Dopo aver verificato la scarsa efficacia del suo candidato vaccino, Curevac ha deciso di abbandonare il suo progetto per dedicarsi allo sviluppo di un eventuale vaccino ad mRNA di "seconda generazione". Pur utilizzando una tecnica simile rispetto a quella dei concorrenti Pfizer-BioNTech e Moderna, il candidato vaccino Curevac si distingueva per un diverso trattamento della proteina spike che, secondo il parere degli esperti, potrebbe spiegare i risultati deludenti della sperimentazione di fase 3.
Secondo i piani di approvvigionamento alla base della campagna vaccinale italiana, Curevac avrebbe dovuto fornire circa 30 milioni di dosi, pari a poco più del 10% dell'intera dotazione. Fortunatamente, Pfizer-BioNTech e Moderna hanno aumentato la produzione colmando i vuoti lasciati da Curevac e dal sostanziale abbandono dei vaccini a vettore virale.
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