Anche se, almeno fino ad oggi, non è ancora disponibile un farmaco specifico per combattere la Covid-19, durante quasi un anno e mezzo di pandemia ci sono sono stati notevoli cambiamenti nei protocolli adottati a livello ospedaliero per il trattamento dei malati di Covid-19. In un articolo uscito oggi su JAMA Network Open viene presentata una interessante analisi basata sui dati provenienti da 5 centri medici dell'Università della California:
Medication Use Patterns in Hospitalized Patients With COVID-19 in California During the Pandemic",
La figura seguente mostra l'evoluzione temporale osservata nell'impiego dei farmaci più utilizzati:
Andamento temporale nell'utilizzo dei principali farmaci anti-Covid. Tratto da JAMA Network Open |
Si nota, ad esempio, il rapido crollo dell'idrossiclorochina che nella fase iniziale della pandemia era stato il farmaco più utilizzato e aveva generato molte speranze. Forse ricorderete le polemiche di stampo politico che hanno a lungo accompagnato l'utilizzo della idrossiclorochina. Diventata una specie di bandiera di molti leader sovranisti, l'idrossiclorochina veniva presentata come la soluzione economica ed efficace che poteva tenere a bada il virus. Con tanto di appendice complottista del tipo "la soluzione c'è, ma ve la vogliono nascondere".
In realtà, come viene evidenziato nell'articolo citato, di fronte al virus sconosciuto erano state avviate molte sperimentazioni, spesso affrettate se non addirittura sbagliate dal punto di vista metodologico. Molte "scoperte" iniziali si sono rilevate fallaci quando sono state sottoposte ad una severa verifica.
La situazione attuale è ancora lontana dall'aver raggiunto un punto di equilibrio e potrà ulteriormente evolvere nel corso dei prossimi mesi. Gli anticorpi neutralizzanti - molte volte annunciati come un farmaco risolutivo - hanno svolto fino ad oggi un ruolo tutto sommato marginale e sembrano funzionare solo se vengono somministrati nelle primissime fasi della malattia, prima dell'insorgenza di eventuali complicanze. Ci sono alcuni nuovi antivirali in fase di sperimentazione e non mancano le proposte "rivoluzionarie" basate sulle nanotecnologie.
Anche se oggi la maggiore attenzione è concentrata sui vaccini, la disponibilità di nuovi farmaci specificamente progettati per combattere la Covid-19 potrebbe fornire un contributo essenziale per poter archiviare definitivamente la pandemia.
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