Scusate l'autoreferenzialità, ma in questo post parlerò proprio di questo blog.
Iniziato per caso all'inizio del marzo 2020, il blog ha ormai raggiunto quasi 250mila visualizzazioni. Con circa 850 post e 1.500 commenti ha descritto l'andamento della pandemia, con i suoi numeri (veri e falsi) ed i numerosi problemi associati all'interpretazione dei dati.
Qui di seguito vi mostro l'andamento temporale delle letture. Si vede una correlazione tra l'andamento dei contagi in Italia ed il numero delle pagine visualizzate. Anche per questo blog si osserva una "prima ondata" che si è esaurita all'inizio dell'estate 2020 ed un nuovo picco iniziato nell'ottobre 2020. Ma quale è la causa e quale è l'effetto?
Andamento mensile delle visualizzazioni di questo blog |
Qualcuno potrebbe essere tentato di dedurre che la lettura di queste pagine possa produrre un aumento dei contagi. Ma sarebbe una lettura sbagliata dei dati sperimentali, simile a tante altre analisi sbagliate che abbiamo letto nel corso di questa pandemia. Probabilmente è vero il contrario: quando salgono i contagi, cresce l'attenzione dell'opinione pubblica verso la pandemia e cresce anche l'interesse per una analisi indipendente dei dati epidemiologici.
Se lo vorrete, potrete quindi tranquillamente continuare a leggere e a commentare i miei post, senza che questo produca alcun effetto sulla circolazione virale.
Colgo l'occasione per ringraziarvi per l'attenzione che avete dedicato a questo blog e per i numerosi commenti e suggerimenti che avete mandato. Un ringraziamento particolare all'affezionato lettore che ha corretto i miei post emendandoli da numerosi errori di battitura, frasi incoerenti o poco leggibili e da qualche errore grammaticale che la mia Maestra avrebbe segnato con la matita blu.
Davide,
RispondiEliminain realta` siamo noi che dobbiamo ringraziare te per questo blog.
Io lo trovo utilissimo, perche` riassume in un unico posto informazioni che altrimenti sarebbe difficile raggiungere.
Mi ha fatto ridere l'idea che ci possa essere una correlazione diretta tra le visualizzazioni e l'andamento della pandemia; e` sicuramente vero il contrario: quando i contagi crescono la gente e` piu` attenta e segue maggiormente le proprie fonti di informazione.
Pero` hai ragione: si trovano spesso casi di correlazioni sbagliate, e vanno prese con cautela (ma tutte le informazioni che si ricevono vanno mediate dal cervello, indipendentemente dalla fonte).
Ancora grazie per il tuo prezioso lavoro.
Michele
Covid, Zangrillo e il virus che «clinicamente non esiste più»: «Non mi rimangio nulla»
RispondiElimina31 maggio 2021 - L'aria che tira
«Oggi è il 31 maggio. Il virus, dal punto di vista clinico, non esiste più». Alberto Zangrillo, direttore della Terapia intensiva del San Raffaele, UN ANNO FA pronunciava una frase che ha scatenato polemiche e discussioni.
«Non sono stato per nulla audace, ho semplicemente fotografato la realtà. Il clinico fotografa la realtà e se è bella si sente spinto a renderla pubblica. Non mi rimangio una virgola, quella frase è stata oggetto di speculazione da parte di tristi personaggi in cerca di una ribalta. Ho dato loro da mangiare per un anno.
Ora accade quello che è accaduto un anno fa, con l’aggiunta che abbiamo un presidio fondamentale come i vaccini. Non dobbiamo dimenticarci una cosa fondamentale: la cura sul territorio. Se ci chiudiamo in ospedale, abbiamo perso in partenza», dice oggi Zangrillo.
«Il 20 aprile 2020 dissi che dobbiamo imparare a convivere con il virus. Non sappiamo quanto i vaccini ci tuteleranno, auspichiamo tutti in grande misura. Ma siccome i virus circolano, bisogna identificarli nelle persone e bisogna curare i pazienti tempestivamente. Resto ottimista se diamo spazio alle misure che hanno reso grandioso il nostro sistema sanitario nel mondo.
Ci siamo fatti del male da soli dipingendo un numero di morti SUPERIORE a quello di altri Paesi che hanno semplicemente contato in modo diverso», aggiunge.
Se vogliamo ristabilire la verità, il povero (mediaticamente parlando) Zangrillo e tanti altri basavano le loro previsioni sbagliate sull'ipotesi (non dimostrata) che un anno fa il virus avesse sensibilmente ridotto la sua capacità di provocare danni.
EliminaCe lo ripetono dall'inizio della pandemia: prima o poi il SARS-CoV-2 perderà gran parte della sua pericolosità e si trasformerà in qualcosa di simile ad altri coronavirus, che - al massimo - possono provocare un banale raffreddore.
Questa ipotesi ha alla sua base una semplice idea evoluzionistica: i virus di maggiore successo sono quelli che non provocano danni particolarmente elevati negli esseri viventi che li ospitano. Prima o poi anche il SARS-CoV-2 potrebbe evolvere in questa direzione.
In realtà il processo dipende da una combinazione di cause: la possibile evoluzione genetica che porti ad una variante virale più contagiosa, ma meno aggressiva (che dovrebbe essere comunque evidenziata dalle analisi genetiche) ed una maggiore resistenza acquisita dalla popolazione (grazie ai vaccini o alla precedente esposizione al virus).
Ambedue i processi richiedono tempo. La scorsa estate era decisamente troppo presto per poter proclamare la "morte clinica" definitiva del virus.
Quella di Zangrillo è stata una frase avventata, non basata sull'evidenza scientifica.
Dal mio modesto punto di vista ritengo questo blog il più veritiero in assoluto. Grazie prof. Bassi e complimenti per la chiarezza negli aggiornamenti.
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