In Italia ci aveva già pensato il presidente della Liguria Toti, ma - di fronte alle proteste dei baby boomers (e alle critiche di chi gli spiegava che gli anziani hanno comunque un numero limitato di contatti con le altre persone, ma non possono vivere in una "bolla" senza interagire con i più giovani) - l'idea di chiudere in casa gli ultrasessantenni "improduttivi" non aveva fatto molta strada.
Adesso ci riprovano a Mosca dove - di fronte all'impressionante ondata di contagi e di decessi - è stato deciso di imporre il lockdown a tutti i cittadini ultrasessantenni non vaccinati. Saranno esentati solo coloro che svolgono una attività lavorativa. Gli "improduttivi" dovranno scegliere tra la vaccinazione o gli "arresti domiciliari". Da lunedì prossimo e fino al 25 febbraio, potranno uscire di casa solo per i tempi strettamente necessari per fare la spesa e "prendere una boccata d'aria".
Conoscendo abbastanza bene come vanno le cose in Russia, dubito che i cittadini moscoviti prenderanno molto sul serio questo provvedimento. Temo che succederà qualcosa di simile all'uso delle mascherine che - almeno sulla carta - sono ancora obbligatorie in numerosi luoghi pubblici ma che, in pratica, non sono quasi più utilizzate.
Rimane lo sconcerto nel vedere che, malgrado l'elevato tasso di mortalità associato alla pandemia, ci sia ancora una grande parte della popolazione russa che non ha fatto il vaccino.
Speriamo che il lockdown selettivo per anziani serva almeno a convincere una parte di loro a farsi vaccinare.
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