Mentre in Israele cresce la quota di cittadini che hanno ricevuto la terza dose vaccinale, si osserva un consistente calo dei nuovi contagi. I casi attivi classificati come gravi sono 460, in discesa rispetto al massimo pari a circa 750 casi registrato a fine agosto. Secondo le previsioni del Weizmann Institute of Science, il numero di casi gravi dovrebbe scendere a 250 entro la fine del mese di ottobre.
In realtà, il numero complessivo di casi gravi non ci dice molto. Per capire meglio cosa stia succedendo, può essere utile guardare allo stato vaccinale dei casi gravi: solo 29 casi gravi interessano gli oltre 3,7 milioni di cittadini israeliani che hanno ricevuto la terza dose vaccinale. Ben 349 casi sono stati individuati tra i 720 mila cittadini non vaccinati. La percentuale di cittadini israeliani non vaccinati oscilla tra il 10% ed il 20% per tutte le classi d'età, esclusi i più giovani (12-19 anni) dove la percentuale di non vaccinati è superiore al 40%.
I rimanenti casi gravi (82) hanno riguardato cittadini che avevano ricevuto una o due dosi vaccinali.
Andamento della campagna vaccinale in Israele aggiornato al 10 ottobre 2021. Tratto dal sito del Ministero della salute israeliano |
Se consideriamo solo i cittadini di età superiore o uguale a 60 anni, attualmente i casi gravi tra coloro che hanno ricevuto anche la terza dose vaccinale sono circa 2 ogni 100 mila abitanti, contro circa 120 casi per ogni 100 mila abitanti non vaccinati.
Possiamo davvero dire che la pandemia in Israele riguarda - in larga misura - solo i cittadini non vaccinati.
Di fronte a questi dati, rimane per me inspiegabile la refrattarietà al vaccino da parte dei non vaccinati che appartengono, principalmente, alle comunità di ebrei ultra-ortodossi e di cittadini israeliani di origine araba.
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