il numero di nuovi casi si era stabilizzato per poi scendere fino ad valore di circa 20.000 nuovi contagi giornalieri. A partire da circa metà giugno si osserva una nuova significativa crescita dei nuovi contagi giornalieri. Il dato mostrato in figura è quello nazionale e quindi media andamenti diversi di Stati diversi. Tuttavia la tendenza generale è chiarissima: gli Stati Uniti si trovano di fronte ad una forte risalita dei contagi. Non abbiamo a che fare, come sta succedendo attualmente in Italia ed in altri Paesi europei, con un numero limitato di focolai, prontamente confinati. In alcuni Stati americani i sistemi sanitari sono in grande difficoltà ed è purtroppo prevedibile che – a breve – gli effetti di questa seconda ondata si vedranno anche sul fronte dei decessi.

Analizzando le cose più in dettaglio, si vede che l'aumento dei casi è concentaro negli Stati del Sud-Ovest americano che erano stati meno colpiti nella fase iniziale della pandemia. La figura seguente mostra chiaramente come il dato nazionale contenga al suo interno andamenti molto differenti:
Fonte: BBC su dati The Covid tracking project
Alla luce dell'andamento evidenziato nella figura superiore gli esperti stanno discutendo se si possa veramente parlare di una "seconda ondata" o se invece si tratta solo di uno sfasamento temporale con cui la "prima ondata" sta interessando le varie parti del Paese. In realtà, almeno per gli Stati del Sud la diffusione del virus aveva già raggiunto livelli significativi (> 5000 casi giornalieri) ad aprile. Dopo un periodo di lenta crescita, da giugno in poi c'è stata una ulteriore accelerazionea che ha portato i nuovi contagi a livelli circa tripli rispetto ad aprile. Possiamo quindi parlare veramente di una seconda ondata.

Qualcuno ha provato a sostenere che l'aumento dei nuovi contagi sia stato legato all'aumento del numero di tamponi, ma la percentuale di tamponi positivi in molti Stati americani è ancora talmente alta da rendere questa speigazione altamente improbabile:
In numerosi Stati americani la percentuale di tamponi positivi supera il livello del 5%, a dimostrazione dell'elevato livello di circolazione del virus. Fonte: BBC su dati The Covid tracking project
 
Nelle ultime settimane c’è stata inoltre una chiara tendenza alla diminuzione dell’età media delle persone contagiate. Questo potrebbe significare che le persone più anziane abbiano mantenuto comportamenti improntati ad una certa cautela, anche negli Stati dove le misure di lockdown sono state prematuramente abbandonate. Senza contare che molte delle persone più fragili sono ahimè già passate a miglior vita, seguendo quello che gli epidemiologici chiamano effetto “harvesting” (negli USA le morti precoci causate dal Covid-19 sonostate oltre 125.000). Se osserviamo il numero di ricoveri e delle persone che devono essere assistite con respiratore, si osservano in molti Stati numeri crescenti a dimostrazione che il virus non ha perso la sua pericolosità.

La situazione è molto seria e alcuni Governatori che avevano seguito il presidente Trump nella sua frettolosa dichiarazione di fine dell’emergenza stanno ripristinando forme più o meno severe di lockdown. Sono scattati anche divieti di spostamento tra Stato e Stato.

Per noi europei, rimangono i limiti all’interscambio con gli Stati Uniti che certamente produrranno una serie di ulteriori problemi dal punto di vista economico. Assieme ai limiti, dobbiamo prendere atto della lezione che ci viene dagli USA. Anche in un Paese avanzato ed economicamente prospero, la pandemia di Covid-19 può produrre danni ingenti, specialmente se viene presa sotto gamba.

2 commenti:

  1. È possibile sapere se questo aumento di casi di persone positive comporta anche un corrispondente aumento nel numero dei decessi?

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  2. Il dato sui decessi dipende da vari fattori e comunque segue quello dei nuovi contagi con un certo ritardo. Ricordiamo che in questa fase della pandemia c'è stato un sostanziale abbassamento dell'età media dei contagiati e quindi ci aspettiamo una situazione mediamente meno grave dal punto di vista sanitario. Inoltre tra i 125.000 americani che sono già deceduti per Covid-19 c'erano certamente molte persone fragili e quindi più esposte alle conseguenze più severe del contagio. In qualche modo il Covid-19 ha già fatto una sorta di selezione naturale. Vedremo come andranno le cose nelle prossime settimane. Per il momento il sito https://www.covidexitstrategy.org/ segnala che in sette stati americani la disponibilità di posti di terapia intensiva (ICU secondo l'acronimo inglese) è limitata. Io non sono comunque pessimista anche perché nel frattempo i clinici hanno imparato a trattare meglio i malati di Covid-19, purché ovviamente la pressione sui sistemi sanitari non ecceda certi livelli. Se i nuovi contagi giornalieri dovessero salire fino a quota 100.000 come ipotizzato dal Prof. Fauci, probabilmente il mio ottimismo sarebbe mal riposto.

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