lunedì 17 maggio 2021

Segnalazione: dipendenza della risposta immunitaria negli anziani in funzione del tempo di ritardo tra la somministrazione delle dosi vaccinali

Un lavoro attualmente ancora sotto forma di preprint discute la risposta del sistema immunitario nelle persone anziane (ottantenni) in funzione del tempo di ritardo tra la somministrazione delle dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. 

Sappiamo che, in generale, i vaccini funzionano meno bene per le persone di età avanzata a causa dei possibili problemi legati alla funzionalità del sistema immunitario. Lo studio ha analizzato complessivamente 172 persone separate in due gruppi: a) coloro che avevano ricevuto la seconda dose dopo le canoniche 3 settimane e b) coloro che avevano ricevuto il vaccino dopo 12 settimane, secondo le regole introdotte in Gran Bretagna durante lo scorso mese di gennaio.

A tutti i partecipanti sono stati fatti due prelievi del sangue, alla quinta ed alla quattordicesima settimana dopo la somministrazione della prima dose. In questo modo è stato possibile analizzare, per ciascuno di loro, la risposta immunitaria indotta dal vaccino due settimane dopo la seconda dose vaccinale. 

Per valutare la risposta del sistema immunitario indotta dal vaccino sono state misurate: a) la concentrazione di anticorpi neutralizzanti e b) la cosiddetta risposta cellulare legata alla presenza di cellule T (ovvviamente parliamo di cellule T e di anticorpi specifici per la proteina spike).

Per tutte le persone vaccinate è stato osservato un picco, sia delle cellule T che degli anticorpi neutralizzanti, due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose vaccinale. Per chi ha ricevuto la seconda dose dopo 12 settimane il picco anticorpale è mediamente 3,5 volte superiore rispetto a coloro che avevano ricevuto la seconda dose dopo tre settimane. Un effetto opposto è stato osservato per le cellule T: il picco osservato per chi aveva ricevuto la seconda dose dopo 3 settimane è stato mediamente superiore rispetto a quello osservato tra coloro che avevano ricevuto la seconda dose in ritardo.

Un estratto delle figure chiave del lavoro discusso in questo post. Il colore blu si riferisce alle persone che hanno ricevuto la seconda dose dopo 3 settimane, mentre il colore rosso si riferisce a coloro che hanno ricevuto la seconda dose  dopo 12 settimane. A sinistra (figura A) la distribuzione del picco di anticorpi neutralizzanti misurato due settimane dopo la seconda dose. A destra (figura B) la distribuzione del picco della risposta cellulare. La scala verticale è logaritmica. Questa scelta è necessaria per visualizzare valori che cambiano moltissimo all'interno del campione. Il significato della freccia rossa in alto a destra è spiegato nel testo. Le linee orizzontali indicano i valori medi

Osservando i dati sperimentali si nota una grande variabilità dei parametri misurati. Quando si discutono risultati di questo tipo, più che del valore medio ha senso parlare di mediana (valore che suddivide il campione in due parti uguali, metà sopra a tale valore e metà sotto). 

Ad esempio, i punti rossi della figura B comprendono un singolo dato (indicato con la freccia rossa) che presenta un valore altissimo della risposta cellulare. Si tratta di un unico punto mentre tutti gli altri mostrano una risposta che è inferiore fino a 2-3 ordini di grandezza. Lavorando con un numero di casi limitato, un singolo valore molto alto sposta significativamente in alto il valore della media, mentre ha un effetto trascurabile sulla stima della mediana.

Infatti se calcoliamo la mediana della risposta cellulare (figura B) si trova che il valore dei punti blu è pari a 72 contro il valore 20 dei punti rossi. 

La figura relativa alla risposta anticorpale (figura A) mostra una distribuzione dei dati meno disomogenea. Il valore della mediana è pari a 4.030 per chi ha ricevuto il vaccino dopo 12 settimane contro 1.138 per chi ha ricevuto la seconda dose dopo 3 settimane. La distanza che appare nel grafico A tra i valori medi è molto simile a qualla che avremmo visto se, invece della media, fosse stata disegnata la mediana.

Riassumendo, se non ci facciamo distrarre dai valori medi che appaiono nei grafici, si vede che la situazione è quasi perfettamente simmetrica:

  1. Il picco della risposta anticorpale è 3.5 volte più alto (rapporto delle mediane) per chi ha ricevuto la seconda dose vaccinale dopo 12 settimane. 
  2. Il picco della risposta cellulare è 3,6 volte più alto (rapporto delle mediane) per chi ha ricevuto la seconda dose vaccinale dopo 3 settimane.

Secondo gli Autori questi dati dimostrerebbero che ritardando la seconda dose si otterrebbe una risposta immunitaria più duratura nel tempo. Non sono un esperto dell'argomento, ma - a mio avviso - si tratta di una affermazione tutta da verificare perché, per stessa ammissione degli Autori, non è chiaro il ruolo delle cellule T nella protezione a lungo termine indotta dal vaccino

Gli Autori ricordano anche che, allungando i tempi di somministrazione della seconda dose, si allungano i tempi durante il quale le persone ricevono solo una copertura parziale e sono quindi esposte a maggiori rischi (Nota aggiunta da me: soprattutto nel caso in cui circolino nuove varianti virali che potrebbero essere resistenti ai vaccini). Questo è esattamente il motivo che ha recentemente spinto la Gran Bretagna a ridurre il ritardo nella somministrazione della seconda dose. 

Paradossalmente, in questo momento, in Italia - proprio partendo dai risultati dell'articolo segnalato in questo post -  c'è chi propone di andare oltre agli attuali 42 giorni, aumentando ulteriormente il ritardo tra la prima e la seconda dose.

Certamente nella pratica, aumentando il ritardo tra le due dosi dei vaccini ad mRNA e portandolo allo stesso livello del vaccino AstraZeneca (12 settimane) si semplificherebbero le procedure amministrative e soprattutto, le persone di età superiore ai 60 anni, al momento della prenotazione non potranno più dedurre, in base alla data fissata per il richiamo, se verrà loro somministrato un vaccino ad mRNA oppure AstraZeneca.

 

 


1 commento:

  1. Il risparmio è di quasi 12 miliardi nei prossimi 10 anni
    Milena Gabanelli e Simona Ravizza - CorriereTv - 18 maggio 2021

    Ogni anno l’Inps risparmierà un miliardo di euro grazie ai morti Covid (il 95% erano pensionati): sono quasi 12 miliardi nei prossimi 10 anni. Come è meglio usare questo improvviso «risparmio»? Milena Gabanelli e Simona Ravizza con Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle politiche sociali.

    https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/anziani-non-autosufficienti-invalidita-calvario-avere-cio-che-spetta-come-ridurre-tempi/0cc2365e-b649-11eb-8229-cdeaa8e61468-va.shtml

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