venerdì 22 ottobre 2021

Aggiornamento sulla pandemia: ci sono più contagi, non solo per effetto del'aumento dei tamponi

Dopo molte settimane di continuo calo, questo venerdì vediamo alcuni indicatori in risalita. Nulla di drammatico, almeno per il momento,  ma un campanello d'allarme che ci ricorda quanto sia subdola la pandemia. 

Partiamo dal dato dei contagi che sconta - come largamente atteso - un significativo aumento legato al gran numero di tamponi fatti durante l'ultima settimana. L'introduzione del green-pass sui luoghi di lavoro, oltre alle ben note polemiche, ha portato anche all'intercettazione di numerosi positivi che - se non avessero fatto il tampone - avrebbero continuato a circolare liberamente. Nel corso delle prossime settimane vedremo se questo effetto rappresenta un semplice transitorio (in pratica sono contagi che c'erano anche in precedenza, ma sfuggivano alle statistiche) oppure se l'incremento è destinato a crescere ulteriormente.

In tutta Italia si segnala anche un aumento dei contagi riscontrati tra gli ospiti delle RSA e le persone più anziane. Ricordo che molte di queste persone sono state sottoposte a vaccinazione 8-9 mesi fa e si può ragionevolmente pensare che - per loro - l'efficacia dei vaccini sia ormai considerevolmente ridotta, soprattutto per quanto riguarda la protezione rispetto a qualsiasi forma di contagio. 

La somministrazione della terza dose è già partita e - se verrà conclusa in tempi brevi - potrà riportare in condizioni di sicurezza la parte più anziana della popolazione. Nel frattempo ci aspettiamo di contare più contagi (e purtroppo anche più decessi) tra gli anziani così come si era visto in Israele durante gli scorsi mesi di luglio e agosto.

Andamento dei contagi (linea grigia) e loro valore medio calcolato su base settimanale (linea blu). La linea azzurra rappresenta l'andamento dei contagi un anno fa

Il dato relativo ai ricoveri mostra un calo anche durante l'ultima settimana, ma si tratta di una riduzione percentualmente inferiore rispetto alle settimane precedenti. L'effetto è abbastanza chiaro e non rappresenta - per il momento - una vera e propria inversione di tendenza, ma certamente non è rassicurante. D'altra parte, se ci sono più anziani che si contagiano a causa della riduzione di efficacia del vaccino, è presumibile che una parte di loro dovrà ricorrere a cure di carattere ospedaliero.

Variazione percentuale del numero di posti letto occupati nei reparti Covid degli ospedali italiani (somma di tutti i reparti). Il saldo di questa settimana è ancora negativo (ci sono stati meno ricoveri rispetto alla settimana precedente), ma la tendenza al calo dei ricoveri si sta attenuando

Vediamo adesso il dato relativo alle nuove entrate nei reparti di terapia intensiva:

Nuovi ricoveri settimanali nei reparti Covid di terapia intensiva, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti

Anche questo dato sembra indicare una tendenza verso una certa stabilizzazione dei nuovi ricoveri che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe anticipare una ripresa dell'ondata pandemica. Qui di seguito vi mostro il confronto con la Gran Bretagna, che è ancora decisamente a favore dell'Italia:

Numero di posti letto occupati nei reparti Covid di terapia intensiva, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. Il dato italiano (linea rossa) è meno della metà rispetto al dato della Gran Bretagna (linea blu). Ricordo che il dato britannico include solo coloro che sono collegati al respiratore, mentre quello italiano riguarda tutti i ricoverati

Per quanto riguarda i decessi ricordo - ancora una volta - che i dati sono spesso alterati (soprattutto per alcune Regioni italiane) dai forti ritardi con cui i casi vengono segnalati. Ad esempio, lo scorso 19 ottobre il numero dei decessi giornalieri è più che raddoppiato rispetto alla media a causa di alcuni "conguagli" effettuati a livello regionale. Questo porta a forti fluttuazioni dei dati che non svaniscono anche se viene effettuata una media su base settimanale.

Andamento dei decessi Covid comunicati giornalmente, normalizzati rispetto ad un campione di 100 mila abitanti. I dati sono normalizzati su base settimanale. I dati inglesi (linea blu) includono solo i decessi avvenuti entro 4 settimane dalla data del primo tampone positivo, mentre i dati italiani (linea rossa) includono tutti i decessi

Notiamo che l'ultimo dato sui decessi in Gran Bretagna è oltre 3 volte superiore rispetto al dato italiano. Il valore dei decessi in Gran Bretagna - dall’inizio di luglio in poi - è sempre stato decisamente superiore rispetto a quello italiano. Ricordo inoltre che le statistiche britanniche sottostimano il numero reale dei decessi perché includono solo quelli avvenuti entro 4 settimane dalla data del primo tampone positivo.

Passiamo infine al quadro europeo, così come è rappresentato dalle mappe ECDC:

Mappa della pandemia in Europa elaborata da ECDC

La Penisola iberica, la Francia e l'Italia appaiono in colore giallo-verde, mentre nella parte centro-orientale dell'Europa prevalgono i colori rosso e rosso scuro. A partire dal mese di luglio, abbiamo visto l'ondata pandemica associata alla variante Delta partire dalla Gran Bretagna arrivando nella Penisola iberica e muoversi successivamente da Ovest verso Est. 

L'arrivo nei Paesi dove c'è stata una ridotta adesione ai programmi vaccinali ha portato ad un forte incremento dei decessi che attualmente mostrano un picco in Romania e Bulgaria (circa 200 decessi ogni 2 settimane per ogni milione di abitanti) contro una media di circa 24 casi in Europa (in Italia, sono circa 10). Fermo restando che le statistiche sui decessi causati dalla Covid-19 variano moltissimo a seconda dei criteri adottati nei diversi Paesi (alcuni hanno "eliminato" il problema adottando criteri molto restrittivi per identificare tali decessi, soprattutto quando riguardano persone anziane) c'è una stretta correlazione tra la scarsa adesione al vaccino e l'aumento dei decessi Covid.


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